Statuto del Territorio del Piano Strutturale

CAPO I LA STRATEGIA DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE

Art. 39 Le strategie del Piano Strutturale

La parte strategica del PS si presenta come un "Documento-programma" continuamente aggiornabile, di ampio respiro, che consente inserimenti per lo sviluppo di nuovi progetti e/o il superamento di alcune parti propositive a seguito di fatti non prevedibili, purché siano in coerenza con le sue linee generali. Ad essa ha contribuito il processo partecipativo con i cittadini, i rappresentanti delle categorie economiche, della cultura, delle professioni, le imprese, le associazioni del volontariato culturali, sociali, sportive e le istituzioni che hanno offerto una "visione condivisa".

Il primo meta-obiettivo da perseguire è quello della qualità insediativa che include la qualità sociale, architettonica, di progettazione urbanistica, di conoscenza della struttura economica, dove i parametri qualitativi prevalgono su quelli quantitativi.

La parte strategica del Piano fissa obiettivi, azioni e progetti da attuare nel territorio di Reggello su un arco di durata almeno quindicennale, sui quali il Comune assumerà il ruolo essenziale di regia e di coordinamento, valutando la trasversalità delle ipotesi progettuali che nel tempo saranno proposte, le fonti finanziarie da attivare, le strategie di investimento, il monitoraggio degli effetti prodotti dal Piano.

Art. 40 Strategie per l'innovazione e la ricerca nel settore agricolo alimentare e forestale

Devono essere perseguite politiche che consentano l'incremento sostenibile della produttività, della redditività e dell'efficienza delle risorse negli agroecosistemi favorendo interventi indirizzati al potenziamento della biodiversità, alla multifunzionalità delle foreste, alla funzionalità dei suoli e al potenziamento di servizi ecologici e socialmente utili. Si favoriscono anche i processi di ecocertificazione forestale per la valorizzazione dei sistemi di gestione forestale sostenibile ed il mercato volontario dei crediti ambientali e di carbonio.

I punti di forza del settore dovrebbero diventare il coordinamento e l'integrazione dei processi di filiera e il potenziamento in generale del ruolo dell'agricoltura infatti il suolo agricolo, pur impegnando la gran parte del territorio comunale, svolge un ruolo del tutto marginale ai fini economici e dell'occupazione, considerata l'alta percentuale di abbandono rilevata dal Quadro Conoscitivo del PS.

L'altro obiettivo da perseguire è quello della trasformazione delle produzioni agricole, legata alla qualità e tipicità dei prodotti, indirizzata alla certificazione della sicurezza degli alimenti e per orientare i consumatori verso stili di vita sani.

Promuovere la ricerca e la sperimentazione per l'utilizzo sostenibile delle risorse biologiche a fini energetici e industriali, creando delle sinergie fra i produttori e i centri di formazione, includendo anche il livello di specializzazione universitaria.

Art. 41 Strategie per la qualità urbana

La qualità urbana deve essere perseguita nei suoi risvolti di impianto urbano, sociale, architettonico, del sistema economico, dei valori culturali, di prevalenza dei parametri qualitativi su quelli meramente quantitativi, di maggior valore attribuito ai bisogni "post-materialistici" derivanti dal mutamento dei valori avvenuto nelle società occidentali che ha spostato l'attenzione dai temi del benessere materiale a quelli relativi allo stile di vita, a partire dal rilievo che hanno assunto temi quali la cultura e l'ambiente.

Il PS si indirizza alla valorizzazione dell'ambiente attraverso la tutela attiva degli elementi e delle aree che presentano valori significativi per gli aspetti paesaggistici ed ambientali, prevedendo interventi mirati alla tutela dei contesti rappresentati nei tre sistemi territoriali e dei caratteri rappresentati nella seconda invariante del PIT. Per essi il PO deve individuare degli indicatori territoriali strategici.

Il miglioramento dei livelli di qualità e di benessere nei centri urbani sono perseguibili attraverso la rivitalizzazione dei centri e nuclei storici conseguibile anche a partire da un adeguato sistema della mobilità lenta che assicuri spazi per la sosta per agevolarne la pedonalizzazione, l'eliminazione delle barriere architettoniche, la città dei bambini e degli anziani e l'inclusione dei soggetti deboli, secondo i criteri della Smart City10.

Ai fini della qualità urbana è fondamentale un livello adeguato di accessibilità e conseguentemente deve essere valutato lo stato delle infrastrutture. Migliorare la rete delle infrastrutture in termini di efficienza e adeguamenti ai fini della sicurezza diventa quindi un obiettivo importante per l'attuazione delle previsioni del PS e analogamente si deve procedere per garantire l'accessibilità in tutte le parti del territorio completando le reti della viabilità e prevedendo punti di snodo per l'intermodalità con il trasporto pubblico e con il sistema della mobilità lenta sia di tipo urbano e sia di tipo escursionistico.

10Una città può essere definita intelligente, o smart city, quando gli investimenti effettuati in infrastrutture di comunicazione, tradizionali (trasporti) e moderne (TIC), riferite al capitale umano e sociale, assicurano uno sviluppo economico sostenibile e un'alta qualità della vita, una gestione sapiente delle risorse naturali, attraverso l'impegno e l'azione partecipativa

Art. 42 Strategie per la valorizzazione del sistema culturale

Fatto salvo il sistema scolastico che fa capo alla pubblica amministrazione, che nel caso di Reggello si limita alla scuola dell'obbligo, le strutture della cultura sono generalmente affidate al volontariato e pertanto è necessario promuovere sinergie fra di essi al fine di potenziare e migliorare l'offerta e contestualmente ottimizzare i costi per la promozione e la valorizzazione dell'importante patrimonio culturale presente in ambito comunale.

Per fare ciò occorre creare un sistema integrato e stabilizzato degli attori individuando la rete museale comunale il più possibile diffusa sul territorio, là dove sono presenti i beni culturali siano essi mobili o immobili al fine di divulgarne la conoscenza nei confronti dei residenti e migliorare l'offerta nei confronti dei turisti e degli specialisti in ambito sovralocale.

Analogamente risulta importante mettere in connessione la nuova Biblioteca comunale con quella dell'Abbazia di Vallombrosa al fine di offrire l'occasione per poter valorizzare il patrimonio librario anche con modalità di diffusione sul territorio.

Infine si prevede di poter attuare un processo di rivitalizzazione urbana attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale architettonico creando dei percorsi dei centri urbani e in particolare delle parti storiche, la creazione di laboratori per l'insegnamento degli antichi mestieri e lo sviluppo di un indotto culturale urbano.

Art. 43 Strategie per la valorizzazione del sistema sociale

Reggello ha una importante propensione nei confronti del volontariato indirizzato in particolare allo sport, agli anziani, ai diversamente abili e in generale ad attività indirizzate al tempo libero e alla cultura. Per compiere un salto di qualità occorre promuovere una nuova cultura del welfare11 con l'individuazione di indicatori di benessere sociale e della salute. Si tratta quindi di individuare modalità che consentano di meglio valorizzare il fattore umano da un lato e le strutture sociali dall'altro. In tal modo sarà possibile favorire la nascita di una nuova imprenditorialità sociale che possa ampliare il bacino di operatori e offrire un servizio a maggior diffusione nel territorio e qualitativamente significativo per i cittadini.

Il tema dell'immigrazione, che presenta ormai elementi significativi di problematicità anche per la comunità reggellese, richiede politiche specifiche tra le quali si possono trovare risposte valide anche in un sistema educativo integrato. Esso oltre a offrire un livello di integrazione importante per l'infanzia può anche agevolare l'inserimento lavorativo e sociale degli immigrati.

11sistema sociale che vuole garantire a tutti i cittadini la fruizione di servizi sociali ritenuti indispensabili

Art. 44 Strategie per il sistema commerciale

Considerata la disponibilità di aree produttive e di edifici manifatturieri dismessi presenti lungo l'asse autostradale che dispongono di importanti volumetrie e di adeguate strutture di servizio si presenta la necessità di una loro riqualificazione urbanistica e paesaggistica/ambientale che richiede l'insediamento di nuove funzioni in luogo di quelle dismesse. Le stesse dispongono inoltre di un buon sistema di infrastrutturazione in quanto servite dall'interconnessione fra l'Autostrada e la SR 69.

In particolare il Polo della Moda, oltre a godere del sistema infrastrutturale sopra descritto, ha a disposizione gli strumenti per svolgere un ruolo competitivo grazie a un sistema di cablaggio che gli consente di interagire a livello commerciale, con paesi europei ed anche a livello mondiale, con operazioni di marketing territoriale12. Tale livello di infrastrutturazione ha favorito lo sviluppo del sistema produttivo locale ed esistono pertanto buone possibilità che il suo ruolo si accresca ulteriormente e lo faccia diventare un importante attrattore non solo per il Comune di Reggello ma anche per l'intero ambito del Valdarno e per l'area fiorentina.

Inoltre è possibile allocare nelle aree produttive dismesse, presenti nel Sistema territoriale di pianura, medie strutture di vendita che possono rafforzare il polo commerciale il cui punto di forza è rappresentato proprio dal Polo della Moda.

La valorizzazione del Sistema Territoriale di Collina passa anche dalla valorizzazione del sistema commerciale per il quale è possibile avviare un processo di riqualificazione che può trovare, nella realizzazione dei centri commerciali naturali e nella valorizzazione dei prodotti alimentari tipici e di quelli artigianali, una sua giusta dimensione. Ad essi si aggiungono anche le possibilità offerte dalla localizzazione, nelle frazioni, di mercatali per la vendita di prodotti agricoli a chilometro zero. Per queste forme di commercio il PO può prevedere specifici incentivi al fine di favorirne l'insediamento in quanto si ritengono particolarmente efficaci per rivitalizzare i centri residenziali e soprattutto nelle frazioni più isolate possono svolgere un servizio socialmente utile.

12strumento di studio ed analisi con il quale definire e guidare il rilancio e lo sviluppo dei vari territori in funzione delle loro specifiche caratteristiche ed esigenze

Art. 45 Strategie per il sistema produttivo

Occorre creare un sistema territoriale competitivo in grado di sviluppare politiche dell'economia locale inserendole in un quadro regionale, nazionale e internazionale. Partendo dalla considerazione che anche il sistema produttivo di Reggello ha subito i pesanti effetti della crisi del manifatturiero e che esso occupa un'ampia area lungo l'asse autostradale, si considera tale ambito una risorsa a disposizione delle imprese che devono procedere alla delocalizzazione delle proprie strutture. Tale offerta risulta particolarmente interessante, dato il livello di infrastrutturazione di cui dispone, per le imprese provenienti dall'area fiorentina e ciò consentirebbe un rafforzamento del polo produttivo della Città Metropolitana di cui anche Reggello fa parte e offrire una occasione di sviluppo delle attività artigianali finalizzate a creare un apprezzabile indotto connesso al Polo della Moda.

Occorre anche acquisire adeguati livelli di conoscenza per creare un sistema territoriale competitivo attraverso il marketing territoriale con una visione europea che consenta lo sviluppo del sistema produttivo locale, favorisca la crescita e lo sviluppo di imprese della new-economy13 con il cablaggio dell'intero territorio, la circolazione della conoscenza e l'interazione delle risorse umane presenti nel territorio, la vendita on-line14 delle produzioni locali.

Ai fini della valorizzazione delle aree produttive occorre migliorare lo stato delle infrastrutture in termini di efficienza e adeguamenti ai fini della sicurezza.

13attività, aziende e investimenti basati sulle nuove tecnologie informatiche e telematiche gestibili su Internet. Offre la possibilità di operare in un mercato globale abbattendo i costi di gestione e di non essere vincolati a uno spazio definito facente capo a una società o ad un esercizio commerciale

14in linea

Art. 46 Strategie per il sistema turistico

Il territorio di Reggello ha una vocazione storica per il turismo di cui l'insediamento turistico-residenziale di Saltino è una importante testimonianza. Il PS prende atto di tale vocazione e dispiega tutte le opportunità che il territorio comunale offre per valorizzarle, a partire dalle risorse ambientali più importanti quali il complesso delle foreste, le colline storicamente terrazzate a ulivi, il fenomeno geologico delle Balze e l'Arno, i beni culturali a partire dall'Abbazia di Vallombrosa, le pievi romaniche, i castelli tra cui un esempio unico in Italia di architettura moresca, le ville-fattoria, gli alberghi Liberty di Saltino, i numerosi centri e nuclei storici.

Il settore turistico pertanto assume tutt'oggi un'importanza strategica per la valorizzazione del territorio, a partire dal recupero delle strutture ricettive esistenti, quali l'insediamento di Saltino che necessita di adeguamenti funzionali e di attrezzature di servizio che rispondano alle esigenze rappresentate dalla domanda, pur conservando gli elementi di valore storico-tipologico che lo caratterizzano.

I centri e nuclei storici possono offrire nuove opportunità con la diffusione della formula dell'albergo diffuso che consente una maggiore distribuzione dell'offerta turistica sul territorio e contestualmente il recupero edilizio e quello urbanistico di nuclei storici altrimenti destinati all'abbandono. Altrettanto importante per il potenziamento del settore risulta essere la riqualificazione delle antiche ville padronali presenti nel Sistema Territoriale di Collina. Questo tipo di strutture può integrare l'offerta di carattere ricettivo svolta dagli agriturismi che sono una realtà molto importante per Reggello.

Ulteriori opportunità sono offerte nel sistema territoriale di pianura dalle aree produttive dismesse nelle quali è possibile allocare nuove strutture ricettive prossime alla viabilità di livello nazionale che rispondano a esigenze derivanti dalla Città Metropolitana e per il turismo d'affari.

Il turismo "verde", familiare e sportivo, costituisce un elemento importante da promuovere per cui si vogliono agevolare le azioni volte alla valorizzazione ed al potenziamento della multifunzionalità delle foreste. Il PO deve prevedere anche attività che mirano ad un uso non produttivo delle foreste, di fruizione ad uso ricreativo, sportivo, sanitario e didattico, anche in continuità delle aree rurali attigue, in particolare nelle aree protette ed in quelle a loro limitrofe.

Il PO deve prevedere inoltre, per le attività riferibili al turismo ambientale di cui sopra, i criteri e i limiti di sostenibilità.

Art. 47 Ambiti territoriali per la localizzazione di interventi di competenza della Regione Toscana e della Città Metropolitana di Firenze (ai sensi del 4° comma - punto g) dell'art. 92 della LR 65/2014)

1. aree destinate alla realizzazione di opere di mitigazione del rischio idraulico

Le aree destinate alla realizzazione di opere di mitigazione del rischio idraulico nel territorio di Reggello comprendono le Casse di espansione del fiume Arno di "Leccio" e "Prulli", come individuate nella tavola 15 delle previsioni urbanistiche del nuovo PS; per le relative prescrizioni si rimanda a quanto trattato all'art. 113 - punti a) e b) dello Statuto.

2. REALIZZAZIONE DELLA 3° CORSIA DELL'AUTOSTRADA "A-1" (MILANO-NAPOLI) NEL TRATTO "fi SUD - INCISA/REGGELLO - VALDARNO"

Il tratto della terza corsia dell'autostrada A1, che interessa il territorio comunale di Reggello, è attualmente nella fase di valutazione di impatto ambientale; in relazione a tale infrastruttura sovraordinata, il territorio di Reggello è interessato oltre che dalle relative terze corsie all'interno del corridoio infrastrutturale del tracciato autostradale, anche dall'area su cui sarà realizzato il tratto delle nuove corsie in distacco dalle preesistenti tramite realizzazione di una nuova galleria e di un ponte sul fiume Arno (vedi tavola 15).

3. variante in riva destra della sr 69

Il PS recepisce l'adeguamento del tracciato approvato della SR 69 nel tratto da Ciliegi a Matassino.

4. circonvallazione di leccio

Il PS recepisce il tracciato di circonvallazione alla SR 69 in località Leccio.

5. rotatoria casello autostrada "a1" di incisa/reggello

Il PS recepisce la previsione sovraordinata di una nuova rotatoria all'ingresso del casello autostradale A1 di incisa/Reggello.

6. tracciato della vecchia ferrovia del trenino di vallombrosa

Il PS riporta la previsione del tracciato storico della ferrovia a cremagliera da Sant'Ellero alla frazione di Saltino_Vallombrosa.

7. impianti sciistici

Il PS recepisce la perimetrazione dell'area interessata dall'ubicazione dei preesistenti impianti sciistici posti in località Secchieta-Capanna Grimaldi.

CAPO II SISTEMI TERRITORIALI

Art. 48 Aspetti generali

1. I sistemi territoriali rappresentano gli ambiti omogenei di territorio cartograficamente individuati e definiti in base ai caratteri fisiografici (clima, litologia e forme) e geografici. Essi sono rappresentati nella Tavola 13 UTOE e Sistemi territoriali.

I sistemi territoriali individuati dal PS sono tre, il Sistema Territoriale Montano, il Sistema Territoriale di Collina e il Sistema Territoriale di Pianura.

