Statuto del Territorio del Piano Strutturale

Art. 22 Caratteri generali

Le matrici che caratterizzano l'invariante nel territorio del Comune di Reggello sono quelle prevalentemente forestali del sistema della montagna (con prevalenza di faggete, castagneti e rimboschimenti di conifere), quelle agricole collinari terrazzate e delle piattaforme plioceniche (con oliveti e vigneti) caratterizzate dalla presenza dei caratteristici paesaggi geomorfologici delle Balze del Valdarno, derivanti dall'erosione dei sedimenti lacustri pliocenici e dal sistema della pianura alluvionale, fortemente urbanizzata e artificializzata, segnata dalla presenza del corso del fiume Arno e dal fascio infrastrutturale. Per esse il PS assicura l'equilibrio delle relazioni fra componenti naturali, seminaturali e antropiche dell'ecosistema, stabilendo indirizzi e prescrizioni per il miglioramento dei livelli di permeabilità ecologica. A tal fine individua la rete ecologica costituita dalle connessioni verdi e dal reticolo idraulico, prescrive il mantenimento e lo sviluppo delle funzioni ecosistemiche dei paesaggi rurali, la tutela degli ecosistemi naturali e degli habitat1 di interesse regionale e/o comunitario presenti.

I maggiori fattori di rischio per l'invariante sono i processi di abbandono delle attività agricole e zootecniche, con rilevanti processi di degrado delle aree agrosilvopastorali particolarmente concentrati nelle parti collinari, con il bosco che avanza a causa dell'abbandono delle attività agricole, e che costituisce esso stesso elemento di degrado del territorio rurale e più marginalmente degli habitat prativi di crinale del Pratomagno.

Il PS per la difesa e valorizzazione paesaggistica del territorio stabilisce per ciascun sistema territoriale, oltre alle disposizioni contenute nei Regolamenti di gestione delle ANPIL, le seguenti ulteriori disposizioni che il PO e gli altri strumenti della pianificazione devono tradurre in azioni concrete.

1 insieme dei caratteri ambientali, climatici, geologici, geografici ecc. che favoriscono l'insediamento di certe specie animali o vegetali

Art. 23 Sistema Territoriale Montano

- Deve essere contrastato l'abbandono delle attività forestap nei boschi e in particolare nelle foreste di S. Antonio e di Vallombrosa per assicurare il permanere degp elevati pvelp di biodiversità e gp importanti valori naturapstici presenti e quello delle attività agricole colpnari per contrastare l'avanzamento delle superfici boscate.

- E' indispensabile contrastare e prevenire gp incendi estivi con l'introduzione di modaptà di gestione che migporino i pvelp di sicurezza per la frequentazione a fini turistici del territorio ed in particolare della Riserva Statale di Vallombrosa e dell'area protetta della Foresta di S. Antonio.

- Devono essere tutelati i nodi primari della rete ecologica forestale costituita prevalentemente da faggete, castagneti e abetine, cui si aggiungono ontanete e sapceti arbustivi e arborei dei corsi d'acqua montani.

- Deve essere tutelata e o recuperata la rete ecologica di elevato valore naturapstico e funzionale degp ecosistemi torrentizi montani e primariamente il Borro di S. Antonio, interno all'ANPIL "Foresta di S. Antonio", nel quale è presente una importante fauna ittica e anfibia, del torrente Resco, Chiesimone, Vicano di S. Ellero e Vicano di Vallombrosa con i loro affluenti, vietando per essi la captazione delle acque nei periodi di scarsa piovosità.

Art. 24 Sistema Territoriale di Collina

- E' necessario tutelare il paesaggio collinare caratterizzato nella quasi totalità dai terrazzamenti che circondano gli insediamenti partendo dalle Balze e arrivando sino al confine con le parti boscate soprastanti, in gran parte in abbandono, soprattutto alle quote più elevate e che costituiscono un rifugio ideale per la fauna. A tal fine il PO deve contenere specifiche norme che assicurano il permanere dei muri a secco e il loro restauro e ripristino.

- Deve essere valorizzata la coltura dell'olivo, che costituisce uno sviluppato sistema di nodi degli agroecosistemi, impiantato nelle parti terrazzate, in mosaico con gli elementi vegetali lineari o puntuali, con piccoli boschetti, seminativi, colture promiscue e vigneti, con l'introduzione di specifiche misure premiali nel PO e negli altri strumenti della pianificazione comunale.

- Deve essere assicurata la conservazione del mosaico ambientale complesso costituito dalle Balze che oltre a presentare uno scenario paesaggistico unico nella sua spettacolarità, offrono una grande eterogeneità di habitat2 e numerose risorse ambientali per un elevato numero di specie animali. Poiché le alterazioni generate dal dilavamento di acque meteoriche hanno assunto maggiore rilievo a causa delle mutazioni climatiche, deve essere inibita qualsiasi trasformazione del suolo che, anche indirettamente, crei ulteriori alterazioni alla loro conformazione.

