Statuto del Territorio del Piano Strutturale

Art. 30 Caratteri generali

Il PIT al fine di assicurare la salvaguardia e valorizzazione del carattere multifunzionale del paesaggio rurale del territorio, assicurare la connettività ecologica e di presidio dei suoli agroforestali, prevede lo sviluppo delle produzioni agro-alimentari di qualità e di eccellenza, la costituzione di una rete di spazi aperti potenzialmente fruibile dalla collettività, oltre a rappresentare per il futuro una forte potenzialità di sviluppo economico. Il PS recepisce tali indirizzi e stabilisce le seguenti disposizioni che sono articolate per i tre Sistemi territoriali:

Art. 31 Sistema Territoriale Montano

1. Il PS al fine di salvaguardare gli elevati valori identitari e paesistici dei paesaggi montani presenti nel Sistema Territoriale Montano, che corrisponde ai sistemi della Montagna e della Dorsale individuati dal PIT, e favorire, anche attraverso adeguati sostegni economici, il mantenimento degli ambienti agro-silvo-pastorali promuovendo la riattivazione di economie che contribuiscano alla loro tutela e valorizzazione, stabilisce che il PO, gli altri strumenti della pianificazione e i Programmi aziendali introducono, per il proprio livello di competenza, misure per:

  • - la conservazione degli importanti complessi forestali montani, con particolare riferimento alle faggete, alle abetine ai boschi misti di faggio e abete, alla Riserva Statale di Vallombrosa e all'ANPIL della Foresta di S. Antonio, nel rispetto delle normative vigenti e in particolare della l.r. 39/2000 e del suo Regolamento d'attuazione;
  • - garantire azioni volte a promuovere il recupero dei castagneti da frutto;
  • - favorire forme innovative per riabitare la montagna (villaggi ecologici, forme di cohousing5 , contrastare gli abbandoni colturali e promuovere la cultura locale;
  • - favorire le azioni che promuovono la multifunzionalità dei boschi, valorizzandone gli aspetti ambientali, quelli turistico/ricreativi e didattici nonché di fruibilità oltre che quelli produttivi anche attraverso la creazione di una strategia di incentivi;
  • - sviluppare forme di integrazione con le attività agro-silvo- pastorali (rete di ospitalità diffusa, agriturismi ecc.) e potenziando l'offerta di servizi alle persone e alle aziende agricole;
  • - prevedere interventi rivolti ad assicurare una densità faunistica sostenibile, con particolare riferimento agli ungulati, al fine di prevenire i danni alle colture arboree in fase di impianto, ai boschi in rinnovazione, alle produzioni agrarie, ed a mantenere la biodiversità negli ambienti forestali;
  • - promuovere la riattivazione di forme di economia che contribuiscano alla tutela e valorizzazione del Sistema;
  • - favorire la conservazione delle corone o fasce di coltivi d'impronta tradizionale poste attorno ai nuclei storici;
  • - evitare, in particolare per il crinale del Pratomagno, ulteriori processi di artificializzazione riconducibili soprattutto alla realizzazione di nuovi impianti eolici o di ripetitori e promuovere interventi di riqualificazione delle infrastrutture incoerenti con il paesaggio;
  • - evitare l'impermeabilizzazione di superfici strategiche per l'assorbimento dei deflussi e la ricarica degli acquiferi;
  • - prevedere il recupero e il mantenimento in efficiente stato di manutenzione della rete scolante superficiale;
  • - ostacolare processi di frammentazione fondiaria e, nel caso di frazionamenti fondiari derivanti da deruralizzazioni i confini devono seguire limiti naturali (fossi, siepi, filari, strade, alberature in genere, muretti, ecc.);
  • - favorire il recupero e il mantenimento dei edifici rurali;
  • - limitare la realizzazione di nuove recinzioni soprattutto nei casi di deruralizzazione dei fabbricati rurali al fine di mantenere la continuità delle aree di pertinenza dei fabbricati con il territorio rurale aperto;
  • - mantenere la copertura vegetale permanente sulle aree coltivate con pendenze maggiori del 30% e incrementare le formazioni vegetali non produttive (formazioni riparali, siepi, alberature isolate e macchie di bosco);
  • - istituire misure di premialità per favorire le aziende che utilizzano metodi di coltivazione biologica e biodinamica.