2. Per ciascuno di essi il PS stabilisce gli obiettivi prestazionali e gli specifici indirizzi e prescrizioni definiti per ciascuna invariante, in coerenza con quanto indicato dalla disciplina generale del PIT e da quella per l'ambito 11, Valdarno Superiore.

3. Ciascun sistema contiene nel suo ambito le UTOE.

Art. 49 Sistema Territoriale Montano

1. Il Sistema Territoriale Montano che coincide con l'UTOE n.1 comprende il sistema insediativo di Vallombrosa e quello a prevalente destinazione turistica di Saltino nel cui perimetro ricadono le due frazioni con carattere funzionale specifico, rientranti il primo nel sistema funzionale della cultura e l'altro, oltre che in quello della cultura anche nel sistema funzionale del turismo. Per esso oltre alla disciplina per le 4 invarianti valgono anche gli specifici indirizzi e prescrizioni contenuti nel PS per i sistemi funzionali, con particolare riferimento a quelle per la cultura e il turismo.

Art. 50 Sistema Territoriale di Collina

1. Il Sistema Territoriale di Collina che coincide con l'UTOE n.2 nella quale ricadono gli insediamenti della fascia collinare e precisamente Tosi, Donnini, Pietrapiana, Cancelli-Poggio ai Giubbiani, San Donato in Fronzano, Reggello-Cascia. Comprende il sistema insediativo policentrico per il quale sono previste specifiche tutele che, con l'individuazione dei perimetri dei territori urbanizzati, ai sensi dell'art. 4 della l.r. 65/2014, evita la saldatura fra i centri, ad eccezione dei sistemi insediativi di Reggello-Cascia, dove tale saldatura è già avvenuta e che costituiscono insieme una nuova centralità per il Capoluogo, snodo principale dal quale si dipartono i sistemi funzionali. Il PS tutela il sistema dei terrazzamenti che caratterizza il territorio rurale e la conformazione geologica delle Balze, vietando interventi che alterino i loro caratteri paesaggistici e ambientali;

Art. 51 Sistema Territoriale di Pianura

1. Il Sistema Territoriale di Pianura che coincide con l'UTOE n.3 comprende gli insediamenti di Vaggio, Montanino, Sant'Ellero, San Clemente, Leccio-Mandò, Ciliegi-Pian di Rona-Ricavo-Prulli-Matassino, contenenti i centri che negli ultimi venti anni si sono sviluppati attuando previsioni di carattere produttivo e commerciale. Essi hanno generato quello che il PIT definisce un "Morfotipo insediativo lineare a dominanza infrastrutturale multimodale", caratterizzato ambientalmente e paesaggisticamente dalla presenza del fiume Arno, il cui corso è parallelo al sistema insediativo, e dalla presenza del fascio infrastrutturale costituito dall' Autostrada A1/E35, SR 69, SP 11 e dalla linea ferroviaria ad alta velocità che hanno creato una barriera i cui effetti devono essere mitigati, in relazione al contesto fluviale e al territorio rurale residuo. Il PS, anche con l'introduzione delle perimetrazioni dei territori urbanizzati, ai sensi dell'art. 4 della l.r. 65/2014, arresta il processo di saldatura fra centri e privilegia la riqualificazione urbanistica ed edilizia delle aree produttive dismesse, stabilisce che il PO valorizzi gli spazi agricoli residui della pianura alluvionale come varchi inedificati, salvaguardando le visuali panoramiche verso il fiume e verso i sistemi collinari, promuovendo l'agricoltura periurbana.

CAPO III IL TERRITORIO RURALE

Art. 52 Disposizioni generali per il territorio rurale

1. E' considerato territorio rurale tutto ciò che è esterno al territorio urbanizzato come definito dall'articolo 4 della l.r. 65/2014 e come individuato negli atti di governo del territorio comunali in conformità al PIT, al PTC e al PTCM.

2. Il PS considera come tessitura agraria l’insieme degli elementi fisici e vegetazionali che compongono il disegno del suolo e del paesaggio agrario, quali le sistemazioni idraulico agrarie, la forma e la dimensione dei campi, la rete scolante e le solcature, le colture arboree, le piante arboree non colturali e le siepi vive, la viabilità campestre. In considerazione dell’alta percentuale di terreno abbandonato o incolto, come riportato nell’allegato alla Relazione “Quadro Conoscitivo del settore agricolo e forestale”, risulta prioritario il recupero degli ex coltivi, in linea con quanto previsto dal Regolamento d’attuazione della l.r. 39/2000 e quello delle Superfici Agricole Utilizzabili, aumentando così il presidio e la gestione del territorio anche livello idrogeologico.

3. Il paesaggio agricolo collinare è caratterizzato dai terrazzamenti in pietra, che accompagnano la coltivazione in prevalenza dell'olivo, su terreni in pendenza. Si tratta di un paesaggio storico che ha il suo fulcro nel periodo lorenese e che deve essere preservato come indicato dalla disciplina delle Invarianti II, III e IV del presente Statuto. A tal fine il PS stabilisce che il PO e gli altri strumenti della pianificazione debbano contenere specifiche disposizioni per:

  • • mantenere, ed ove possibile ripristinare, la maglia agraria originaria ed in generale la rete scolante, limitando la trasformazione dell’uso dei suoli da agricolo ad artificiale e reintroducendo elementi vegetali lineari di diversificazione del paesaggio quali alberature e siepi, anche utilizzando aree non più coltivate, interpoderali o marginali agli ambiti urbanizzati;
  • • evitare ulteriori perdite di habitat (comunità igrofile, arbusteti, canneti);
  • • intervenire sulla qualità dell’agricoltura al fine di ridurre l’uso di fertilizzanti e fitofarmaci per migliorare la qualità dei corpi idrici, parametro fondamentale per garantire la funzionalità ecologica degli ambienti umidi;
  • • introdurre delle fasce fra il territorio rurale e gli insediamenti nelle quali le coltivazioni devono essere effettuate secondo i principi dell’agricoltura biologica o con la lotta integrata al fine di limitare al massimo l’uso di fitofarmaci e pesticidi per la tutela delle acque e della salute umana.

4. Il territorio rurale comprende al suo interno insediamenti a struttura complessa, i nuclei rurali, piccoli insediamenti residenziali ascrivibili alla tipologia morfologica “T.R.12 Piccoli agglomerati isolati extraurbani” contenute dalla disciplina del PIT, insediamenti elementari isolati, storici e recenti. Per essi il PS articola una specifica disciplina al fine di orientare la gestione delle forme del paesaggio agrario in direzione del recupero degli assetti storici propri delle differenti forme del paesaggio rurale che, nel caso di Reggello, corrispondono alle caratteristiche dei Sistemi Territoriali e assicurare la persistenza delle visuali e degli assetti paesistici che storicamente connotano la percezione del territorio. A tal fine il PO deve prevedere specifiche disposizioni contenenti anche forme di incentivazione per l’eliminazione, soprattutto nei contesti paesaggistici di maggiore qualità o comunque più visibili, delle costruzioni precarie e incongrue, la mitigazione di opere edilizie recenti che hanno alterato l’assetto dei luoghi quali la realizzazione di rimesse, cancellate e recinzioni incongrue nonché la sostituzione della vegetazione di arredo impropria. Le disposizioni del PO devono altresì stabilire che tutte le trasformazioni edilizie, urbanistiche ed infrastrutturali, ivi comprese quelle previste dai Programmi Aziendali, siano coerenti con le caratteristiche del contesto e siano ove necessario accompagnate da misure di mitigazione e/o compensazione.

Art. 53 Disposizioni generali per la qualità del territorio rurale

1.Le disposizioni specifiche sono articolate per ciascuna UTOE individuate dal PS di cui successivi articoli e tengono conto delle loro caratteristiche, e dei diversi obiettivi di qualità da conseguire, nel rispetto di quanto indicato dal PIT per l’ambito del Valdarno Superiore relativamente alle modalità colturali e all’edilizia rurale.

Art. 54 Disposizioni per i nuclei rurali

1.Per i nuclei rurali individuati nella Tavola 10 Patrimonio Territoriale del PS valgono le seguenti disposizioni per le quali il PO deve:

  • • procedere all’identificazione cartografica dei nuclei rurali storici e all’individuazione dell’ambito di pertinenza, integrando il Quadro Conoscitivo e perfezionando per questi aspetti l’individuazione delle “zone A” esterne ai centri abitati effettuata dal precedente PS;
  • • procedere alla classificazione puntuale degli edifici storici che costituiscono gli aggregati del precedente alinea e di altri manufatti edilizi di valore storico/testimoniale o di carattere tradizionale presenti nell’ambito di pertinenza;
  • • tutelare l’intorno territoriale ai fini della salvaguardia del valore percettivo e di testimonianza storica culturale degli insediamenti storici di matrice rurale, valorizzando la destinazione agricola e le sistemazioni idrauliche-agrarie di impianto storico delle aree a questo pertinenti;
  • • procedere all’identificazione cartografica della rete dei percorsi e delle infrastrutture storiche per la fruizione del territorio e stabilire per esse regole che ne assicurino la tutela e valorizzazione, compreso l’assetto figurativo delle dotazioni vegetazionali di corredo caratterizzanti la percezione consolidata e gli elementi puntuali quali tabernacoli, targhe ed altri elementi di interesse storico – territoriale;
  • • introdurre specifiche misure per il corretto inserimento progettuale dei nuovi interventi coerenti con le regole insediative storiche, con la conformazione orografica del territorio e con la consistenza dimensionale in rapporto all’insediamento storico esistente e per la mitigazione dell’impatto visivo delle urbanizzazioni recenti.

Art. 55 Disposizioni per gli ambiti periurbani

1. Gli ambiti periurbani identificati dal PS in alcune delle frazioni in fregio ai perimetri del territorio urbanizzato non presentano aspetti agronomici di pregio in quanto si tratta generalmente di tessuti agrari del promiscuo ovvero di aree incolte, aree in attesa di trasformazione, aree dismesse da riqualificare, piccoli boschetti residuali. Sono quindi aree non urbanizzate che pur non presentando elementi di pregio conservano elementi di ruralità che possono essere valorizzati.

2. Per essi il PS stabilisce le seguenti modalità d’uso che il PO deve individuare:

  • • la realizzazione e l’ampliamento degli orti urbani, da incentivare anche attraverso il partenariato con i proprietari dei suoli e coinvolgendo l’associazionismo;
  • • i boschi periurbani da destinare a fini sociali, culturali e didattici nei quali possono essere previsti interventi prevalentemente non produttivi a scopo di migliorare tali funzioni oltre a quelli di controllo e prevenzione da incendi boschivi ed in genere di igiene pubblica, in accordo alla normativa di settore L.R. 39/00 e suo regolamento attuativo DPGR 48/r/2003;
  • • il recupero della capacità produttiva dei terreni ed in modo particolare degli oliveti attraverso operazioni di rinfittimento o rimpiazzi nelle fallanze, il tutto finalizzato ad un aumento della produttività che consenta il mantenimento dell’attività agricola;
  • • l’utilizzo per attività sportive che non comportano l’alterazione dei suoli e non riducono i caratteri di ruralità del contesto;
  • • per il tempo libero, per la didattica e più in generale per la riqualificazione ambientale delle aree intorno agli insediamenti.

3. E’ previsto il ripristino della viabilità minore esistente, per incrementarne la fruibilità pubblica e per incrementare il sistema della mobilità lenta in direzione del territorio agricolo.

4. Nel caso di terreni di proprietà di aziende agricole interessati da Programmi Aziendali approvati le previsioni in essi contenuti prevalgono.

5. Il P.O. potrà nelle opportune scale di dettaglio, apportare modifiche ai perimetri individuati dal P.S.

CAPO IV IL sistema insediativo

Art. 56 Il sistema insediativo-obiettivi generali

1. Il PSI riconosce nel ruolo assunto dai diversi centri, sistemi insediativi, la campagna abitata e quella urbanizzata, e i piccoli agglomerati isolati extraurbani la funzione di mantenimento dell’equilibrio insediativo, per garantire agli abitanti ed ai fruitori del territorio un’elevata qualità dell’ambiente di vita e di lavoro ed efficienti dotazioni urbane e territoriali si perseguono i seguenti obiettivi:

1) Insediamenti collinari e montani

  • - il consolidamento della funzione di presidio abitativo assicurata dai centri e dai nuclei esistenti;
  • - il recupero e la valorizzazione dei centri storici come individuati nelle Tavole 10 e 14;
  • - il controllo dei margini degli insediamenti pedecollinari anche a carattere produttivo;
  • - il riordino delle aree di pertinenza dell’edificato anche mediante l’incentivazione degli interventi di sostituzione edilizia di manufatti precari o contrastanti con il contesto ambientale;
  • - la permanenza ed il consolidamento di essenziali strutture di servizio come attività commerciali al dettaglio e pubblici esercizi;
  • - definizione e potenziamento del sistema turistico-ricettivo;

2) Insediamenti di pianura e del fondovalle

  • - la protezione dei corsi d’acqua mediante l’individuazione di un sistema di aree a verde;
  • - la tutela e la valorizzazione delle risorse culturali e ambientali indicate, descritte e disciplinate nello Statuto dei Luoghi;
  • - la riqualificazione delle aree destrutturate e/o degradate mediante interventi di ristrutturazione urbanistica;
  • - l’allontanamento di attività industriali incompatibili con il contesto ambientale e la predisposizione di aree attrezzate per soddisfare il fabbisogno di nuovi insediamenti;
  • - il rafforzamento dei poli urbani esistenti e la creazione di nuovi punti di aggregazione e riqualificazione degli insediamenti, concentrazione in tali luoghi di impianti ed attrezzature di interesse generale;
  • - il potenziamento del sistema delle attività terziarie;
  • - il potenziamento delle dotazioni di attrezzature e di spazi di uso pubblico, soprattutto nei centri minori, oltre i minimi degli standards urbanistici;
  • - la equilibrata distribuzione dei servizi di interesse collettivo finalizzata alla riduzione delle esigenze di mobilità ed alla programmazione dei tempi della città;
  • - la disciplina delle aree libere interstiziali, contigue all’edificato, dove permangono marginali attività agricole e che debbono rimanere libere per poter svolgere una funzione di relazione fra l’ambiente extraurbano e gli insediamenti.

CAPO V LE UNITA’ TERRITORIALI ORGANICHE ELEMENTARI (UTOE)

Art. 57 Aspetti generali

1. Le UTOE costituiscono le articolazioni e la suddivisione elementare del territorio comunale. Esse assicurano l’equilibrata distribuzione delle dotazioni insediative, funzionali, infrastrutturali e dei servizi necessarie alla qualità dello sviluppo territoriale. Il PS individua le UTOE in base ai caratteri ambientali, territoriali ed insediativi, graficizzandole nella Tavola 13 UTOE e sistemi territoriali. Le UTOE coincidono con i Sistemi Territoriali.

2. Le UTOE sono intese quali ambiti di programmazione per il perseguimento della strategia integrata dello sviluppo sostenibile, per la determinazione delle dimensioni massime sostenibili dei nuovi insediamenti e delle nuove funzioni, per la distribuzione dei servizi e delle dotazioni estese al territorio intercomunale.

3. La Disciplina delle UTOE definisce specifiche azioni strategiche riferite al territorio rurale, al sistema insediativo, al sistema infrastrutturale e definisce, altresì, il dimensionamento e la dotazione di spazi pubblici del sistema insediativo.

Art. 58.1 Disposizioni per il territorio rurale

1.Nel territorio rurale dell’UTOE 1 è necessario ostacolare i processi di frammentazione fondiaria e, nel caso di deruralizzazioni, i confini devono seguire i limiti naturali evitando il ricorso a recinzioni per mantenere la continuità delle aree di pertinenza dei fabbricati con il territorio rurale aperto, mantenere in efficiente stato di manutenzione la rete scolante superficiale, mantenere la copertura vegetale permanente sulle aree coltivate con pendenze maggiori del 30%, prevedere il mantenimento e/o incremento delle formazioni vegetali non produttive (formazioni riparali, siepi, alberature isolate e macchie di bosco) e prevedere il recupero e mantenimento degli edifici rurali. Gli interventi nelle aree boscate dovranno essere in accordo alla normativa di settore L.R. 39/00 e suo regolamento attuativo DPGR 48/r/2003.