- Devono essere avviate politiche di contenimento energetico e delle emissioni inquinanti in atmosfera ai fini di contribuire al miglioramento della qualità dell'aria e alla lotta al riscaldamento globale.

- Devono essere salvaguardati gli ecosistemi fluviali, il reticolo idrografico, le aree umide e la vegetazione ripariale in quanto elementi fondanti di una complessiva rete ecologica di elevato valore naturalistico e funzionale. A essi deve essere associato l'obiettivo della Strategia regionale della biodiversità per gli ecosistemi torrentizi, presenza fortemente caratterizzante l'ambito, assicurando la tutela degli ecosistemi naturali e degli habitat2 di interesse regionale e/o comunitario, ricreando un sistema di connessioni verdi che strutturi la rete ecologica.

- Devono essere analogamente salvaguardati gli ecosistemi rupestri, presenti soprattutto negli alti versanti del Pratomagno, con caratteristici affioramenti di rocce arenacee presenti nell'alta Valle di S. Antonio, anche in mosaico con lande di degradazione post incendio, balze, calanchi e pilastri d'erosione, ampiamente presenti e fortemente caratterizzanti il paesaggio dei bassi versanti. Tali emergenze geomorfologiche costituiscono, assieme alle aree agricole, agli arbusteti e ai boschi termofili o umidi degli impluvi, un complesso mosaico di alto valore naturalistico confermato dalla presenza dell'ANPIL che il PO e gli altri strumenti della pianificazione devono salvaguardare con azioni concrete.

2insieme dei caratteri ambientali, climatici, geologici, geografici ecc. che favoriscono l'insediamento di certe specie animali o vegetali

Art. 25 Sistema Territoriale di Pianura

- Le principali criticità in questo sistema territoriale sono costituite dal processo di artificializzazione e urbanizzazione del fondovalle associata alla presenza di importanti infrastrutture stradali e ferroviarie che si sono sviluppate parallelamente e in adiacenza al corso del fiume Arno e ai suoi ecosistemi ripariali. Tale processo ha determinato una elevata riduzione degli agroecosistemi di pianura e una forte pressione sugli ecosistemi fluviali dell'Arno costituendo un effetto di barriera ecologica. Il PS avvia politiche di riqualificazione del territorio a fini ambientali e produttivi agricoli che il PO e gli altri strumenti della pianificazione devono tradurre in azioni concrete, limitando le espansioni edilizie dei centri abitati all'ambito del territorio urbanizzato.

- Deve essere assicurata un'alta permeabilità ecologica della pianura alluvionale nelle sue diverse articolazioni, l'equilibrio delle relazioni fra componenti naturali, seminaturali e antropiche dell'ecosistema.

- Devono essere salvaguardate le funzioni ecosistemiche dei paesaggi rurali di fondovalle, le aree di pertinenza fluviale e gli ecosistemi ripariali attraverso disposizioni del PO che leghino le trasformazioni al divieto di alterazione e frammentazione del paesaggio, promuovano la riqualificazione ambientale delle aree di pertinenza delle zone industriali, attraverso politiche di adeguamento dei sistemi di depurazione e di divieto dello sversamento di sostanze inquinanti nei corsi d'acqua. In particolare devono essere riqualificate le pertinenze delle aree industriali realizzate nelle aree di pertinenza fluviale, a diretto contatto con la vegetazione ripariale e lungo le direttrici stradali principali interne, quali ad esempio Matassino - Piandiscò, ricreando un sistema di connessioni verdi che strutturi la rete ecologica. Tale azione deve essere associata all'obiettivo della Strategia regionale della biodiversità sugli ecosistemi fluviali, riguardante il corso del fiume Arno, presenza che caratterizza fortemente il sistema territoriale, assicurando la tutela degli ecosistemi naturali e degli habitat3 di interesse regionale e/o comunitario.

- Le espansioni residenziali dei centri abitati che hanno generato una artificializzazione dei paesaggi agricoli e forestali dei bassi versanti valdarnesi devono essere contenute nell'ambito dell'insediamento esistente urbanizzato, secondo le modalità indicate dal PIT per gli "abachi dei morfotipi delle urbanizzazioni contemporanee" contenute nell'elaborato di livello regionale relativo alla III Invariante.

- Deve essere evitata qualsiasi espansione o incremento del carico urbanistico per le vecchie lottizzazioni sparse nel territorio rurale e a tal fine il PO deve prevedere una specifica disciplina che limiti gli interventi consentiti sul patrimonio edilizio esistente esclusivamente a interventi di recupero edilizio senza incrementi del carico urbanistico.

- devono essere avviate politiche di contenimento energetico e delle emissioni inquinanti in atmosfera ai fini di contribuire al miglioramento della qualità dell'aria e alla lotta al riscaldamento globale.

Ultima modifica Mercoledì, 13 Settembre, 2023 - 16:53