2. Le attività agrituristiche sono disciplinate dalla l.r. 30/2003 e smi e dal Regolamento d'attuazione nonché dalle disposizioni contenute nel presente Statuto.

5complesso di abitazioni private con spazi e servizi collettivi

Art. 32 Sistema Territoriale di Collina

1. Il PS, al fine di preservare il patrimonio paesaggistico del territorio rurale collinare, garantisce azioni e programmi volti a tutelare la struttura insediativa policentrica costituita dai nuclei storici e dalla relativa viabilità fondativa, con particolare riferimento alla collana di centri di mezza costa disposti lungo la Cassia Vetus o Via dei Sette Ponti, preservandone l'integrità morfologica e le visuali panoramiche da e verso tali insediamenti. A tal fine stabilisce che il PO contenga specifiche disposizioni per impedire urbanizzazioni diffuse e saldature lungo la viabilità di crinale e di mezza costa. Il PO, gli altri strumenti della pianificazione e i Programmi Aziendali devono contenere, per il proprio livello di competenza, misure per:

  • - favorire, ove possibile e anche attraverso adeguati sostegni economici, il mantenimento dei tessuti coltivati d'impronta tradizionale e delle relative sistemazioni di versante, con particolare riferimento a quelli posti attorno ai nuclei storici e lungo la viabilità fondativa;
  • - indirizzare la pianificazione dei completamenti insediativi urbani in modo da salvaguardare la stabilità dei versanti, soprattutto nel sistema della Collina dei bacini neoquaternari e del Margine ("cos&igrave come definiti nel PIT");
  • - introdurre, per le colture specializzate di grandi estensioni con ridisegno integrale della maglia agraria, soluzioni che garantiscono la funzionalità del sistema di regimazione idraulico-agraria e di contenimento dei versanti, con sistemazioni coerenti con il contesto paesaggistico;
  • - introdurre specifiche disposizioni che assicurano la presenza di adeguate dotazioni (siepi, filari alberati) in grado di migliorarne i livelli di permeabilità ecologica;
  • - indirizzare gli interventi di trasformazione sul versante occidentale del Pratomagno, il cui paesaggio è fortemente caratterizzato dalle balze, anche attraverso incentivi pubblici, che assicurino la conservazione di queste importanti emergenze geomorfologiche;
  • - assicurare il mantenimento della diversificazione colturale data dall'alternanza tra oliveti, vigneti, seminativi arborati e semplici (morfotipo 19 della carta dei morfotipi rurali del PIT);
  • - favorire la gestione forestale sostenibile delle matrici forestali individuate nell'analisi degli ecosistemi e il recupero dei castagneti da frutto;
  • - assicurare la gestione della continuità delle frange boscate che si insinuano nel tessuto dei coltivi e si connettono alle formazioni principali;
  • - prevedere interventi rivolti ad assicurare una densità faunistica sostenibile, con particolare riferimento agli ungulati, al fine di prevenire i danni alle colture arboree in fase di impianto, ai boschi in rinnovazione, alle produzioni agrarie, ed a mantenere la biodiversità negli ambienti forestali;
  • - favorire e valorizzare l'agricoltura eseguita con tecniche da agricoltura integrata, biologica e biodinamica, integrandola con tutti gli ambiti dell'economia locale, attraverso una pianificazione realizzata secondo un approccio bottom up6 , creando un "luogo" di confronto in cui possono essere valorizzate le peculiarità locali e in cui le produzioni di beni e di servizi agricoli ma anche la cultura, la tradizione e le risorse naturali e paesaggistiche diventano i fattori di uno sviluppo concertato e sostenibile;
  • - assicurare un adeguato stato di manutenzione delle sistemazioni idraulico-agrarie a carattere permanente esistenti anche attraverso forme di premio/incentivo;
  • - ostacolare processi di frammentazione fondiaria, favorire la coesione e la partecipazione degli attori della filiera agricola a preservare l'ambito territoriale mediante uso di tecniche agronomiche condivise e assicurare la presenza di servizi e strutture centralizzati, ubicati preferibilmente nelle aree edificate urbane;
  • - riqualificare i centri urbani e i nuclei edificati attraverso interventi di conservazione del patrimonio edilizio esistente, l'adeguamento infrastrutturale, la creazione di percorsi facilitati, l'arredo urbano, la riqualificazione degli spazi periurbani degradati, anche mediante interventi che assecondino e valorizzino l'attività agricola, la promozione e commercializzazione dei prodotti del territorio circostante, la cura del verde pubblico e privato in coerenza con la flora tipica del luogo, creando spazi e strutture per la trasformazione e vendita dei prodotti agricoli in forma anche itinerante;
  • - salvaguardare gli assetti agricoli esistenti favorendo il mantenimento della biodiversità con adeguate misure di carattere ambientale che offrano la possibilità agli agricoltori di aderire a forme di certificazione collettiva delle proprie produzioni;
  • - incentivare la realizzazione di sistemi che consentono di raccogliere l'acqua piovana per poterla riutilizzare nei periodi di minor piovosità al fine di tutelare il più possibile la risorsa di falda;
  • - favorire il mantenimento della rete di viabilità minore, il suo corredo arboreo, le siepi e i manufatti di valenza storico-testimoniale;
  • - proteggere i punti di sosta di interesse panoramico impedendo la realizzazione di barriere visive di qualunque tipo, esclusi gli impianti arborei di interesse agrario ma ad esclusione delle piantagioni arboree da legno, cos&igrave come evidenziato nella Tavola 9 della Intervisibilità.