2. Sono obiettivi del PSI del territorio rurale dell’UTOE 1:

  • - la salvaguardia e la riqualificazione paesaggistica delle visuali e dei percorsi panoramici, mediante la conservazione dei rapporti visivi e dei coni di visuale, per la fruibilità del panorama e con la rimozione o mitigazione dei fattori di degrado visivo;
  • - la salvaguardia e la qualificazione delle aree rurali, delle aree boscate e dei corsi d’acqua che possono svolgere funzioni di collegamento ecologico tra la montagna e la pianura;
  • - promozione e valorizzazione dell’agricoltura tradizionale come presidio paesaggistico, mediante la promozione delle piccole produzioni di qualità, anche part-time, delle attività connesse e integrative della conduzione dei fondi;
  • - la valorizzazione dell’agricoltura eseguita con tecniche da agricoltura Integrata, Biologica e Biodinamica, integrandola con tutti gli ambiti dell'economia locale, attraverso una pianificazione integrata;
  • - evitare i processi di frammentazione fondiaria favorendo la coesione e la partecipazione degli attori della filiera agricola a preservando l'ambito territoriale mediante uso di tecniche agronomiche condivise, servizi e strutture centralizzati ubicati preferibilmente nelle aree edificate urbane;
  • - la valorizzazione e promozione della fruizione turistico ambientale del sistema montano;
  • - favorire la permanenza della popolazione insediata, al fine di preservare il presidio dei territori montani;
  • - la tutela e la valorizzazione della rete di viabilità minore, il suo corredo arboreo, le siepi e i manufatti di valenza storico-testimoniale;.
  • - disciplinare l'uso e la trasformazione del patrimonio edilizio rurale

3. Sono indirizzi del PS per il PO riferiti al territorio rurale dell’UTOE 1:

  • - l’ubicazione dei nuovi interventi edilizi dovranno essere previsti solo in prossimità dei nuclei poderali esistenti e nel rispetto della viabilità territoriale e poderale esistente, con opere edilizie che non contrastino con le proprietà tipologiche e morfologiche dell’edilizia rurale, costituite da nuclei poderali compatti, coperti a falde, con limitati manufatti esterni quali portici, loggiati e scale;
  • - la riqualificazione, il riuso e la valorizzazione in chiave multifunzionale (abitativa, produttiva, di servizio e ospitalità) del patrimonio abitativo esistente, sviluppando forme di integrazione con le attività agro - silvo - pastorali;
  • - la costruzione dei nuovi edifici rurali lontani dai nuclei storici al fine di preservare il valore storico testimoniale ricorrendo a tipologie edilizie e uso di materiali tradizionali o con il ricorso alla bioarchitettura;
  • - dimensioni delle nuove abitazioni rurali commisurate alle esigenze dell’imprenditore agricolo e della sua famiglia secondo le modalità indicate dalla l.r. 65/2014;
  • - la predisposizione di accorgimenti necessari, quali la collocazione di siepi e alberature, volti a mitigare le nuove costruzioni;
  • - il potenziamento dell’offerta di servizi alle persone e alle aziende agricole.
  • - Per gli aspetti colturali il PO deve contenere specifiche regole che prescrivano:
  • - la conservazione delle corone o fasce di coltivi d’impronta tradizionale poste attorno ai nuclei storici;
  • - la valorizzazione delle aziende che utilizzano metodi di coltivazione biologica e biodinamica anche attraverso la creazione di una strategia di incentivi;
  • - la multifunzionalità dei boschi, valorizzandone gli aspetti ambientali, quelli turistico/ricreativi e didattici nonché di fruibilità e di accessibilità oltre che quelli produttivi, anche attraverso la creazione di una strategia di incentivi;
  • - il contrasto agli abbandoni colturali.

4. Per gli insediamenti residenziali in zona agricola valgono le indicazioni relative alla tipologia morfologica “T.R.12. Piccoli agglomerati isolati extraurbani” contenute dalla disciplina del PIT cui gli insediamenti sono ascrivibili. Il PO, al fine di non consentire ulteriori espansioni dell’insediamento inserito nel contesto rurale e arrestare il processo di dispersione insediativa con il blocco del consumo di suolo agricolo deve prevedere i seguenti interventi:

  • - dotare l’insediamento di spazi pubblici e servizi nel rispetto dei caratteri paesaggistici e produttivi della ruralità;
  • - sviluppare progetti di riqualificazione dei margini urbani, integrati tra attività urbane e rurali, che sia da un lato elemento riqualificante per la forma e le funzioni (attrezzature) urbane e dall’altro elemento di mediazione nel passaggio tra città e campagna.

5.Per gli edifici residenziali esistenti nel territorio rurale, purché non assoggettati a vincoli di tutela storica da parte del MIBAC o dalla classificazione degli strumenti urbanistici comunali il PO, per incentivarne il recupero, stabilisce in relazione ai caratteri tipologici e dimensionali, le possibilità di ampliamento di ciascuna unità immobiliare fino al massimo del 20 per cento della superficie edificabile.

Art. 58.2 Disposizioni per il territorio urbanizzato

Art. 58.2.1 – disposizioni per l’Insediamento a carattere turistico di Saltino – N.1

1.L’insediamento a carattere turistico del Saltino, composto dal nucleo degli alberghi ottocenteschi, da ville private storiche, abitazioni e alberghi recenti, appartiene al morfotipo “T.P.S. 4 Tessuto a piattaforme residenziali e turistico-ricettive” del PIT.

2. Sono indirizzi del PS per il PO riferiti all’insediamento turistico di Saltino appartenente all’UTOE 1:

  • - aggiornamento e completamento della classificazione degli edifici storici che presentano elementi di elevato valore storico/testimoniale secondo la perimetrazione indicata dal PS e corrispondente al vincolo di tutela di beni storico/artistici da parte del MIBAC, integrando tale classificazione con l’individuazione degli ulteriori elementi da tutelare quali edifici di servizio, giardini storici, percorsi storici e di tutti gli altri elementi che presentano valori storico/ambientali;
  • - favorire interventi prioritariamente indirizzati alla tutela e salvaguardia del patrimonio storico-architettonico e paesaggistico presente, mediante opere di riqualificazione e integrazione delle strutture recettive con possibilità di adeguamento e potenziamento della ricettività e delle attrezzature sportive e di servizio, a condizione che venga elevata la qualità delle prestazioni alberghiere e in generale della ricettività;
  • - miglioramento dell’accessibilità al sistema urbano con la creazione di una rete della mobilità lenta;
  • - ricorso a modelli di recupero che favoriscano forme di “albergo diffuso”, accompagnando tale progetto con infrastrutture a rete che consentano la fruizione dei luoghi di interesse turistico;
  • - costituzione di un centro commerciale naturale e un mercatale per la vendita e la valorizzazione delle produzioni tipiche a chilometro zero e di punti vendita-vetrina delle produzioni;
  • - adeguamento e il potenziamento delle strutture ricettive che non possono interessare aree naturali di pregio, salvo il recupero di strutture storiche;
  • - identificazione cartografica della rete dei percorsi e delle infrastrutture storiche per la fruizione del territorio e regole che ne assicurino la tutela e valorizzazione, compreso l’assetto figurativo delle dotazioni vegetazionali di corredo caratterizzanti la percezione consolidata, gli elementi puntuali quali ponti, cappelle, tabernacoli, targhe;
  • - il ripristino della ferrovia a cremagliera secondo le indicazioni contenute nel PIT, nell’ambito del potenziamento dell’accessibilità all’insediamento e allo sviluppo di forme di mobilità lenta e sostenibile con i caratteri ambientali del luogo.

3. L’insediamento del Saltino deve contenere gli interventi di adeguamento all’interno delle perimetrazioni del territorio urbanizzato così come individuate dal PS ai sensi dell’art. 4 della l.r. 65/2014.

Art. 59.1 Disposizioni per il territorio rurale

1.Nel territorio rurale dell’UTOE 2 è necessario ostacolare i processi di frammentazione fondiaria favorendo la coesione e la partecipazione degli attori della filiera agricola e preservando l’ambito territoriale mediante uso di tecniche agronomiche condivise, servizi e strutture centralizzati ubicati preferibilmente in prossimità delle aree edificate urbane. E’ necessario salvaguardare gli assetti agricoli esistenti favorendo il mantenimento della biodiversità e offrire, con adeguate misure sul territorio comunale di carattere ambientale, la possibilità agli agricoltori di aderire a forme di certificazione collettiva delle proprie produzioni. Il PS vuole inoltre favorire e valorizzare l’agricoltura eseguita con tecniche da agricoltura Integrata, Biologica e Biodinamica, integrandola con tutti gli ambiti dell’economia locale, attraverso una pianificazione realizzata secondo un approccio bottom up. Creando un “luogo” di confronto in cui possono essere valorizzate le peculiarità locali e in cui le produzioni di beni e di servizi agricoli ma anche la cultura, la tradizione e le risorse naturali e paesaggistiche diventano i fattori di uno sviluppo concertato e sostenibile. Gli interventi nelle aree boscate dovranno essere in accordo alla normativa di settore L.R. 39/00 e suo regolamento attuativo DPGR 48/r/2003.

2. Sono obiettivi del PSI del territorio rurale dell’UTOE 2:

  • - tutela e valorizzazione dei geotopi, in particolare di valore monumentale;
  • - mantenimento ed estensione delle copertura vegetale delle colline argillose;
  • - tutela dell'intero processo evolutivo naturale. La tutela comporta il controllo della possibile accelerazione dei fenomeni erosivi e gravitativi delle balze connessi al cattivo o anomalo deflusso delle acque di superficie provenienti dal sovrastante altopiano e dal sistema agricolo di crinale.
  • - Compressione delle modificazioni antropiche, che possono interagire negativamente nei confronti dei fenomeni geomorfologici di cui al precedente punto ivi compresi, dove necessario, il taglio del bosco, l’apertura di strade anche aziendali a fondo naturale, movimenti di terra.
  • - l’incentivazione alla permanenza della struttura agraria tradizionale quale elemento qualificante dal punto di vista funzionale e percettivo;
  • - favorire, nell’ambito delle aree prossime ai centri abitati ed ai maggiori aggregati che si distinguono per i processi di destrutturazione, tipici della frangia urbana, con commistione di funzioni e forte frammentazione fondiaria, una specifica disciplina di riqualificazione ambientale, finalizzata al recupero delle permanenze del paesaggio agrario tradizionale, al riordino degli insediamenti e delle aree di pertinenza, della viabilità e degli annessi;
  • - la valorizzazione dell’agricoltura eseguita con tecniche da agricoltura Integrata, Biologica e Biodinamica, integrandola con tutti gli ambiti dell'economia locale, attraverso una pianificazione integrata;
  • - evitare i processi di frammentazione fondiaria favorendo la coesione e la partecipazione degli attori della filiera agricola a preservando l'ambito territoriale mediante uso di tecniche agronomiche condivise, servizi e strutture centralizzati ubicati preferibilmente nelle aree edificate urbane;
  • - favorire la gerarchizzazione e conseguente limitazione delle criticità esistenti nella rete viaria;
  • - favorire la tutela e valorizzazione dei valori storico-culturali-paesaggistico ambientali comprese le modalità insediative tradizionali;
  • - disciplinare l'uso e la trasformazione del patrimonio edilizio rurale

3. Sono indirizzi del PS per il PO riferiti al territorio rurale dell’UTOE 2:

  • - nel caso di deruralizzazioni, i confini devono seguire i limiti naturali;
  • - il mantenimento in efficiente stato di manutenzione delle sistemazioni idraulico-agrarie a carattere permanente esistenti e la realizzazione di sistemi che consentano di raccogliere l’acqua piovana per poterla riutilizzare nei periodi di minor piovosità, al fine di tutelare il più possibile la risorsa di falda, anche attraverso forme di premio/incentivo;
  • - per la protezione dei punti di sosta di interesse panoramico il divieto di realizzazione di barriere visive di qualunque tipo;
  • - il mantenimento della rete di viabilità minore, il suo corredo arboreo, le siepi e i manufatti di valenza storico-testimoniale;
  • - la gestione forestale sostenibile delle matrici forestali individuate nell’analisi degli ecosistemi e il recupero dei castagneti da frutto;
  • -il divieto di abbattimento degli alberi monumentali;
  • - la valorizzazione delle aziende che utilizzano metodi di coltivazione biologica e biodinamica anche attraverso la creazione di una strategia di incentivi.

Per gli aspetti edilizi il PO deve contenere specifiche regole che prescrivano:

  • - l’ubicazione dei nuovi interventi edilizi solo in prossimità dei nuclei poderali esistenti e nel rispetto della viabilità territoriale e poderale esistente, con opere edilizie che non contrastino con le proprietà tipologiche e morfologiche dell’edilizia rurale, costituite da nuclei poderali compatti, coperti a falde, con limitati manufatti esterni quali portici, loggiati e scale;
  • - la costruzione dei nuovi edifici rurali lontani dai nuclei storici al fine di preservare il valore storico testimoniale ricorrendo a tipologie edilizie e uso di materiali tradizionali o con il ricorso alla bioarchitettura;
  • - dimensioni delle nuove abitazioni rurali commisurate alle esigenze dell’imprenditore agricolo e della sua famiglia secondo le modalità indicate dalla l.r. 65/2014;
  • - la predisposizione di accorgimenti necessari, quali la collocazione di siepi e alberature, volti a mitigare le nuove costruzioni.

4. Per gli insediamenti residenziali in zona agricola valgono le indicazioni relative alla tipologia morfologica “T.R.12. Piccoli agglomerati isolati extraurbani” contenute nella disciplina del PIT cui gli insediamenti sono ascrivibili. Il PO, al fine di non consentire ulteriori espansioni dell’insediamento inserito nel contesto rurale e arrestare il processo di dispersione insediativa con blocco del consumo di suolo agricolo deve prevedere i seguenti interventi:

  • - dotare l’insediamento di spazi pubblici e servizi nel rispetto dei caratteri paesaggistici e produttivi della ruralità;
  • - sviluppare progetti di riqualificazione dei margini urbani, integrati tra attività urbane e rurali, che sia da un lato elemento riqualificante per la forma e le funzioni (attrezzature) urbane e dall’altro elemento di mediazione nel passaggio tra città e campagna.

5.Per gli edifici residenziali esistenti nel territorio rurale, purché non assoggettati a vincoli di tutela storica da parte del MIBAC o dalla classificazione degli strumenti urbanistici comunali il PO, per incentivarne il recupero, stabilisce in relazione ai caratteri tipologici e dimensionali, le possibilità di ampliamento di ciascuna unità immobiliare fino al massimo del 20 per cento della superficie edificabile.

6. Per la frazione in territorio rurale di La Canova valgono le indicazioni relative alla tipologia morfologica “T.R.12. Piccoli agglomerati isolati extraurbani” contenute nella disciplina del PIT cui l’insediamento è ascrivibile. Il PO, al fine di non consentire ulteriori espansioni del piccolo nucleo insediativo inserito nel contesto rurale e arrestare il processo di dispersione insediativa con blocco del consumo di suolo agricolo, deve prevedere i seguenti interventi:

  • - dotare l’insediamento di spazi pubblici e servizi nel rispetto dei caratteri paesaggistici e produttivi della ruralità.
  • - sviluppare progetti di riqualificazione dei margini urbani, integrati tra attività urbane e rurali, che sia da un lato elemento riqualificante per la forma e le funzioni (attrezzature) urbane e dall’altro elemento di mediazione nel passaggio tra città e campagna.

7. Gli insediamenti produttivi esistenti con destinazione d’uso non agricola presenti nel territorio rurale conservano la loro funzione fino alla cessazione dell’attività. Ad essi si applicano le disposizioni contenute nell’art. 79 l.r. 65/2014 e il PO deve stabilire le modalità per la realizzazione delle addizioni volumetriche agli edifici esistenti.

8. Per gli insediamenti sportivi esistenti nel territorio rurale sono ammessi, oltre agli interventi previsti dai commi 1, 2 e 3 dell’art. 79 della l.r. 65/2014, incrementi dell’esistente per adeguamenti funzionali che dovranno essere dimensionati dal PO.

9.Per le strutture ricettive presenti nel territorio rurale sono ammessi oltre agli interventi previsti dai commi 1, 2 e 3 dell’art. 79 della l.r. 65/2014, incrementi dell’esistente per adeguamenti funzionali che dovranno essere dimensionati dal PO, purché gli edifici non siano assoggettati a vincoli di tutela storica da parte del MIBAC o dalla classificazione degli strumenti urbanistici comunali.

10.Per l’impianto sportivo di Donnini, previsto negli strumenti urbanistici vigenti e nel quale sono state già realizzate opere di urbanizzazione, è possibile attuarne il completamento.

11. I Programmi di Miglioramento Agricolo Aziendale devono prevedere:

  • - il mantenimento della copertura vegetale permanente sulle aree con pendenze maggiori del 30% finalizzata alla salvaguardia della stabilità dei versanti, salvo usi agronomici adeguati e /o il miglioramento delle sistemazioni idraulico agrarie e della rete scolante;
  • - il mantenimento e/o incremento delle formazioni vegetali non produttive in particolare negli impluvi (formazioni riparali, siepi, alberature isolate e macchie di bosco;
  • - l’infittimento degli oliveti, finalizzato ad un aumento della produttività;
  • - il mantenimento, anche attraverso adeguati sostegni economici, dei tessuti coltivati d’impronta tradizionale e delle relative sistemazioni, con particolare riferimento a quelli posti attorno ai nuclei storici e lungo la viabilità storica;
  • - la tutela della struttura insediativa storica costituita dai nuclei storici e dalla relativa viabilità, con particolare riferimento alla collana di centri di mezza costa disposti lungo la Cassia Vetus o Via dei Sette Ponti, preservandone l’integrità morfologica e le visuali panoramiche da e verso tali insediamenti ed evitando urbanizzazioni diffuse e saldature lungo la viabilità di crinale e di mezza costa.
  • - una limitata impermeabilizzazione di superfici strategiche per l’assorbimento dei deflussi e la ricarica degli acquiferi, localizzate prevalentemente nel sistema del Margine.

