Statuto del Territorio del Piano Strutturale

Art. 18 Caratteri generali

Gli elementi che strutturano l'invariante e le sue relazioni con i paesaggi antropici nel territorio del Comune di Reggello sono la fragilità del suolo legata al dissesto idrogeologico, il rischio idraulico e della stabilità dei versanti, contestualizzati ed esaminati all'interno di unità territoriali "tipi fisiografici" semplicemente ed oggettivamente riconoscibili. Pur rilevando nella definizione del "tipo fisiografico" un forte accento relativo alla stratificazione verticale altimetrico/morfologica del territorio, da monte a valle, tale partizione del territorio, considera anche altri fattori fra cui la distribuzione degli insediamenti e le loro similitudini, l'uso del suolo, la distribuzione delle foreste, le caratteristiche del rilievo e il contributo della struttura geologica al paesaggio.

Tali aspetti hanno assunto livelli significativi negli ultimi decenni per il Sistema Territoriale di Collina nel quale il PS ha incluso la maggior parte del sistema insediativo di origine storica che si è sviluppato lungo la Strada dei Setteponti, con una specificità paesaggistica che deve essere valorizzata ma anche tutelata. Esso è contraddistinto dai terreni terrazzati costituiti da muretti a secco che nei mesi invernali sono il rifugio ideale per la fauna presente, coltivati prevalentemente a oliveti e vigneti e dalla presenza della conformazione geologica denominata "Le Balze del Valdarno".

I terreni agricoli terrazzati e Le Balze sono i due elementi maggiormente significativi dell'invariante, che connotano paesaggisticamente il Sistema Territoriale di Collina e che devono essere tutelati.

Poiché i maggiori fattori di rischio per l'invariante sono i mutamenti climatici, l'abbandono delle attività agricole e con esso anche la mancata manutenzione del sistema di regimazione idraulica nei terreni terrazzati e dei coltivi in prossimità degli orli di scarpata che cingono "Le Balze", come evidenziato dalla Tavola 7 Criticità territoriali , il PS al fine della sua difesa e per la valorizzazione paesaggistica del territorio statuisce le seguenti disposizioni:

  • - per la tutela delle acque superficiali e profonde, delle strutture geologiche, litologiche e pedologiche, della dinamica geomorfologica, dei caratteri morfologici del suolo gli strumenti di attuazione del PS, a partire dal PO, devono assicurare la protezione dell'attività agricola storica di collina e con essa l'assetto dei terrazzamenti che sono l'elemento fondante dell'invariante per le problematiche legate al rischio idraulico e al rischio inerente la stabilità dei versanti. A tal fine il PS, a seguito di approfonditi studi di carattere geologico e idraulico, individua le parti del territorio esposte a maggiore pericolo e stabilisce le procedure e gli accorgimenti operativi necessari per mettere in sicurezza gli abitati e le infrastrutture oltre alle necessarie limitazioni d'uso;
  • - stabilisce di avviare politiche di riqualificazione della silvicoltura, dell'agricoltura collinare e delle zone della piana alluvionale dell'Arno indirizzate a contrastare l'abbandono, prescrivendo azioni finalizzate all'aumento sostenibile della produttività, della redditività e dell'efficienza delle risorse negli agroecosistemi, tenendo conto dei cambiamenti climatici, della biodiversità, della funzionalità dei suoli, anche attraverso lo sviluppo e la riorganizzazione del sistema della conoscenza. Il PO e gli altri strumenti della pianificazione devono perseguire azioni mirate al coordinamento e integrazione dei processi di filiera per il potenziamento del ruolo dell'agricoltura, per elevare e tutelare la qualità e tipicità dei prodotti agricoli, per la sicurezza degli alimenti con il rafforzamento delle colture biologiche, promuovendo l'utilizzo sostenibile delle risorse biologiche a fini energetici e industriali e stili di vita sani;
  • - di assicurare la salvaguardia delle risorse idriche attraverso la tutela dei corsi d'acqua e della vegetazione ripariale, delle sorgenti e dei loro ecosistemi, dei punti di prelievo e captazione della risorsa idrica a fini acquedottistici per pubblica utilità con le relative aree di tutela, prevenendo le alterazioni del paesaggio suscettibili di impatto negativo sulla qualità e quantità delle medesime; tutela la sicurezza dei bacini idrografici, evitando alterazioni negative dei regimi di deflusso e trasporto solido.
  • - stabilisce le regole per la protezione degli elementi geomorfologici che connotano il paesaggio, quali i crinali montani e collinari, unitamente alle aree di margine e ai bacini neogenici e quaternari della bassa valle dell'Arno, il territorio delle Balze del Valdarno, Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL), evitando interventi che ne modifichino la forma fisica e la funzionalità strutturale. A tali fini, considerata la propensione al dissesto idrogeologico di queste aree che si è accentuata negli ultimi decenni a causa delle mutazioni climatiche, assicura il contenimento dell'erosione del suolo entro i limiti imposti dalle dinamiche naturali, promuovendo il presidio delle aree agricole abbandonate e un'agricoltura economicamente e ambientalmente sostenibile orientata all'utilizzo di tecniche colturali che non accentuino l'erosione.