2. Il PS stabilisce il divieto di abbattimento degli alberi monumentali e inoltre che i confini, in caso di frazionamenti fondiari derivanti da deruralizzazioni, devono seguire limiti naturali (fossi, siepi, filari, strade, alberature in genere muretti ecc.).

3. Le attività agrituristiche sono disciplinate dalla l.r. 30/2003 e smi e dal Regolamento d'attuazione nonché dalle disposizioni contenute nel presente Statuto.

6processi decisionali democratici, dal basso verso l'alto

Art. 33 Sistema Territoriale di Pianura

1. Il PS al fine di riqualificare le aree di pianura e fondovalle, limitando ulteriori processi di impermeabilizzazione e consumo di suolo agricolo contenendoli nell'ambito del territorio urbanizzato, cos&igrave come individuato nelle perimetrazioni di cui all'art. 4 della l.r. 65/2014, stabilisce che debbano essere evitati ulteriori processi di saldatura per gli insediamenti di fondovalle, contiene disposizioni per proteggere le parti del territorio con caratteri rurali ancora presenti e le zone di pertinenza fluviale dove è necessario preservare i varchi inedificati, gli spazi aperti (agricoli e naturali) residui e le direttrici di connettività esistenti. A tal fine dispone che il PO, gli altri strumenti della pianificazione e i Programmi Aziendali devono contenere, per il proprio livello di competenza, misure per:

  • - mitigare e compensare l'impatto del fascio infrastrutturale costituito dall' Autostrada A1/E35, dalla SR 69, dalla SP 11 e dalla linea ferroviaria ad alta velocità e dalle opere, impianti e piattaforme di servizio connessi sul paesaggio fluviale, nei tratti in cui attraversano o costeggiano l'Arno, migliorando i livelli di permeabilità ecologica delle zone agricole, contenendo ulteriori urbanizzazioni e garantendo che i nuovi interventi infrastrutturali non accentuino l'effetto barriera del corridoio viario-infrastrutturale. Nel caso di integrazioni alle infrastrutture esistenti garantire che i tracciati dei nuovi interventi limitino l'effetto barriera, sia dal punto di vista visuale che ecologico.
  • - evitare processi di frammentazione delle superfici agricole a opera di infrastrutture o di altri interventi di urbanizzazione (grandi insediamenti a carattere produttivo-artigianale e commerciale) che ne possono compromettere la funzionalità e indurre effetti di marginalizzazione;
  • - il miglioramento dei livelli di sostenibilità e di coerenza delle attività estrattive rispetto alla emergenze naturalistiche scongiurando l'apertura di nuovi siti, con particolare riferimento alla pianura agricola lungo il corso dell'Arno. Oltre alle attività in corso comprese quelle di lavorazione e trattamento di inerti, la presenza di numerose cave abbandonate e delle quali non è stato effettuato il ripristino ambientale, in specie quelle concentrate nel fondovalle alluvionale, rappresenta un rischio per le falde acquifere per le quali il PO e gli altri strumenti della pianificazione comunale devono prevedere programmi di riqualificazione e risanamento ambientale e paesaggistico secondo le disposizioni indicate dalle normative vigenti e in particolare dalla l.r. 35/2015, "Disposizioni in materia di cave".
  • - impedire la programmazione di nuovi interventi che generano frammentazioni e consumo di suolo della piana fluviale, inserimenti di volumi e attrezzature fuori scala rispetto alla maglia territoriale;
  • - preservare, valorizzare e riqualificare dal punto di vista paesaggistico e ambientale il fiume Arno, mediante azioni volte a migliorarne la qualità ecosistemica complessiva anche aumentando la copertura depurativa dei reflui urbani e industriali;
  • - adottare una gestione delle fasce ripariali finalizzata al miglioramento del continuum ecologico dei corsi d'acqua, anche perseguendo interventi di riqualificazione e di ricostituzione delle vegetazione ripariale (con priorità per le aree classificate dal PIT come "corridoio ecologico fluviale da riqualificare");
  • - valorizzare il ruolo connettivo storico dell'Arno, promuovendo forme di fruizione sostenibile della via d'acqua e delle sue riviere e progetti di recupero di manufatti di valore storico-culturale legati alla risorsa idrica;
  • - favorire la conservazione delle corone o fasce di coltivi d'impronta tradizionale poste attorno ai nuclei storici;
  • - riqualificare i waterfront urbani7 degradati, la viabilità e gli spazi pubblici rivieraschi, l'accessibilità al fiume e la sua riconoscibilità nel contesto urbano;
  • - indirizzare la pianificazione in modo da conservare le direttrici di connettività trasversali alle aree più intensamente artificializzate, favorire azioni volte a conservare i nodi degli agroecosistemi indicati nella carta della rete ecologica del PIT, a migliorare i livelli di permeabilità ecologica del territorio agricolo;
  • - migliorare la gestione dei boschi planiziali e ripariali;
  • - favorire e valorizzare l'agricoltura eseguita con tecniche da agricoltura integrata, biologica e biodinamica, integrandola con tutti gli ambiti dell'economia locale, attraverso una pianificazione realizzata secondo un approccio bottom up8, creando un "luogo" di confronto in cui possono essere valorizzate le peculiarità locali e in cui le produzioni di beni e di servizi agricoli ma anche la cultura, la tradizione e le risorse naturali e paesaggistiche diventano i fattori di uno sviluppo concertato e sostenibile;
  • - assicurare un adeguato stato di manutenzione delle sistemazioni idraulico-agrarie a carattere permanente esistenti anche attraverso forme di premio/incentivo;
  • - ostacolare processi di frammentazione fondiaria, favorire la coesione e la partecipazione degli attori della filiera agricola a preservare l'ambito territoriale mediante uso di tecniche agronomiche condivise e assicurare la presenza di servizi e strutture centralizzati, ubicati preferibilmente nelle aree edificate urbane.

2. Le attività agrituristiche sono disciplinate dalla l.r. 30/2003 e smi e dal Regolamento d'attuazione nonché dalle disposizioni contenute nel presente Statuto.

7relazioni fra il corso d'acqua e la città

8processi decisionali democratici, dal basso verso l'alto

Ultima modifica Mercoledì, 13 Settembre, 2023 - 16:53