Art. 59.2 Disposizioni per il territorio urbanizzato

Art. 59.2.1 – disposizioni per l’Insediamento di Tosi- N.2

1. La perimetrazione della frazione ai sensi dell’art. 4 della l.r.65/2014 contiene al suo interno il nucleo storico originario comprendente la Chiesa di Sant’Andrea

2. L’insediamento è ascrivibile alla tipologia morfologica “T.R.6 Tessuto a tipologie miste” nell’ambito delle definizioni dei morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee del PIT.

3. Sono indirizzi del PS per il PO riferiti al sistema insediativo di Tosi appartenente all’UTOE 2:

  • - prevedere l’aggiornamento e completamento della classificazione degli edifici storici al fine di assicurarne la tutela dei valori storico/architettonici e testimoniali.
  • - contenere una specifica disciplina finalizzata all’uso e valorizzazione del Bosco Parco.
  • - ridefinire la struttura “ordinatrice” ed il ruolo degli spazi pubblici e del connettivo aumentandone la dotazione e la qualità;
  • - migliorare l’accessibilità del sistema urbano con la creazione di una rete della mobilità lenta;
  • - riprogettare il margine urbano con interventi di mitigazione paesaggistica (costruire permeabilità tra spazio urbano e aperto, migliorare i fronti urbani verso lo spazio agricolo, progettare percorsi di connessione/attraversamento, collocare fasce alberate);
  • - attuare strategie per il potenziamento delle attività produttivo/artigianali e sviluppo di attività per la loro valorizzazione;
  • - sostituire gli edifici produttivi dismessi con edifici utili ad ospitare funzioni civiche o destinate alla collettività o funzioni ambientali;
  • - incentivare il superamento dei fenomeni di degrado urbanistico ed architettonico attivando occasioni per rivalutare il patrimonio edilizio contemporaneo con strategie mirate alla densificazione del tessuto urbano;
  • - ricorrere a modelli di recupero che favoriscano forme di “albergo diffuso”, accompagnando tale progetto con infrastrutture a rete che consentano la fruizione dei luoghi di interesse turistico;
  • - prevedere la costituzione di un centro commerciale naturale e un mercatale per la vendita e la valorizzazione delle produzioni tipiche a chilometro zero;
  • - favorire la depermeabilizzazione della superficie asfaltata;
  • - attuare strategie di rilocalizzazione della attività produttive incompatibili in aree dedicate alla produzione (APEA).

Art. 59.2.2 – disposizioni per l’Insediamento di Donnini- N.3

1. La perimetrazione del centro abitato, ai sensi dell’art. 4 della l.r.65/2014, comprende anche l’invaso artificiale di proprietà dell’Amministrazione comunale in quanto facente parte della struttura urbana e caratterizzante paesaggisticamente la frazione.

2. L’insediamento è ascrivibile alla tipologia morfologica “T.R.6 Tessuto a tipologie miste” nell’ambito delle definizioni dei morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee del PIT.

3. Sono indirizzi del PS per il PO riferiti al sistema insediativo di Donnini appartenente all’UTOE 2:

  • - ridefinire la struttura “ordinatrice” ed il ruolo degli spazi pubblici e del connettivo aumentandone la dotazione e la qualità;
  • - riprogettare il margine urbano con interventi di mitigazione paesaggistica (costruire permeabilità tra spazio urbano e aperto, migliorare i fronti urbani verso lo spazio agricolo, progettare percorsi di connessione/attraversamento, collocare fasce alberate);
  • - migliorare l’accessibilità del sistema urbano con la creazione di una rete della mobilità lenta;
  • - attuare strategie per il potenziamento delle attività produttivo/artigianali esistenti e sviluppo di attività per la loro valorizzazione;
  • - incentivare il superamento dei fenomeni di degrado urbanistico ed architettonico attivando occasioni per rivalutare il patrimonio edilizio contemporaneo con strategie mirate alla riqualificazione del margine urbano;
  • - valorizzare il parco urbano di proprietà comunale;
  • - migliorare il margine a valle dell’edificato associato alla definizione di una nuova viabilità di collegamento in sintonia con le strategie della conferenza di copianificazione di cui al successivo art.65;
  • - prevedere interventi mirati alla rigenerazione urbana, da attuare nelle aree appositamente indicate nella tav.13 e secondo quanto disposto al successivo art.64
  • - ricorrere a modelli di recupero che favoriscano forme di “albergo diffuso”, accompagnando tale progetto con infrastrutture a rete che consentano la fruizione dei luoghi di interesse turistico;
  • - prevedere la costituzione di un centro commerciale naturale e un mercatale per la vendita e la valorizzazione delle produzioni tipiche a chilometro zero;
  • - favorire la depermeabilizzazione della superficie asfaltata.
  • - Prevedere una specifica disciplina finalizzata all’uso e valorizzazione del laghetto post a sud dell’abitato

Art. 59.2.3 – disposizioni per gli Insediamenti di Cancelli-Poggio ai Giubbani- N.4

1. Le due frazioni sono state oggetto di specifica perimetrazione ai sensi dell’art. 4 della l.r.65/2014.

2. L’insediamento è ascrivibile alla tipologia morfologica “T.R.6 Tessuto a tipologie miste” nell’ambito delle definizioni dei morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee del PIT.

3. Sono indirizzi del PS per il PO riferiti ai sistemi insediativi di Cancelli-Poggio ai Giubbani appartenenti all’UTOE 2:

  • - ridefinire la struttura “ordinatrice” ed il ruolo degli spazi pubblici e del connettivo aumentandone la dotazione e la qualità;
  • - riprogettare il margine urbano con interventi di mitigazione paesaggistica (costruire permeabilità tra spazio urbano e aperto, migliorare i fronti urbani verso lo spazio agricolo, progettare percorsi di connessione/attraversamento, collocare fasce alberate);
  • - migliorare l’accessibilità del sistema urbano con la creazione di una rete della mobilità lenta;
  • - incentivare il superamento dei fenomeni di degrado urbanistico ed architettonico attivando occasioni per rivalutare il patrimonio edilizio contemporaneo con strategie mirate alla densificazione del tessuto urbano, contemperandole ambientalmente con la presenza del torrente Chiesimone;
  • - ricorrere a modelli di recupero che favoriscano forme di “albergo diffuso”, accompagnando tale progetto con infrastrutture a rete che consentano la fruizione dei luoghi di interesse turistico;
  • - prevedere la costituzione di un centro commerciale naturale e un mercatale per la vendita e la valorizzazione delle produzioni tipiche a chilometro zero;
  • - favorire la depermeabilizzazione della superficie asfaltata.

Art. 59.2.4 – disposizioni per l’Insediamento di Pietrapiana- N.5

1. La perimetrazione della frazione ai sensi dell’art. 4 della l.r.65/2014 esclude il nucleo storico originario comprendente la Chiesa di Sant’Agata, essendo lo stesso al margine dell’abitato pur costituendone comunque l’elemento maggiormente caratterizzante oltre che di valore architettonico e paesaggistico. Per esso il PO deve procedere all’aggiornamento e completamento della classificazione degli edifici storici al fine di assicurarne la tutela dei valori storico/architettonici e testimoniali.

2. L’insediamento è ascrivibile alla tipologia morfologica “T.R.6 Tessuto a tipologie miste”

3. Sono indirizzi del PS per il PO riferiti al sistema insediativo di Pietrapiana appartenente all’UTOE 2:

  • - ridefinire la struttura “ordinatrice” ed il ruolo degli spazi pubblici e del connettivo aumentandone la dotazione e la qualità;
  • - migliorare l’accessibilità del sistema urbano con la creazione di una rete della mobilità lenta;
  • - riprogettare il margine urbano con interventi di mitigazione paesaggistica (costruire permeabilità tra spazio urbano e aperto, migliorare i fronti urbani verso lo spazio agricolo, progettare percorsi di connessione/attraversamento, collocare fasce alberate);
  • - incentivare il superamento dei fenomeni di degrado urbanistico ed architettonico attivando occasioni per rivalutare il patrimonio edilizio contemporaneo con strategie mirate alla densificazione del tessuto urbano;
  • - ricorrere a modelli di recupero che favoriscano forme di “albergo diffuso”, accompagnando tale progetto con infrastrutture a rete che consentano la fruizione dei luoghi di interesse turistico;
  • - attuare strategie per il potenziamento delle attività produttivo/artigianali e sviluppo di attività per la loro valorizzazione;
  • - prevedere la costituzione di un centro commerciale naturale e un mercatale per la vendita e la valorizzazione delle produzioni tipiche a chilometro zero;
  • - favorire la depermeabilizzazione della superficie asfaltata.

Art. 59.2.5 – disposizioni per l’Insediamento di San Donato in Fronzano- N.6

1. La perimetrazione della frazione ai sensi dell’art. 4 della l.r.65/2014 contiene al suo interno il nucleo storico originario della Chiesa di San Donato. Per esso il PO deve procedere all’aggiornamento e completamento della classificazione degli edifici storici al fine di assicurarne la tutela dei valori storico/architettonici e testimoniali.

2. L’insediamento è ascrivibile alla tipologia morfologica “T.R.6 Tessuto a tipologie miste” nell’ambito delle definizioni dei morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee del PIT.

3. Sono indirizzi del PS per il PO riferiti al sistema insediativo di San Donato in Fronzano appartenente all’UTOE 2:

  • - ridefinire la struttura “ordinatrice” ed il ruolo degli spazi pubblici e del connettivo aumentandone la dotazione e la qualità;
  • - migliorare l’accessibilità del sistema urbano con la creazione di una rete della mobilità lenta;
  • - riprogettare il margine urbano con interventi di mitigazione paesaggistica (costruire permeabilità tra spazio urbano e aperto, migliorare i fronti urbani verso lo spazio agricolo, progettare percorsi di connessione/attraversamento, collocare fasce alberate);
  • - sostituire gli edifici produttivi dismessi con edifici utili ad ospitare funzioni civiche o destinate alla collettività o funzioni ambientali;
  • - incentivare il superamento dei fenomeni di degrado urbanistico ed architettonico attivando occasioni per rivalutare il patrimonio edilizio contemporaneo con strategie mirate alla densificazione del tessuto urbano;
  • - ricorrere a modelli di recupero che favoriscano forme di “albergo diffuso”, accompagnando tale progetto con infrastrutture a rete che consentano la fruizione dei luoghi di interesse turistico;
  • - prevedere la costituzione di un centro commerciale naturale e un mercatale per la vendita e la valorizzazione delle produzioni tipiche a chilometro zero;
  • - favorire la depermeabilizzazione della superficie asfaltata;
  • - attuare strategie per il potenziamento dell’insediamento produttivo/artigianale del settore alimentare e sviluppo di attività per la loro valorizzazione.

Art. 59.2.6 – disposizioni per l’Insediamento di Reggello-Cascia- N.7

1. L’UTOE comprende oltre al Capoluogo, Reggello, la frazione di Cascia che con l’attuazione delle previsioni del precedente PS ha di fatto saldato due realtà urbane costituendone una unica che comprende nella sua parte centrale importanti attrezzature pubbliche. La perimetrazione ai sensi dell’art. 4 della l.r.65/2014, ricomprende al suo interno i nuclei storici originari costituitisi intorno alla Pieve di San Pietro a Cascia, di San Michele a Caselli e di San Iacopo a Reggello. Per essi il PO deve procedere all’aggiornamento e completamento della classificazione degli edifici storici al fine di assicurarne la tutela dei valori storico/architettonici e testimoniali.

2. L’insediamento è ascrivibile alla tipologia morfologica “T.R.6 Tessuto a tipologie miste” nell’ambito delle definizioni dei morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee del PIT.

3. Sono indirizzi del PS per il PO riferiti al sistema insediativo di Reggello-Cascia appartenente all’UTOE 2:

  • - ridefinire la struttura “ordinatrice” ed il ruolo degli spazi pubblici e del connettivo aumentandone la dotazione e la qualità;
  • - migliorare l’accessibilità del sistema urbano con la creazione di una rete della mobilità lenta;
  • - riprogettare il margine urbano con interventi di mitigazione paesaggistica (costruire permeabilità tra spazio urbano e aperto, migliorare i fronti urbani verso lo spazio agricolo, progettare percorsi di connessione/attraversamento, collocare fasce alberate);
  • - attuare strategie per il potenziamento delle attività produttivo/artigianali e sviluppo di attività per la loro valorizzazione;
  • - sostituire gli edifici produttivi dismessi con edifici utili ad ospitare funzioni civiche o destinate alla collettività o funzioni ambientali;
  • - incentivare il superamento dei fenomeni di degrado urbanistico ed architettonico attivando occasioni per rivalutare il patrimonio edilizio contemporaneo con strategie mirate alla densificazione del tessuto urbano;
  • - ricorrere a modelli di recupero che favoriscano forme di “albergo diffuso”, accompagnando tale progetto con infrastrutture a rete che consentano la fruizione dei luoghi di interesse turistico;
  • - prevedere la costituzione di un centro commerciale naturale e un mercatale per la vendita e la valorizzazione delle produzioni tipiche a chilometro zero;
  • - favorire la depermeabilizzazione della superficie asfaltata;
  • - prevedere interventi mirati alla rigenerazione urbana, da attuare nelle aree appositamente indicate nella tav.13 e secondo quanto disposto al successivo art.64
  • - attuare strategie di rilocalizzazione della attività produttive incompatibili in aree dedicate alla produzione (APEA);

4. Per il sistema insediativo di Reggello-Cascia il PS stabilisce la presenza di massimo due nuove medie strutture di vendita ai sensi della l.r. 62/2018 e smi.

Art. 60.1 Disposizioni per il territorio rurale

1.Nel territorio rurale dell’UTOE 3 è necessario ostacolare i processi di frammentazione fondiaria e, nel caso di deruralizzazioni, i confini devono seguire i limiti naturali evitando il ricorso a recinzioni per mantenere la continuità delle aree di pertinenza dei fabbricati con il territorio rurale aperto, mantenere in efficiente stato di manutenzione la rete scolante superficiale, mantenere la copertura vegetale permanente sulle aree coltivate con pendenze maggiori del 30%, prevedere il mantenimento e/o incremento delle formazioni vegetali non produttive (formazioni riparali, siepi, alberature isolate e macchie di bosco) e prevedere il recupero e mantenimento dei edifici rurali.

2. Sono obiettivi del PSI del territorio rurale dell’UTOE 3:

  • - Tutela e "incentivazione" con processi attivi dell’evoluzione naturale del manto vegetale, ove la sua carenza possa essere causa di accelerazione dei fenomeni geomorfologici in atto o potenziali.
  • - promozione e valorizzazione dell’agricoltura tradizionale come presidio paesaggistico, mediante la promozione delle piccole produzioni di qualità, anche part-time, delle attività connesse e integrative della conduzione dei fondi;
  • - la valorizzazione dell’agricoltura eseguita con tecniche da agricoltura Integrata, Biologica e Biodinamica, integrandola con tutti gli ambiti dell'economia locale, attraverso una pianificazione integrata;
  • - evitare i processi di frammentazione fondiaria favorendo la coesione e la partecipazione degli attori della filiera agricola a preservando l'ambito territoriale mediante uso di tecniche agronomiche condivise, servizi e strutture centralizzati ubicati preferibilmente nelle aree edificate urbane;
  • - la tutela e la valorizzazione della rete di viabilità minore, il suo corredo arboreo, le siepi e i manufatti di valenza storico-testimoniale;.
  • - disciplinare l'uso e la trasformazione del patrimonio edilizio rurale;
  • - la disciplina delle aree libere interstiziali, contigue all’edificato, dove permangono marginali attività agricole e che debbono rimanere libere per poter svolgere una funzione di relazione fra l’ambiente extraurbano e gli insediamenti;
  • - la disciplina delle aree agricole limitrofe alle aree produttive poste in area di fondovalle;
  • - la tutela dei corsi d’acqua e della falda idrica oltre che dell’ambiente fluviale, degli elementi vegetazionali e degli habitat;

3. Sono indirizzi del PS per il PO riferiti al territorio rurale dell’UTOE 3:

  • - la valorizzazione del ruolo connettivo storico dell’Arno, promuovendo forme di fruizione sostenibile della via d’acqua e delle sue riviere e progetti di recupero di manufatti di valore storico-culturale legati alla risorsa idrica;
  • - evitare ulteriori frammentazioni della piana fluviale a opera di nuove infrastrutture e inserimenti di volumi e attrezzature fuori scala rispetto alla maglia territoriale;
  • - la riqualificazione dei i water front urbani degradati, della viabilità e degli spazi pubblici rivieraschi;
  • - il contrasto al consumo di suolo nelle aree di pertinenza fluviale;
  • - il miglioramento dell’accessibilità al fiume e la sua riconoscibilità nel contesto urbano;
  • - adottare una gestione delle fasce ripariali finalizzata al miglioramento del continuum ecologico dei corsi d’acqua, anche perseguendo interventi di riqualificazione e di ricostituzione delle vegetazione ripariale (con priorità per le aree classificate dal PIT come “corridoio ecologico fluviale da riqualificare”);
  • - favorire la conservazione delle corone o fasce di coltivi d’impronta tradizionale poste attorno ai nuclei storici;
  • - il divieto di abbattimento degli alberi monumentali;
  • - migliorare la qualità eco-sistemica complessiva anche aumentando la copertura depurativa dei reflui urbani e industriali;
  • - favorire il ripristino ambientale dei siti estrattivi inattivi e la gestione sostenibile degli impianti in attività, al fine di razionalizzare e migliorare i livelli di sostenibilità e di coerenza delle attività estrattive rispetto alle emergenze naturalistiche, scongiurando l’apertura di nuovi siti, con particolare riferimento alla pianura agricola lungo il corso dell’Arno.
  • - disciplinare le modalità di attuazione per la coltivazione delle aree estrattive individuate come giacimenti nella Tav.13- Strategie dello Sviluppo Sostenibile UTOE e Sistemi Territoriali , in coerenza con il Piano Regionale Cave adottato con Delibera Consiglio Regionale n.61/2019

Per gli aspetti edilizi il PO deve contenere specifiche regole che prescrivano:

  • - la riqualificazione e il riuso del patrimonio abitativo esistente in chiave multifunzionale (abitativa, produttiva, di servizio e ospitalità);
  • - il potenziamento dell’offerta di servizi alle persone e alle aziende agricole;
  • - l’ubicazione dei nuovi interventi edilizi solo in prossimità dei nuclei poderali esistenti e nel rispetto della viabilità territoriale e poderale esistente, con opere edilizie che non contrastino con le proprietà tipologiche e morfologiche dell’edilizia rurale esistente, costituite da nuclei poderali compatti, coperti a falde, con limitati manufatti esterni quali portici, loggiati e scale;
  • - la costruzione dei nuovi edifici rurali lontani dai nuclei storici al fine di preservare il valore storico testimoniale ricorrendo a tipologie edilizie e uso di materiali tradizionali o con il ricorso alla bioarchitettura;
  • - dimensioni delle nuove abitazioni rurali commisurate alle esigenze dell’imprenditore agricolo e della sua famiglia secondo le modalità indicate dalla l.r. 65/2014;
  • - la predisposizione di accorgimenti necessari, quali la collocazione di siepi e alberature, volti a mitigare le nuove costruzioni;
  • - di favorire le aziende che utilizzano metodi di coltivazione biologica e biodinamica anche attraverso la creazione di una strategia di incentivi;
  • - di prevedere la costruzione dei nuovi edifici rurali lontano dai nuclei storici e dalle aree individuate nella Tavola 9 della intervisibilità, al fine di preservare il valore storico testimoniale e paesaggistico;
  • - di impedire interventi di riqualificazione delle infrastrutture incoerenti con il paesaggio.

4. Per gli insediamenti residenziali in zona agricola valgono le indicazioni relative alla tipologia morfologica “T.R.12. Piccoli agglomerati isolati extraurbani” contenute dalla disciplina del PIT cui gli insediamenti sono ascrivibili. Il PO, al fine di non consentire ulteriori espansioni dell’insediamento inserito nel contesto rurale e arrestare il processo di dispersione insediativa con blocco del consumo di suolo agricolo deve prevedere i seguenti interventi:

  • - dotare l’insediamento di spazi pubblici e servizi nel rispetto dei caratteri paesaggistici e produttivi della ruralità;
  • - sviluppare progetti di riqualificazione dei margini urbani come definiti dal PIT, integrati tra attività urbane e rurali, che sia da un lato elemento riqualificante per la forma e le funzioni (attrezzature) urbane e dall’altro elemento di mediazione nel passaggio tra città e campagna.

5.Per gli edifici residenziali esistenti nel territorio rurale, purché non assoggettati a vincoli di tutela storica da parte del MIBAC o dalla classificazione degli strumenti urbanistici comunali il PO, per incentivarne il recupero, stabilisce in relazione ai caratteri tipologici e dimensionali, le possibilità di ampliamento di ciascuna unità immobiliare fino al massimo del 20 per cento della superficie edificabile.

6. Il Castello di Sammezzano e il suo parco così come individuati dal “Piano Unitario d’Intervento Parco Castello di Sammezzano”, sono soggetti ai seguenti vincoli: Vincolo idrogeologico ex R.D. 3267/1923; Vincolo sismico ex art. 158 l.r. 65/2014; Vincolo paesaggistico ex D.lgs. 42/2004 Parte III, TITOLO I; Vincolo monumentale D.lgs. 42/2004 Parte II, TITOLO I; R.D. 523/1904 Testo unico sulle opere idrauliche; Delibera R.T. 12/2000 Ambito “AB” (rischio idraulico). Oltre a recepire gli obblighi normativi derivanti dagli atti sopra citati il PS conferma la destinazione turistico-ricettiva e sportiva per gli immobili ricadenti in tale ambito unitario. Per gli edifici ricadenti nel vincolo monumentale valgono le disposizioni contenute nello specifico Decreto di vincolo. Per gli altri edifici il PO deve procedere con la classificazione puntuale degli edifici storici al fine di assicurarne la tutela dei valori storico/architettonici e testimoniali. Per il manufatto edilizio incompiuto presente nel parco, al fine di eliminare un elemento di grave degrado paesaggistico ed ambientale, è ammesso un intervento di sostituzione edilizia, così come disciplinato dall’art. 134 comma 4 lettera l) della l.r.65/2014, mediante il ricorso a modalità costruttive di bioarchitettura e uso dei materiali coerente con il contesto storico/ambientale di riferimento. Per l’intero ambito è ammessa la destinazione “turistico-ricettiva” nelle tipologie consentite dalla vigente normativa regionale. Nel parco, ad eccezione della parte definita “parco storico” per la quale sono ammessi unicamente interventi di conservazione, è consentita la realizzazione di strutture sportive quali piscina, campi da tennis, campo da golf. È ammesso il ripristino della viabilità secondo modalità e uso dei materiali che non alterino i caratteri paesaggistico-ambientali del contesto. Tale ripristino deve comprendere il recupero dei manufatti di valore storico-culturale ancora presenti, la salvaguardia e valorizzazione delle aree agricole e naturali, la creazione di percorsi storico naturalistici. Il Castello di Sammezzano rappresenta uno dei nodi maggiormente significativi del Sistema funzionale del turismo.

7. Gli insediamenti produttivi esistenti con destinazione d’uso non agricola presenti nel territorio rurale conservano la loro funzione fino alla cessazione dell’attività. Ad essi si applicano le disposizioni contenute nell’art. 79 l.r. 65/2014 e il PO deve stabilire le modalità per la realizzazione delle addizioni volumetriche agli edifici esistenti.

8.Per gli insediamenti sportivi esistenti nel territorio rurale sono ammessi, oltre agli interventi previsti dai commi 1, 2 e 3 dell’art. 79 della l.r. 65/2014, incrementi dell’esistente per adeguamenti funzionali che dovranno essere dimensionati dal PO.

9.Per le strutture ricettive presenti nel territorio rurale sono ammessi oltre agli interventi previsti dai commi 1, 2 e 3 dell’art. 79 della l.r. 65/2014, incrementi dell’esistente per adeguamenti funzionali che dovranno essere dimensionati dal PO, purché gli edifici non siano assoggettati a vincoli di tutela storica da parte del MIBAC o dalla classificazione degli strumenti urbanistici comunali. (proposta di recepimento dell’osservazione d’Ufficio)

10.I Programmi di Miglioramento Agricolo Aziendale devono prevedere:

  • - l’incremento della consistenza della vegetazione ripariale, da ottenersi arretrando le coltivazioni di almeno 10 m dalla vegetazione ripariale esistente o, in sua assenza, dal ciglio di sponda del corso d’acqua, e consentendo il progressivo affermarsi della vegetazione naturale arborea;
  • - l’incremento dei filari e delle siepi lungo il bordo dei campi, delle strade poderali, dei corsi d’acqua minori e della rete scolante;
  • - l’incremento delle superfici boscate presenti nella azienda.

Art. 60.2 Disposizioni per il territorio urbanizzato

Art. 60.2.1 – disposizioni per l’Insediamento di Vaggio- N.8

1.L’insediamento è incluso in parte nel Comune di Castelfranco Piandiscò. La parte di competenza del Comune di Reggello, perimetrata ai sensi dell’art. 4 della l.r. 65/2014, ricomprende al suo interno la parte più antica della frazione e ha uno sviluppo di tipo lineare lungo la SP 87. Per essa il PO deve procedere all’aggiornamento e completamento della classificazione degli edifici storici al fine di assicurarne la tutela dei valori storico/architettonici e testimoniali.

2. L’insediamento è ascrivibile alla tipologia morfologica “T.R.8 Tessuto lineare” nell’ambito delle definizioni dei morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee del PIT.

3. Sono indirizzi del PS per il PO riferiti al sistema insediativo di Vaggio appartenente all’UTOE 3:

  • - identificare progetti di trasformazione a sostegno del sistema urbano policentrico, con interventi di addensamento dei nodi urbani con spazi pubblici, servizi e spazi intermodali e apertura di varchi di discontinuità nel tessuto lineare lungo strada utili a favorire la continuità paesaggistica ed ambientale;
  • - contenere i processi di dispersione insediativa impedendo ulteriori processi di edificazione lungo gli assi stradali e sui retri dell’edificato esistente;
  • - ricorso a modelli di recupero che favoriscano forme di “albergo diffuso”, accompagnando tale progetto con infrastrutture a rete che consentano la fruizione dei luoghi di interesse turistico;
  • - prevedere la costituzione di un centro commerciale naturale e un mercatale per la vendita e la valorizzazione delle produzioni tipiche a chilometro zero;
  • - riprogettare il “bordo costruito” con azioni di qualificazione paesaggistica per frenare i processi di dispersione insediativa, anche tramite l’istituzione di una “cintura verde” periurbana che renda permeabile il passaggio dalla città alla campagna;
  • - migliorare i fronti urbani verso lo spazio agricolo, chiudendo alcune maglie per dare unitarietà all’edificato;
  • - progettare il complesso degli spazi aperti interni alla frangia periurbana, come strategia per il miglioramento dello spazio aperto urbano periferico, creando spazi in continuità e connessioni in chiave paesaggistica con gli spazi verdi dell’aperta campagna e con la città compatta;
  • - prevedere interventi mirati alla rigenerazione urbana, da attuare nelle aree appositamente indicate nella tav.13 e secondo quanto disposto al successivo art.64
  • - migliorare l’accessibilità del sistema urbano con la creazione di una rete della mobilità lenta.

Art. 60.2.2 – disposizioni per l’Insediamento di Montanino- N.9

1. La perimetrazione effettuata ai sensi dell’art. 4 della l.r.65/2014, comprende al suo interno la parte più antica della frazione, che si trova nella porzione residenziale, di scarsa consistenza, sviluppatasi con andamento lineare lungo la strada per Cascia, così come gli stabilimenti produttivi. Per essa il PO deve procedere all’aggiornamento e completamento della classificazione degli edifici storici al fine di assicurarne la tutela dei valori storico/architettonici e testimoniali.

2. L’insediamento è ascrivibile alla tipologia morfologica “T.R.8 Tessuto lineare” nell’ambito delle definizioni dei morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee del PIT.

3. Sono indirizzi del PS per il PO riferiti al sistema insediativo di Montanino appartenente all’UTOE 3:

  • - identificare progetti di trasformazione a sostegno del sistema urbano policentrico, con interventi di addensamento dei nodi urbani con spazi pubblici, servizi e spazi intermodali e apertura di varchi di discontinuità nel tessuto lineare lungo strada utili a favorire la continuità paesaggistica ed ambientale;
  • - contenere i processi di dispersione insediativa impedendo ulteriori processi di edificazione lungo gli assi stradali e sui retri dell’edificato esistente;
  • - ricorso a modelli di recupero che favoriscano forme di “albergo diffuso”, accompagnando tale progetto con infrastrutture a rete che consentano la fruizione dei luoghi di interesse turistico;
  • - attuare strategie per il potenziamento delle attività produttivo/artigianali e sviluppo di attività per la loro valorizzazione;
  • - prevedere la costituzione di un centro commerciale naturale e un mercatale per la vendita e la valorizzazione delle produzioni tipiche a chilometro zero;
  • - riprogettare il “bordo costruito” con azioni di qualificazione paesaggistica per frenare i processi di dispersione insediativa, anche tramite l’istituzione di una “cintura verde” periurbana che renda permeabile il passaggio dalla città alla campagna;
  • - migliorare i fronti urbani verso lo spazio agricolo, chiudendo alcune maglie per dare unitarietà all’edificato;
  • - progettare il complesso degli spazi aperti interni alla frangia periurbana, come strategia per il miglioramento dello spazio aperto urbano periferico creando spazi in continuità e connessioni in chiave paesaggistica con gli spazi verdi dell’aperta campagna e con la città compatta;
  • - migliorare l’accessibilità del sistema urbano con la creazione di una rete della mobilità lenta.

Art. 60.2.3 – disposizioni per l’Insediamento di Sant’Ellero- N.10

1. La perimetrazione ai sensi dell’art. 4 della l.r. 65/2014, non ricomprende al suo interno i nuclei storici originari del Castello e della antica Abbazia Benedettina. Per essi il PO deve procedere all’aggiornamento e completamento della classificazione degli edifici storici al fine di assicurarne la tutela dei valori storico/architettonici e testimoniali.

2. L’insediamento è ascrivibile alla tipologia morfologica “T.R.6 Tessuto a tipologie miste” nell’ambito delle definizioni dei morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee del PIT.

3. Sono indirizzi del PS per il PO riferiti al sistema insediativo di Sant’Ellero appartenente all’UTOE 3:

  • - ridefinire la struttura “ordinatrice” ed il ruolo degli spazi pubblici e del connettivo aumentandone la dotazione e la qualità;
  • - migliorare l’accessibilità del sistema urbano con la creazione di una rete della mobilità lenta;
  • - ripristinare la ferrovia a cremagliera secondo le indicazioni contenute nel PIT, nell’ambito del potenziamento dell’accessibilità all’insediamento e allo sviluppo di forme di mobilità lenta e sostenibile con i caratteri ambientali del luogo;
  • - riprogettare il margine urbano con interventi di mitigazione paesaggistica (costruire permeabilità tra spazio urbano e aperto, migliorare i fronti urbani verso lo spazio agricolo, progettare percorsi di connessione/attraversamento, collocare fasce alberate);
  • - incentivare il superamento dei fenomeni di degrado urbanistico ed architettonico attivando occasioni per rivalutare il patrimonio edilizio contemporaneo con strategie mirate alla densificazione del tessuto urbano;
  • - ricorrere a modelli di recupero che favoriscano forme di “albergo diffuso”, accompagnando tale progetto con infrastrutture a rete che consentano la fruizione dei luoghi di interesse turistico;
  • - attuare strategie per il potenziamento delle attività produttivo/artigianali e sviluppo di attività per la loro valorizzazione;
  • - prevedere la costituzione di un centro commerciale naturale e un mercatale per la vendita e la valorizzazione delle produzioni tipiche a chilometro zero;
  • - prevedere un programma di riqualificazione e risanamento ambientale e paesaggistico, secondo le disposizioni indicate dalle normative vigenti e in particolare dalla l.r. 35/2015, per il sito di escavazione dismesso, assicurando il ripristino dei livelli di sostenibilità rispetto alle emergenze naturalistiche, con particolare riferimento alle parti agricole lungo il corso dell’Arno;
  • - in zona agricola, purchè limitrofa alla risorsa estrattiva, sono ammesse le lavorazioni all'aperto di materiali lapidei nei limiti indicati dalla L.R.T. 35/2015 e sue disposizioni applicative. Il P.O. dovrà a tal fine stabilire specifiche norme di dettaglio.

Art. 60.2.4 – disposizioni per l’Insediamento di San Clemente- N.11

1.Confina con il capoluogo del Comune di Rignano sull’Arno dal quale è separata dal corso dell’Arno e collegata con l’antico ponte mediceo e la perimetrazione, ai sensi dell’art. 4 della l.r. 65/2014, ricomprende al suo interno gli edifici storici che sono la cappella e la chiesa. Per essi il PO deve procedere all’aggiornamento e completamento della classificazione degli edifici storici al fine di assicurarne la tutela dei valori storico/architettonici e testimoniali.

2. L’insediamento è ascrivibile alla tipologia morfologica “T.R.12 Piccoli agglomerati isolati extraurbani” nell’ambito delle definizioni dei morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee del PIT.

3. Sono indirizzi del PS per il PO riferiti al sistema insediativo di San Clemente appartenente all’UTOE 3:

  • - arrestare il processo di dispersione insediativa evitando il consumo di suolo agricolo;
  • - adeguare la dotazione di spazi pubblici e servizi nel rispetto dei caratteri paesaggistici e produttivi della ruralità;
  • - sviluppare progetti di riqualificazione dei margini urbani, integrati tra attività urbane e rurali, che sia da un lato elemento riqualificante per la forma e le funzioni (attrezzature) urbane e dall’altro elemento di mediazione nel passaggio tra città e campagna;
  • - migliorare l’accessibilità del sistema urbano con la creazione di una rete della mobilità lenta;
  • - incentivare il superamento dei fenomeni di degrado urbanistico ed architettonico attivando occasioni per rivalutare il patrimonio edilizio contemporaneo con strategie mirate alla densificazione del tessuto urbano;
  • - ricorrere a modelli di recupero che favoriscano forme di “albergo diffuso”, accompagnando tale progetto con infrastrutture a rete che consentano la fruizione dei luoghi di interesse turistico;
  • - attuare strategie per il potenziamento delle attività produttivo/artigianali e sviluppo di attività per la loro valorizzazione;
  • - prevedere la costituzione di un centro commerciale naturale e un mercatale per la vendita e la valorizzazione delle produzioni tipiche a chilometro zero.

Art. 60.2.5 – disposizioni per gli insediamenti di Leccio-Mandò- N.12

1. Gli insediamenti comprendono la frazione residenziale di Leccio e la zona del Polo commerciale della moda, la zona prevalentemente produttivo-commerciale di Mandò e una zona per l’escavazione e la lavorazione di inerti. Le perimetrazioni ai sensi dell’art. 4 della l.r. 65/2014 sono due, una relativa a Leccio e l’altra comprendente Mandò. Per Leccio tale perimetrazione ricomprende al suo interno gli edifici storici e la Chiesa di San Salvatore. Per essi il PO deve procedere all’aggiornamento e completamento della classificazione degli edifici storici al fine di assicurarne la tutela dei valori storico/architettonici e testimoniali.

2. L’insediamento di Leccio è ascrivibile alla tipologia morfologica “T.R.6 Tessuto a tipologie miste” nell’ambito delle definizioni dei morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee del PIT.

3. Sono indirizzi del PS per il PO riferiti al sistema insediativo di Leccio appartenente all’UTOE 3:

  • - ridefinire la struttura “ordinatrice” ed il ruolo degli spazi pubblici e del connettivo aumentandone la dotazione e la qualità;
  • - migliorare l’accessibilità del sistema urbano con la creazione di una rete della mobilità lenta;
  • - riprogettare il margine urbano con interventi di mitigazione paesaggistica (costruire permeabilità tra spazio urbano e aperto, migliorare i fronti urbani verso lo spazio agricolo, progettare percorsi di connessione/attraversamento, collocare fasce alberate);
  • - incentivare il superamento dei fenomeni di degrado urbanistico ed architettonico attivando occasioni per rivalutare il patrimonio edilizio contemporaneo con strategie mirate alla densificazione del tessuto urbano;
  • - valorizzare e rafforzare il Polo della Moda che, oltre a godere di un sistema infrastrutturale importante, dispone di strumenti utili a svolgere un ruolo competitivo nell’ambito della Città Metropolitana, grazie anche a un sistema di cablaggio che gli consente di interagire a livello commerciale, con paesi europei ed anche a livello mondiale, attraverso operazioni di marketing territoriale.
  • - attuare strategie per lo sviluppo di attività artigianali finalizzate a creare un apprezzabile indotto connesso al Polo della Moda;
  • - rafforzare e mettere a sistema le attività afferenti al Polo della Moda con l’inserimento di attività di servizio e direzionali;
  • - ricorso a modelli di recupero che favoriscano forme di “albergo diffuso”, accompagnando tale progetto con infrastrutture a rete che consentano la fruizione dei luoghi di interesse turistico;
  • - prevedere la costituzione di un centro commerciale naturale e un mercatale per la vendita e la valorizzazione delle produzioni tipiche a chilometro zero;
  • - favorire la depermeabilizzazione della superficie asfaltata;
  • - prevedere per il “Polo della Moda” la creazione di relazioni urbanistiche, ambientali e paesaggistiche con la frazione di Leccio e il suo contesto rurale, anche attraverso un piano di inserimento paesaggistico che ridisegni i suoi margini mitigando l’impatto edilizio dell’insediamento con adeguate schermature e interventi di arredo verde utilizzando specie arboree autoctone.

4. Per l’UTOE il PS, ai sensi della L.R. 28/2005 e smi, stabilisce:

  • - la possibilità di realizzare una grande struttura di vendita di tipologia B (fra 5000 e 10000 mq), anche attraverso l'aggregazione di medie superfici di vendita esistenti con possibilità di sviluppare superfici di vendita alimentare legate a prodotti enogastronomici ed agroalimentari del territorio;
  • - la possibilità di realizzare una grande struttura di vendita di tipologia B (fra 5000 e 10000 mq), mediante l’adeguamento delle grandi strutture esistenti anche attraverso l’aggregazione di medie strutture ed esercizi di vicinato;
  • - la presenza di massimo tre nuove medie strutture di vendita.

5. L’insediamento di Mandò è ascrivibile alla tipologia morfologica “T.PS3. Insule specializzate” nell’ambito delle definizioni dei morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee del PIT

6. Sono indirizzi del PS per il PO riferiti al sistema insediativo di Mandò appartenente all’UTOE 3:

  • - attuare strategie di rilocalizzazione di attività produttive, commerciali, direzionali e ricettive prioritariamente con interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente, incentivando la qualità degli interventi di architettura e ristrutturazione urbanistica ed edilizia nei linguaggi della contemporaneità ed attivando occasioni per rivalutare il patrimonio edilizio contemporaneo (efficienza e produzione energetica, qualità dei fronti urbani);
  • - attuare strategie per il potenziamento delle attività produttivo/artigianali e sviluppo di attività per la loro valorizzazione;
  • - progettare il margine con il territorio aperto prevedendo varchi e visuali (ridisegno dei margini, schermature, barriere visive e antirumore, ecc.);
  • - mascherare con vegetazione idonea i margini e curare paesaggisticamente il rapporto visivo con il contesto;
  • - incrementare la superficie a verde disimpermeabilizzando il suolo soprattutto in corrispondenza delle aree parcheggio e degli altri spazi aperti;
  • - sfruttare le superfici pavimentate e le coperture di edifici, tettoie, ecc. per la produzione di energie alternative;
  • - perseguire l’ottimizzazione della compatibilità ambientale, idrogeologica e paesaggistica dell’attività estrattiva esistente, assicurando la razionalizzazione e il miglioramento dei livelli di sostenibilità e di coerenza rispetto alla emergenze naturalistiche, con particolare riferimento alle parti agricole lungo il corso dell’Arno.

Art. 60.2.6 – disposizioni per gli insediamenti di Ciliegi-Pian di Rona-Ricavo-Prulli-Matassino- N.13

1.Gli insediamenti comprendono alcune frazioni sviluppatesi lungo l’Autostrada, a carattere prevalentemente produttivo, con modalità insediative tali da costituire un sistema lineare che culmina con la frazione di Matassino, compreso in una unica perimetrazione ai sensi dell’art. 4 della l.r. 65/2014 anche se spesso fra i nuclei la connessione è assicurata, al fine di limitare il consumo di suolo, esclusivamente dalla viabilità.

2. Il sistema insediativo è ascrivibile alla tipologia morfologica “T.R.8 Tessuto lineare” nell’ambito delle definizioni dei morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee del PIT.

3. Sono indirizzi del PS per il PO riferiti ai sistemi insediativi di Ciliegi-Pian di Rona-Ricavo-Prulli-Matassino appartenenti all’UTOE 3:

  • - identificare progetti di trasformazione a sostegno del sistema urbano policentrico, con interventi di addensamento dei nodi urbani con spazi pubblici, servizi e spazi intermodali e apertura di varchi di discontinuità nel tessuto lineare lungo strada utili a favorire la continuità paesaggistica ed ambientale;
  • - contenere i processi di dispersione insediativa impedendo ulteriori processi di edificazione lungo gli assi stradali e sui retri dell’edificato esistente;
  • - attuare strategie di rilocalizzazione di attività produttive, commerciali, direzionali e ricettive prioritariamente con interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente, incentivando la qualità degli interventi di architettura e ristrutturazione urbanistica ed edilizia nei linguaggi della contemporaneità ed attivando occasioni per rivalutare il patrimonio edilizio contemporaneo (efficienza e produzione energetica, qualità dei fronti urbani);
  • - attuare strategie per il potenziamento delle attività produttivo/artigianali e sviluppo di attività per la loro valorizzazione;
  • - progettare il margine con il territorio aperto prevedendo varchi e visuali (ridisegno dei margini, schermature, barriere visive e antirumore, ecc.);
  • - mascherare con vegetazione idonea i margini e curare paesaggisticamente il rapporto visivo con il contesto;
  • - incrementare la superficie a verde disimpermeabilizzando il suolo soprattutto in corrispondenza delle aree parcheggio e degli altri spazi aperti;
  • - sfruttare le superfici pavimentate e le coperture di edifici, tettoie, ecc. per la produzione di energie alternative.
  • - prevedere la riqualificazione complessiva del viale sul quale si assesta l’area produttiva di Pian di Rona, secondo un progetto organico di recupero e valorizzazione delle aree pubbliche, delle aree di pertinenza stradali residuali e di ammodernamento dell’immagine dell’area produttiva esistente.

4.Per la frazione di Matassino il PO, al fine di perseguire la definizione di un disegno urbanistico complessivo che assicuri la sostenibilità architettonica, sociale, ener­getica e ambientale, deve prevedere i seguenti interventi:

  • - ridefinire la struttura “ordinatrice” ed il ruolo degli spazi pubblici e del connettivo aumentandone la dotazione e la qualità;
  • - migliorare l’accessibilità del sistema urbano con la creazione di una rete della mobilità lenta;
  • - riprogettare il margine urbano con interventi di mitigazione paesaggistica (costruire permeabilità tra spazio urbano e aperto, migliorare i fronti urbani verso lo spazio agricolo, progettare percorsi di connessione/attraversamento, collocare fasce alberate);
  • - incentivare il superamento dei fenomeni di degrado urbanistico ed architettonico attivando occasioni per rivalutare il patrimonio edilizio contemporaneo con strategie mirate alla densificazione del tessuto urbano;
  • - migliorare i fronti urbani verso lo spazio agricolo, chiudendo alcune maglie per dare unitarietà all’edificato;
  • - ricorrere a modelli di recupero che favoriscano forme di “albergo diffuso”, accompagnando tale progetto con infrastrutture a rete che consentano la fruizione dei luoghi di interesse turistico;
  • - attuare strategie per il potenziamento delle attività produttivo/artigianali e sviluppo di attività per la loro valorizzazione;
  • - prevedere interventi mirati alla rigenerazione urbana, da attuare nelle aree appositamente indicate nella tav.13 e secondo quanto disposto al successivo art.64
  • - prevedere la costituzione di un centro commerciale naturale e un mercatale per la vendita e la valorizzazione delle produzioni tipiche a chilometro zero.

5. Per l’UTOE il PS stabilisce la presenza di massimo cinque nuove medie strutture di vendita ai sensi della l.r. 28/2005 e smi, inoltre è ammessa la trasformazione di due medie strutture di vendita esistenti in una grande struttura, con superficie di vendita compresa tra i 5.000 e i 10.000 mq e senza incremento della stessa, secondo le modalità previste dalla normativa vigente.

6.Il P.O. dovrà disciplinare le modalità attraverso le quali dovrà essere assicurata l'armonizzazione tra le zone a prevalente destinazione residenziale e quelle a prevalente destinazione produttiva, evitandone commistioni e saldature.

Art. 61.1 Dimensionamento e localizzazione dei servizi e delle dotazioni territoriali pubbliche

1. Ai sensi dell’articolo 3 del DM n. 1444/68, anche ai fini del perseguimento della qualità degli insediamenti di cui all’articolo 62 della LR 65/2014 e dell’art. 5 comma 5 del DPGR 5 luglio 2017 n. 32/R, la verifica della dotazione di standard urbanistici, ovvero dei rapporti massimi tra gli spazi destinati agli insediamenti residenziali e gli spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico e parcheggi, è effettuata dal PS sulla base del territorio comunale, fermo restando le specifiche disposizioni applicative individuate a livello delle singole UTOE.

2. Il Piano Strutturale, in conformità alle indicazioni del PTC, fissa come parametro complessivo minimo di riferimento una dotazione di standard urbanistici pari a 18 mq/abitante, riferita ai singoli territori comunali. Gli standard sono così definiti:

  • - parcheggi pubblici 2,50 mq/ab.
  • - verde pubblico 9,00 mq/ab.
  • - Attrezzature scolastiche 4,50 mq/ab.
  • - Attrezzature collettive 2,00 mq/ab.

3. A livello comunale, in conformità al DM 1444/1968 ed alle disposizioni del PTC, il PS prevede una dotazione di standard pubblici pari a 18 mq./abitante. Prevede, altresì, una dotazione di standard pubblici pari ad almeno il 10% della superficie territoriale nelle zone artigianali e industriali e all’80 % della superficie edificabile negli insediamenti commerciali e direzionali.

4. Ai fini del rispetto degli standard, a cui dovrà attenersi anche il PO, la popolazione di nuovo insediamento viene calcolata sulla base di 1 abitante = 40 mq. di SE per la destinazione residenziale.

5. Il dimensionamento della funzione turistico-ricettiva può essere calcolato anche in posti letto sulla base del rapporto 1 posto letto/ 35 mq. SE.

6. Il PO dovrà definire la collocazione delle dotazioni di standard aggiuntive rispetto all’esistente facendo ricorso anche a metodi perequativi, in particolare per i comparti urbani e/o territoriali interessati da significativi interventi di trasformazione.

Art. 61.2 Dimensionamento e qualità dei nuovi insediamenti e delle nuove funzioni

1. In conformità alle disposizioni di cui all’articolo 92 comma 4 lettera c) della LR 65/2014, il dimensionamento complessivo dei nuovi insediamenti e delle nuove funzioni previste all’interno del Perimetro del territorio urbanizzato, oltre alle previsioni esterne al Perimetro del territorio urbanizzato concernenti la localizzazione di nuovi impegni di suolo oggetto di Conferenza di copianificazione, indicate dal PS, che sarà attuato presumibilmente in ambito temporale ventennale con diversi PO è verificato nell’ambito del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) in riferimento al grado di vulnerabilità e riproducibilità delle risorse, delle strutture e delle componenti costitutive del Patrimonio territoriale.

2. Il criterio con cui è stato elaborato il dimensionamento è da riferirsi all’art.5 comma 5 del DPGR 5 luglio 2017 n. 32/R ed in attuazione della DGR n.682 del 26.06.2017 e le categorie funzionali assunte ai sensi dell’art.6 sono le seguenti:

  • a) residenziale;
  • b) industriale e artigianale;
  • c) commerciale al dettaglio;
  • d) turistico-ricettiva;
  • e) direzionale e di servizio;
  • f) commerciale all’ingrosso e depositi

3. Il dimensionamento, espresso in metri quadrati di Superficie Edificabile (SE), comprende le previsioni esterne al Perimetro del territorio urbanizzato concernenti la localizzazione di nuovi impegni di suolo oggetto di Conferenza di copianificazione di cui al precedente articolo 66 in modo differenziato rispetto al dimensionamento interno al Territorio Urbanizzato.

4. Il dimensionamento del PS, non comprende le previsioni e gli interventi sul patrimonio edilizio esistente . Non sono comunque da computare nei PO e negli altri strumenti della pianificazione urbanistica comunale le previsioni e gli interventi sul patrimonio edilizio esistente, di cui all’articolo 95, comma 2, della L.R. 65/2014, anche quando tali interventi comportino il cambio di destinazione d’uso, il frazionamento di unità immobiliari e l’ampliamento degli edifici esistenti.

5. Alla predisposizione del primo PO, dovrà essere effettuato il monitoraggio delle previsioni attuate nei RU vigenti, definendone il dimensionamento delle superfici. Tale dimensionamento dovrà essere detratto dal dimensionamento generale del PS.

6. Il PO potrà trasferire i dimensionamenti previsti dal PS tra UTOE esclusivamente per interventi soggetti a Riuso come indicato anche nella tabella del dimensionamento, motivando adeguatamente tale scelta. Sono sempre ammessi i trasferimenti dei dimensionanti tra i sistemi insediativi appartenenti alla stessa UTOE.

7. Il primo PO comunale, potrà prelevare il 60% del dimensionamento complessivo per Comune delle varie funzioni. Tali dimensionamenti dovranno, comunque risultare compatibili con la disponibilità delle risorsa idropotabile e con lo stato delle infrastrutture (acquedotto, rete fognaria e capacità depurativa).

8. Il dimensionamento del PS suddiviso per UTOE è riportato nell’Allegato A alla presente disciplina.

CAPO VI QUALITA' DEGLI INSEDIAMENTI

Art. 62 Disposizioni generali

Al fine di assicurare la qualità degli insediamenti il PO deve:

  • - contenere specifiche indicazioni per la riqualificazione dei margini urbani comprensivi delle aree periurbane dove presenti e improntati alla tutela dei valori paesaggistici, storici e ambientali, oltre che di tutela degli aspetti di ruralità presenti. Il PO deve altres&igrave considerare il fronte costruito al fine di prevedere interventi di riqualificazione urbanistica che consentano l'eliminazione delle superfetazioni incongrue e in generale il recupero e la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente;
  • - sviluppare un progetto urbano per ciascuna frazione che assicuri una idonea dotazione di spazi pubblici, assicurando le connessioni del verde urbano anche ai fini ecologici e una rete della mobilità lenta interconnessa alle infrastrutture per la mobilità e al trasporto pubblico, migliorare la qualità degli insediamenti recenti attraverso interventi di riqualificazione degli spazi pubblici, con l'inserimento di aree a verde attrezzato e gioco, nuovi spazi di aggregazione e nuove strutture sociali per offrire servizi alla comunità e alla persona, con particolare attenzione ai giovani e alla popolazione anziana;
  • - prevedere una adeguata dotazione di attrezzature e servizi comprensiva di valutazioni sulle prestazioni degli stessi ai fini del miglioramento della qualità della vita per gli abitanti, ivi compresi gli interventi di arredo urbano;
  • - incentivare l'eliminazione di edifici precari o incongrui;
  • - prevedere idonee dotazioni di standard per qualificare la presenza di attività per il commercio al dettaglio di vicinato, viste anche come presidio sociale e punto di promozione e vendita dei prodotti locali, utilizzando anche la forma dell'emporio polifunzionale (art.20 della l.r. 28/2005 e smi) e dei mercatali;
  • - prevedere specifiche disposizioni per il contenimento dell'impermeabilizzazione del suolo, con particolare riferimento agli spazi di relazione, di sosta e in generale alle pertinenze degli edifici;
  • - contenere disposizioni per la tutela delle acque superficiali e sotterranee finalizzate a ricondurre i valori di bilancio idrico al rispetto degli assetti delle risorse naturali, alla tutela quantitativa e qualitativa della risorsa idrica, alla qualità delle acque e dei corpi idrici ricettori, predisponendo misure di risanamento e di tutela dei corpi idrici superficiali e sotterranei, la tutela delle aree di alimentazione delle opere di captazione per uso idropotabile, prevedendo la riduzione dei prelievi per usi industriali mediante l'ottimizzazione dei cicli produttivi e il riutilizzo delle acque reflue, riducendo i prelievi per uso agricolo con una maggiore diffusione di colture meno idroesigenti e l'approvvigionamento da acque invasate.

Art. 63 Disposizioni per il verde urbano nei nuovi insediamenti residenziali

1. Il PS stabilisce che il verde urbano e territoriale debba assumere una configurazione sistemica, assicurando le relazioni tra i corridoi con maggiore naturalità (reticolo idrografico, vegetazione ripariale) ed i parchi urbani e territoriali eventualmente attraversati. Esso è quindi parte della rete ecologica territoriale, perseguendo la continuità biologica tra le aree verdi urbane ed i serbatoi di naturalità costituiti dalla rete ecologica stessa.

2. Fanno parte del verde urbano:

  • - le aree verdi urbane esistenti o di progetto, costituite da parchi, giardini e spazi verdi pubblici esistenti o in via di realizzazione, concorrenti al soddisfacimento degli standard urbanistici ex D.M. 1444/1968;
  • - le fasce di rispetto stradale in ambito periurbano;
  • - le propaggini della rete ecologica territoriale che lambiscono o attraversano i centri urbani (aree incolte, aree in attesa di trasformazione, aree dismesse, ecc.);
  • - le aree verdi private;
  • - gli ambiti periurbani di cui al successivo art. 87 individuati in alcune frazioni in fregio ai perimetri del territorio urbanizzato e gli orti urbani;
  • - i tessuti agrari del promiscuo che fanno da cornice agli insediamenti urbani.

3. Il PO localizza le aree destinate a verde urbano di corredo ai nuovi interventi di edificazione siano essi soggetti a piano attuativo, per i quali si devono rispettare anche i disposti dell'art. 107 della l.r.65/2014, siano interventi diretti di riqualificazione urbana, ne stabilisce le quantità e le modalità costruttive e di uso dei materiali per recinzioni, percorsi pedonali, illuminazione e gli altri elementi di arredo urbano secondo i criteri della bioingegneria e della Smart City16 finalizzati al contenimento energetico e a ridurre l'inquinamento luminoso nelle aree periurbane.

4. Il PO può stabilire modalità per la realizzazione delle aree verdi previste nella pianificazione attuativa che consentano l'impianto della vegetazione arborea sin dalla fase dell'avvio dei cantieri.

16Una città può essere definita intelligente, o smart city, quando gli investimenti effettuati in infrastrutture di comunicazione, tradizionali (trasporti) e moderne (TIC), riferite al capitale umano e sociale, assicurano uno sviluppo economico sostenibile e un'alta qualità della vita, una gestione sapiente delle risorse naturali, attraverso l'impegno e l'azione partecipativa

Art. 64 Disposizioni per la promozione della edilizia sostenibile

1. Il PS, al fine di assicurare una maggior convenienza per i cittadini, la riduzione dell'inquinamento atmosferico, la minore dipendenza dalle fonti energetiche fossili e lo sviluppo delle energie rinnovabili di stabilire che il PO contenga modalità premianti per la realizzazione di edifici ecoefficienti. Tali incentivi, nel rispetto della normativa regionale vigente, possono consistere in sconti sugli oneri di costruzione (fino al 70%) e/o premi volumetrici (fino al 10% del volume costruibile). A tal fine, secondo le disposizioni contenute nella suddetta normativa, si rende necessario il suo recepimento nel Regolamento Edilizio.

2. Il PO, in applicazione delle "Linee guida per l'edilizia sostenibile in Toscana" e dei "Criteri per la definizione delle prestazioni ambientali della aree produttive ecologicamente attrezzate" di cui alla DGRT 1245/2009 , in coordinamento con il RE, definisce le modalità per conseguire il risparmio energetico negli edifici esistenti ed in quelli di nuova costruzione, prevedendo pertanto incentivi quali la riduzione degli oneri di urbanizzazione secondaria e la non computabilità, ai fini degli indici di fabbricabilità, dei maggiori volumi e superfici realizzati per il risparmio energetico e per soddisfare i requisiti di visitabilità e accessibilità.

Art. 65 La rigenerazione urbana

1. Sono interventi di rigenerazione urbana, ai sensi della LR 65/2014, gli interventi finalizzati ad incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente ed a promuovere ed agevolare la rigenerazione delle aree urbane degradate.

2. Gli interventi di rigenerazione urbana come sopra definiti, hanno le caratteristiche i contenuti e l'efficacia degli interventi definiti al Titolo V, Capo III, Sezione I, della LR65/2014, ed in particolare agli artt. 122 e 125. Ad essi si applicano le procedure e le misure incentivanti previste dalla stessa LR 65/2014.

3. Il PS incentiva il complesso delle previsioni finalizzate a promuovere il recupero, il riuso e la trasformazione fisica e funzionale di parti significative del tessuto urbano, anche nei casi in cui ad esse non si applichino le specifiche procedure e modalità attuative indicate dalla LR 65/2014 e richiamate al comma 2.

4. La strategia definita dal PS riferita alla riqualificazione dei sistemi insediativi e alla rigenerazione urbana, trova origine nell’individuazione di aree o fabbricati degradati presenti nel territorio comunale e per le quali occorre attivare politiche di riqualificazione e rigenerazione, rivolte anche alla trasformazione profonda del tessuto urbanistico esistente.

5.Il PS considerando le peculiarità del territorio comunale, promuove la riqualificazione e rigenerazione urbana, anche tramite meccanismi perequativi, che prevedano trasferimenti volumetrici, finalizzati al miglioramento e alla qualificazione del tessuto insediativo.

6. Nell’ambito di queste strategie di carattere generale il PS, si prefigge i seguenti indirizzi verso il PO:

  • - Il PO individua le aree soggette a degrado e quelle in cui sono presenti fabbricati o complessi edilizi incongrui in riferimento al contesto urbano o al contesto agricolo in cui sono collocate;
  • - Il PO nei casi ritenuti opportuni , definisce specifici meccanismi perequativi, finalizzati alla riqualificazione dei tessuti urbanistici, comportanti il diradamento dei volumi esistenti e la ricollocazione degli stessi in specifici comparti di atterraggio interni al territorio urbanizzato, che dovranno concorrere al ridisegno del margine urbano, ove sarà possibile trasferire le volumetrie incongrue verso destinazione prevalentemente residenziale;

CAPO VII DISPOSIZIONI DELLA CONFERENZA DI COPIANIFICAZIONE

Art. 66 Localizzazioni di trasformazioni all’esterno del territorio urbanizzato

1. Il PS individua le seguenti localizzazioni di previsioni di trasformazioni non residenziali comportanti impegno di suolo non edificato poste all’esterno del territorio urbanizzato che la Conferenza di copianificazione nelle sedute del 23.10.2018, del 13.11.2019, del 05.03.2020 e del 18.05.2021, ha ritenuto conformi a quanto previsto dall’art.25 della L.R. 65/2014.

2. Le previsioni oggetto di conferenza di copianificazione trovano rappresentazione grafica nella Tav.16 – La Conferenza di Copianificazione.

  • • A1 – Area 1 – Loc. Ciliegi: Nuove strutture commerciali
    • Destinazione d’uso: Commerciale
    • Superficie Territoriale (ST): 25.383 mq
    • SE Nuova Edificazione: 2.000 mq
    • Altezza del fronte (H.F.): 7,5 ml
    • Prescrizioni della Conferenza di Copianificazione: Il P.O. dovrà prevedere una apposita Scheda Norma che disciplini l’intervento. La scheda norma dovrà garantire che sia mantenuta una fascia di rispetto di 30 mt dal limite del tracciato della Strada Regionale in fase di realizzazione. Inoltre il P.O. dovrà fornire apposite indicazioni alla realizzazione dell’intervento volte a tutelare i coni visivi da e verso l’Autostrada del Sole, e apposite schermature vegetali che abbiano funzione di filtro e schermatura tra l’intervento a destinazione commerciale e il tessuto residenziale esistente.
  • • A2 – Area 2 – Loc. Matassino: Nuove strutture produttive
    • Destinazione d’uso: Produttivo-Commerciale
    • Superficie Territoriale (ST): 27.000 mq
    • SE Nuova Edificazione: 4.600 mq
    • Altezza del fronte (H.F.): 7,5 ml
    • Prescrizioni della Conferenza di Copianificazione: Il P.O. dovrà prevedere una apposita Scheda Norma che disciplini l’intervento. La scheda norma dovrà garantire che sia mantenuto un ampio varco ecologico-paesaggistico tra l’intervento produttivo e il tessuto residenziale della loc. Matassino. Inoltre il P.O. dovrà fornire apposite indicazioni alla realizzazione dell’intervento volte a mantenere una altezza moderata delle volumetrie, le quali non potranno essere realizzate ad una quota di terreno non superiore ai 128 m.s.l., e ad attestare le stesse il più vicino possibile alla viabilità principale, compattando allo stesso tempo il tessuto produttivo. Inoltre la scheda norma del P.O. dovrà prevedere apposite prescrizioni di tutela ambientale-paesaggistica quali la tutela dei coni visivi da e verso l’Autostrada del Sole, la tutela dei filari alberati esistenti nell’area, interventi di ricucitura tra il tessuto insediativo e il territorio rurale come la gradonatura della parte retrostante l’intervento e l’impiego di alberature.
  • • A3 – Area 3 – Loc. Leccio: Nuova circonvallazione lungo la S.R. 69 e ampliamento area Commerciale e Servizi del “Polo della moda” (accordo di Pianficazione del 2002)
    • Destinazione d’uso: Commerciale e Servizi
    • Superficie Territoriale (ST): 207.789 mq
    • SE Nuova Edificazione: 10.000 mq (grande struttura di vendita)
    • SE Nuova Edificazione: 1.500 mq (media struttura di vendita)
    • SE Nuova Edificazione: 3.000 mq (attrezzature e servizi)
    • Prescrizioni della Conferenza di Copianificazione: Il P.O. dovrà prevedere un apposito progetto unitario e complessivo dell’area comprendente sia la realizzazione della circonvallazione viaria, che la riqualificazione e ampliamento del polo commerciale.
  • • A4.1 – Area 4.1 – Loc. Ruota al Mandò: Nuove strutture produttive
    • Destinazione d’uso: Produttivo
    • Superficie Territoriale (ST): 67.233 mq
    • SE Nuova Edificazione: 18.000 mq
    • Altezza del fronte (H.F.): 10,5 ml
    • Prescrizioni della Conferenza di Copianificazione: Il P.O. dovrà prevedere una apposita Scheda Norma che disciplini l’intervento. La scheda norma dovrà essere accompagnata da simulazioni planimetriche dell’inserimento dei volumi nell’area di intervento. Inoltre il P.O. dovrà fornire apposite indicazioni alla realizzazione dell’intervento volte a tutelare l’ambito fluviale del Fiume Arno e del corso d’acqua posto a sud; incentivare interventi di ricucitura tra il tessuto produttivo e il territorio rurale attraverso l’impiego di alberature con funzioni di filtro; preservare i coni visivi e paesaggistici da e verso il Fiume Arno. A tal fine il P.O. potrà prevedere una Superficie Coperta (SC) pari alla SE assegnata così da realizzare le volumetrie su un unico piano e mantenere altezze moderate dei volumi.
  • • A4.2 – Area 4.2 – Loc. Ruota al Mandò: Nuovo depuratore
    • Destinazione d’uso: Servizi (Depuratore)
    • Superficie Territoriale (ST): 25.000 mq
    • Prescrizioni della Conferenza di Copianificazione: Il P.O. dovrà prevedere una apposita Scheda Norma che disciplini l’intervento. Il P.O. dovrà fornire apposite indicazioni alla realizzazione dell’intervento volte a tutelare l’ambito fluviale del Fiume Arno e l’intorno rurale, tramite anche l’individuazione di apposite aree di filtro e/o destinate a volume di compenso. Il P.O. dovrà inoltre prevedere che l’intervento sia coerente con le indicazioni formulate al comma 4 dell’art. 10 delle N.A. del PTCP di Firenze, ed ai criteri di localizzazione e le direttive formulate al par. 2.1.5 del Titolo II dello Statuto del Territorio del medesimo PTCP.
  • • A6 – Area 6 – Loc. Ciliegi: Nuova area a campeggio
    • Destinazione d’uso: Turistico-ricettivo (campeggio)
    • Superficie Territoriale (ST): 109.155 mq
    • Prescrizioni della Conferenza di Copianificazione: Il P.O. dovrà prevedere una apposita Scheda Norma che disciplini l’intervento, la quale dovrà prevedere il recupero delle volumetrie esistenti all’interno dell’area di intervento, al fine di impiegarle per i servizi associati all’attività turistica.
  • • A7 – Area 7 – Loc. Donnini: Nuova attività sportivo-ricreativa e turistica ad incremento di Azienda Agricola
    • Destinazione d’uso: Turistico-servizi
    • Superficie Territoriale (ST): 28.523 mq
    • SE Nuova Edificazione: 300 mq
    • Altezza del fronte (H.F.): 4,5 ml
    • Prescrizioni della Conferenza di Copianificazione: Il P.O. dovrà prevedere una apposita Scheda Norma che disciplini l’intervento, la quale dovrà garantire la tutela delle aree boscate confinanti con la proprietà dell’Azienda Agricola.
  • • A8 – Area 8 – Loc. Leccio: Progetto di recupero del complesso Fattoria il Serraglio al fine turistico-ricettivo
    • Destinazione d’uso: Turistico-ricettivo
    • Superficie Territoriale (ST): 50.460 mq
    • SE Nuova Edificazione: 500 mq (servizi annessi all’attività)
    • SE Riuso: 3.433 mq (recupero turistico-ricettivo)
    • Altezza del fronte (H.F.): esistente (recupero); 3,5 ml (servizi)
    • Prescrizioni della Conferenza di Copianificazione: Il P.O. dovrà prevedere una apposita Scheda Norma che disciplini complessivamente gli interventi previsti dalla strategia di P.S., tra cui la realizzazione di un parcheggio pubblico lungo Via Giuseppe Garibaldi a servizio del centro abitato di Leccio, e di apposita passerella carrabile per l’attraversamento del Fosso di Leccio.
  • • A9 – Area 9 – Loc. Olmo: Nuova attrezzatura socio-sanitaria e per ricovero
    • Destinazione d’uso: Servizi Socio-sanitario
    • Superficie Territoriale (ST): 13.063 mq
    • SE Nuova Edificazione: 3.600 mq (servizi annessi all’attività)
    • Altezza del fronte (H.F.): 6,0 ml
    • Prescrizioni della Conferenza di Copianificazione: Il P.O. dovrà prevedere una apposita Scheda Norma che disciplini il corretto inserimento paesaggistico dell’intervento.
  • • A10 – Area 10 – Loc. Olmo: Ampliamento di area produttiva
    • Destinazione d’uso: Produttivo (ampliamento)
    • Superficie Territoriale (ST): 11.233 mq
    • SE Nuova Edificazione: ampliamento dell’attività esistente
    • Prescrizioni della Conferenza di Copianificazione: Il P.O. dovrà prevedere una apposita Scheda Norma che consenta il mantenimento e ampliamento dell’attività produttiva esistente. La Scheda Norma dovrà inoltre prevedere specifici criteri di mitigazione ambientale paesistica da condursi con piantumazioni e vegetazione arborea, oltre al mantenimento (preferibilmente) del fondo sterrato o a ghiaia nella pertinenza.
  • • A11 - Area 11 - Loc. Saltino: Riqualificazione di area ai fini turistico-ricettivi e ricreativi, Il Vignale
    • Destinazione d’uso: Turistico-ricettivo
    • Superficie Territoriale (ST): 95.519 mq
    • SE Nuova Edificazione: ampliamento delle volumetrie esistenti
    • Prescrizioni della Conferenza di Copianificazione: Il P.O. dovrà prevedere una apposita Scheda Norma che consenta il recupero e ampliamento delle volumetrie esistenti con finalità turistico-ricettiva, secondo un progetto conforme al PIT-PPR.
  • • A12 - Area 12 - Loc. Saltino: Centro ricreativo e culturale internazionale, Santa Maddalena Foundation
    • Destinazione d’uso: Servizi di interesse territoriale
    • Superficie Territoriale (ST): 13.950 mq
    • SE Nuova Edificazione: 400 mq
    • Prescrizioni della Conferenza di Copianificazione: Il P.O. dovrà prevedere una apposita Scheda Norma che consenta la realizzazione di una struttura che consenta nuove funzioni collegate all’attività esistente, quali: uffici, cucina e sala da pranzo per gli ospiti, biblioteca, archivio e sala per incontri e riunioni. L’intervento dovrà essere valutato attentamente rispetto al contesto.
  • • A13 - Area 13 - Loc. Cascina Vecchia: Potenziamento di attrezzatura di interesse territoriale, Circolo A.N.S.P.I.
    • Destinazione d’uso: Servizi di interesse territoriale
    • Superficie Territoriale (ST): 41.420 mq
    • SE Nuova Edificazione: 500 mq
    • Prescrizioni della Conferenza di Copianificazione: Il P.O. dovrà prevedere una apposita Scheda Norma che consenta il mantenimento e ampliamento dell’attività esistente con ampliamento della stessa per ulteriori 500 mq di SE per strutture di accoglienza, sala ricreativa e culturale, servizi igienici e spogliatoi, nonché strutture di adeguamento alle normative igienico sanitarie. Il progetto dovrà essere conforme al PIT-PPR.
  • • A14 - Area 14 - Riqualificazione di strutture esistenti per servizi di interesse territoriale, ex ristorante Stroncapane
    • Destinazione d’uso: Servizi di interesse territoriale
    • Superficie Territoriale (ST): 13.310 mq
    • SE Nuova Edificazione: ampliamento dell’esistente
    • Prescrizioni della Conferenza di Copianificazione: Il P.O. dovrà prevedere una apposita Scheda Norma che consenta il recupero delle volumetrie esistenti e loro ampliamento secondo un progetto conforme al PIT-PPR.
  • • A15 - Area 15 - Loc. San Donato in Fronzano: Potenziamento di attrezzatura di interesse territoriale, Casa di riposo Delfino
    • Destinazione d’uso: Servizi di interesse territoriale
    • Superficie Territoriale (ST): 4.380 mq
    • SE Nuova Edificazione: 1.000 mq
    • Prescrizioni della Conferenza di Copianificazione: Il P.O. dovrà prevedere una apposita Scheda Norma che valuti il corretto inserimento paesaggistico delle nuove volumetrie da realizzare in ampliamento all’attività esistente. La tipologia edilizia dovrà essere correttamente rapportata al contesto urbanistico esistente, valorizzando il ruolo di cerniera con il territorio rurale.
  • • A16 - Area 16 - Potenziamento di maneggio esistente, Maneggio San Giovenale
    • Destinazione d’uso: Maneggio
    • Superficie Territoriale (ST): 49.597 mq
    • SE Nuova Edificazione: ampliamento dell’attività esistente
    • Prescrizioni della Conferenza di Copianificazione: Il P.O. dovrà prevedere una apposita Scheda Norma che consenta il recupero delle volumetrie esistenti e loro ampliamento secondo un progetto conforme al PIT-PPR, nel rispetto inoltre del PTCP di Firenze.
  • • F1 – Loc. Vaggio: Nuovo plesso scolastico
    • Destinazione d’uso: Attrezzature scolastiche
    • Superficie Territoriale (ST): 11.541 mq
  • • F2 – Loc. Reggello: Ampliamento del plesso scolastico
    • Destinazione d’uso: Attrezzature scolastiche
    • Superficie Territoriale (ST): 7.114 mq
  • • F3 – Loc. Donnini: Parcheggio pubblico a servizio del cimitero
    • Destinazione d’uso: Parcheggio pubblico
    • Superficie Territoriale (ST): 1.585 mq
  • • F4 – Loc. Pietrapiana: Nuovo parcheggio pubblico a servizio del centro urbano
    • Destinazione d’uso: Parcheggio pubblico
    • Superficie Territoriale (ST): 3.023 mq
  • • F5 – Loc. Ciliegi: Nuovo parcheggio pubblico a servizio degli impianti sportivi esistenti
    • Destinazione d’uso: Parcheggio pubblico
    • Superficie Territoriale (ST): 1.793 mq
  • • F6 – Loc. Canova: Nuovo parcheggio pubblico a servizio della località
    • Destinazione d’uso: Parcheggio pubblico
    • Superficie Territoriale (ST): 1.345 mq
  • • F7 – Loc. Canova: Nuovo parcheggio pubblico a servizio della località
    • Destinazione d’uso: Parcheggio pubblico
    • Superficie Territoriale (ST): 1.815 mq
    • SE Nuova Edificazione: ampliamento dell’attività esistente
    • Prescrizioni della Conferenza di Copianificazione: Il P.O. dovrà prevedere una apposita Scheda Norma che inserisca la previsione in un progetto unitario e completo con la viabilità di progetto V1.
  • • V1 – Loc. Reggello: Nuova infrastruttura viaria SP87-SP85
    • Prescrizioni della Conferenza di Copianificazione: Il P.O. operativo dovrà valutare e individuare il migliore inserimento del tracciato viario a tutela delle olivete esistenti. La porzione di tracciato posto a sud di Via Dante Alighieri è da considerarsi come corridoio infrastrutturale e dovrà essere oggetto di ulteriore approfondimento strategico.
  • • V2 – Loc. Donnini – Nuova infrastruttura viaria SP86-SP88
    • Prescrizioni della Conferenza di Copianificazione: Il P.O. operativo dovrà valutare e individuare il migliore inserimento del tracciato viario a tutela dell’ambito perilacquale dello specchi acqueo esistente a sud del tracciato viario. Inoltre il P.O. dovrà prevedere (per quanto possibile) il recupero e la sistemazione dei tracciati viari esistenti, purchè sia mantenuta la funzionalità della viabilità di progetto.
  • • V3 – Loc. Reggello: prolungamento di Via Massimiliano Guerri
  • • V4 – Loc. Reggello: prolungamento di Via Ignazio Silone

CAPO VIII I SISTEMI FUNZIONALI

Art. 67 Disposizioni generali

Il PS assegna ai Sistemi funzionali il compito di rendere dinamiche le strategie dello sviluppo sostenibile assicurando nel contempo una distribuzione delle opportunità all'intero territorio e un rafforzamento della struttura economica e sociale contemperando la sostenibilità ambientale e paesaggistica delle previsioni. Il PS stabilisce per ciascuna funzione gli indirizzi e le regole per la loro concretizzazione.

Art. 68 Disciplina del sistema funzionale della cultura

1. Per la messa in opera del sistema funzionale della cultura, fatti salvi gli aspetti legati all'istruzione e in particolare alle scuole dell'obbligo che fanno capo a disposizioni sovraordinate, la cui attuazione è curata direttamente dalla Pubblica Amministrazione, il PS stabilisce che si debba procedere alla realizzazione di sistemi integrati pubblico-privati per la valorizzazione dei beni culturali siano essi mobili o immobili al fine di divulgarne la conoscenza nei confronti dei residenti e migliorare l'offerta nei confronti dei turisti e degli specialisti in ambito sovralocale.

2. Conseguentemente il PO deve individuare i nodi e le reti attraverso i quali deve essere fondato il sistema funzionale a partire dalle strutture già esistenti, siano esse pubbliche o private. In particolare si individuano i seguenti elementi:

  • - valorizzazione dei beni culturali attraverso la loro localizzazione, la creazione di percorsi tematici, la realizzazione della rete museale, la formazione;
  • - risulta importante mettere in connessione la nuova Biblioteca comunale con quella dell'Abbazia di Vallombrosa al fine di offrire l'occasione per poter valorizzare il patrimonio librario anche con modalità di diffusione sul territorio;
  • - la valorizzazione del patrimonio storico/architettonico con la creazione di percorsi pedonali facilitati che rendano facilmente visitabili le parti storiche delle frazioni e la creazione di laboratori per l'insegnamento degli antichi mestieri e lo sviluppo di un indotto culturale urbano.

Art. 69 Disciplina del sistema funzionale del sociale

1. Per la realizzazione del sistema funzionale del sociale è necessario individuare modalità che consentano di valorizzare la propensione al volontariato dei cittadini e le strutture sociali a partire da quelle esistenti.

2. Il PO deve valutare l'adeguatezza dei servizi offerti ai cittadini in termini di distribuzione sul territorio e qualità delle prestazioni, favorendo cos&igrave anche la nascita di una nuova imprenditorialità sociale.

Il tema dell'immigrazione, che presenta ormai elementi significativi di problematicità anche per la comunità reggellese, può trovare risposte valide anche in un sistema educativo integrato, offrendo un livello di integrazione importante per l'infanzia che può agevolarne l'inserimento lavorativo e sociale.

3. Il Comune potrà dotarsi di un sistema di monitoraggio che consenta di individuare nuovi indicatori di benessere sociale e adeguati strumenti di comunicazione.

Art. 70 Sistema funzionale produttivo

1. Il sistema produttivo di Reggello occupa un'ampia area lungo l'asse autostradale che ha subito i pesanti effetti della crisi del manifatturiero. Tale ambito, ricadente nel Sistema Territoriale di Pianura, costituisce una importante risorsa a disposizione delle imprese che devono procedere alla delocalizzazione delle proprie strutture.

2. Il PS stabilisce, anche in considerazione del livello di infrastrutturazione di cui dispone, che le aree e gli immobili non più utilizzati siano resi disponibili per funzioni produttive, commerciali, direzionali e turistico/ricettive, nei limiti dei dimensionamenti stabiliti dalle UTOE, anche per imprese provenienti dall'area fiorentina.

3. Il PS promuove inoltre la crescita del sistema produttivo locale, attraverso l'insediamento e lo sviluppo di imprese della new-economy18 con il cablaggio dell'intero territorio, la circolazione della conoscenza, l'interazione delle risorse umane presenti, la vendita on-line delle produzioni locali.

4. Ai fini della valorizzazione delle aree produttive si rende necessario adeguare il sistema infrastrutturale in termini di efficienza e sicurezza.

Art. 71 Sistema funzionale commerciale

1. Il PS prende atto della disponibilità, nel Sistema Territoriale di Pianura, di aree produttive e di edifici manifatturieri dismessi presenti lungo l'asse autostradale che dispongono di importanti volumetrie e di adeguate strutture di servizio, oltre che di un buon sistema di infrastrutturazione in quanto servite dall'interconnessione fra l'Autostrada e la SR 69. Per esse prevede la possibilità dell'allocazione di medie strutture di vendita che possono rafforzare il polo commerciale esistente, il cui punto di forza è rappresentato dal Polo della Moda, nei limiti dei dimensionamenti stabiliti dalle UTOE, anche per imprese provenienti dall'area fiorentina.

2. Per il Sistema Territoriale di Collina il PS prevede la possibilità di avviare in tutte le frazioni un processo di riqualificazione del sistema commerciale che passa anche attraverso la realizzazione dei centri commerciali naturali, nei quali sia possibile valorizzare i prodotti alimentari tipici e quelli artigianali.

3. Analogamente è ammessa per tutte le frazioni la localizzazione di mercatali per la vendita di prodotti agricoli a chilometro zero da parte del PO che può prevedere specifici incentivi al fine di favorirne l'insediamento in quanto rappresentano anche un servizio socialmente utile.

Art. 72 Sistema funzionale del turismo

1. Il PS, in considerazione della vocazione storica per il turismo del territorio comunale, stabilisce di rafforzare l'importanza strategica di questo settore per la valorizzazione del territorio, a partire dal recupero delle strutture ricettive esistenti, quali l'insediamento di Saltino, nel Sistema Territoriale Montano, che necessita di adeguamenti funzionali e di attrezzature di servizio che rispondano alle esigenze rappresentate dalla domanda, pur conservando gli elementi di valore storico-tipologico che lo caratterizzano.

2. I centri e nuclei storici offrono nuove opportunità con la possibilità della diffusione della formula dell'albergo diffuso che consente una maggiore distribuzione dell'offerta turistica sul territorio e contestualmente il recupero edilizio e quello urbanistico di nuclei storici altrimenti destinati all'abbandono. Tali strutture possono integrare l'offerta di carattere ricettivo attualmente svolta quasi esclusivamente dagli agriturismi.

3. Ulteriori opportunità possono essere offerte nel Sistema Territoriale di Pianura dalle aree produttive dismesse nelle quali è possibile allocare nuove strutture ricettive che dispongono di un sistema di infrastrutturazione adeguato che rispondono a esigenze derivanti dalla Città Metropolitana e per il turismo d'affari, nei limiti nei limiti dei dimensionamenti stabiliti dalle UTOE.

Art. 73 Sistema funzionale delle infrastrutture

1. Oltre alle disposizioni contenute nell'art. 16 "Disposizioni per le infrastrutture" che costituiscono il riferimento per lo sviluppo della pianificazione delle infrastrutture per il PO, il sistema funzionale della rete viaria disegna la sua strutturazione a livello territoriale e le prestazioni richieste.

2. Per la rete extraurbana secondaria il PS affida al PO il compito di:

  • - mantenere l'efficienza della rete limitando gli ampliamenti alle necessità create dalla evoluzione degli insediamenti nonché alla risoluzione di problematiche pregresse, in particolare quelle connesse al traffico di attraversamento dei centri urbani e per esigenze di protezione civile;
  • - prevedere, nella progettazione di eventuali nuovi tratti della rete e di interventi di ampliamento, un corretto inserimento paesaggistico e ambientale anche attraverso schermature di tipo vegetale;
  • - realizzare interventi di rallentamento dello scorrimento veicolare, necessari ai fini di una maggiore sicurezza della mobilità, sulle tratte di attraversamento dei centri urbani con particolare riferimento alle aree scolastiche e agli spazi di relazione;
  • - includere in circuiti facilitati ciclopedonali i tratti di maggiore rappresentatività paesaggistica ed ambientale.

3. Per la rete delle strade extraurbane locali, comprensive delle strade vicinali il PS stabilisce per il PO il compito di:

  • - mantenere l'attuale assetto e configurazione, limitando ai casi di comprovata necessità gli interventi di stabilizzazione o di variazione della larghezza della sede oppure del tracciato;
  • - incrementare la disponibilità di percorsi facilitati pedociclabili;
  • - migliorare le prestazioni funzionali sotto il profilo della sicurezza.

4. Per la rete delle strade urbane locali il PS stabilisce che il PO debba:

  • - riorganizzare il sistema dell'accessibilità della sosta tenendo presente sia la dimensione territoriale (sosta di lungo termine) sia la dimensione urbana;
  • - incrementare la disponibilità di parcheggi per i residenti e per gli utenti dei nodi logistici;
  • - migliorare le connessioni tra i centri di servizio principali delle diverse UTOE;
  • - adeguare la rete dei percorsi pedonali;
  • - migliorare i livelli di sicurezza della circolazione veicolare e pedonale.
Ultima modifica Mercoledì, 13 Settembre, 2023 - 16:53