Pertanto, in adeguamento alla disciplina del PIT, il PS fissa le salvaguardie di seguito evidenziate per ciascuno dei sistemi territoriali del presente PS, la cui descrizione è contenuta nella Relazione al Capitolo 10, che sono definiti come sotto specificato, uniformando la loro definizione secondo criteri che per lo più aderiscono agli accorpamenti dei "tipi fisiografici" dei sistemi morfogenetici del PIT. Il PO e gli altri strumenti della pianificazione devono provvedere a tradurre in azioni concrete i relativi criteri di indirizzo riportati nel seguente dettaglio.

Art. 19 Sistema Territoriale Montano

Vi sono compresi, per lo più, areali territoriali riconducibili ai sistemi morfogenetici di dorsale silicoclastica e montagna silicoclastica rispettivamente indicati con le sigle DOS e MOS nella cartografia del PIT (vedi Tavola 11 Invarianti strutturali).

  • - Al fine della prevenzione del rischio geomorfologico devono essere evitati gli interventi di trasformazione che comportino aumento del deflusso superficiale e alterazione della stabilità dei versanti.
  • - Devono essere altres&igrave evitati interventi sulla viabilità minore che possano destabilizzare i versanti, favorendo invece quelli che recuperino o migliorino l'assetto idrogeologico del territorio.
  • - Devono essere tutelate le coperture forestali con un'utilizzazione sostenibile per prevenire la perdita di stabilità dei versanti e per incrementare la protezione del suolo e il valore ecologico.
  • - Devono essere favoriti interventi di prevenzione dei dissesti idrogeologici e di recupero per le opere di sistemazione idraulico- forestale - agraria esistenti, con particolare riferimento alle aree caratterizzate da abbandono rurale.

Art. 20 Sistema Territoriale di Collina (comprensivo dei terrazzi del Valdarno Superiore)

Sono inseriti in tale sistema territoriale porzioni di territorio, per lo più, riconducibili ai seguenti sistemi morfogenetici del PIT: margine (MAR), collina dei bacini neoquaternari a litologie alternate (CBAt), collina su depositi neoquaternari con livelli resistenti (CBLr), collina calcarea (Cca), collina a versanti dolci sulle unità liguri (CLVd) e collina a versanti dolci sulle unità toscane (CTVd), (vedi Tavola 11 Invarianti strutturali).

  • - Al fine della prevenzione del rischio geomorfologico devono essere evitati gli interventi di trasformazione che comportino alterazioni permanenti della natura del suolo e del deflusso superficiale.
  • - Deve essere evitata l'espansione delle colture arboree di pregio su suoli argillosi se non si introducono misure idonee di carattere agronomico e idraulico che evitino il riversamento di deflussi e acque di drenaggio su suoli argillosi adiacenti.
  • - Devono essere favorite le gestioni agro-silvo-pastorali che prevengono e riducono gli impatti sull'idrologia, l'erosione del suolo e la forma del rilievo stesso.
  • - Devono essere evitati ulteriori modellamenti meccanici delle forme di erosione intensa.
  • - Deve essere mantenuta la struttura degli insediamenti congrua alla struttura geomorfologica, privilegiando in particolare l'insediamento sommitale e il mantenimento dei rapporti strutturali tra insediamento sommitale e campagna sui versanti.
  • - Deve essere limitato il consumo di suolo per salvaguardare i caratteri qualitativi e quantitativi delle risorse idriche.
  • - Deve essere coniugata l'attitudine alle colture di pregio con la protezione del suolo e delle falde acquifere.
  • - Devono essere favorite tecniche di impianto e gestione delle colture indirizzate alla prevenzione dell'erosione del suolo e dell'aumento dei deflussi superficiali.
  • -Deve essere favorita una gestione agricola che tenga conto del potenziale naturale dei suoli da preservare, tutelare e potenziare e della necessità di tutela delle falde acquifere.
  • - Devono essere evitati estesi rimodellamenti delle morfologie associati agli impianti di colture intensive.
  • - Devono essere evitati gli interventi che riducono l'infiltrazione dell'acqua, in particolare l'impermeabilizzazione del suolo, e che comportano la riduzione prolungata della copertura forestale.
  • - Devono essere altres&igrave evitati interventi sulla viabilità minore che possono destabilizzare i versanti, favorendo invece quelli che recuperano o migliorano l'assetto idrogeologico del territorio.

Art. 21 Sistema Territoriale di Pianura

Vi sono compresi, per lo più, areali territoriali riconducibili al sistema morfogenetico di fondovalle indicato con la sigla FON nella cartografia del PIT (vedi Tavola 11 Invarianti strutturali).

  • - Deve essere limitato il consumo di suolo per ridurre l'esposizione al rischio idraulico e salvaguardare i caratteri qualitativi e quantitativi delle risorse idriche.
  • - Deve essere perseguita l'ottimizzazione della compatibilità ambientale, idrogeologica e paesaggistica delle attività estrattive esistenti e degli interventi di ripristino. A tal fine il PO e gli altri strumenti della pianificazione comunale favoriscono il ripristino ambientale dei siti estrattivi inattivi e la gestione sostenibile degli impianti in attività, al fine di razionalizzare e migliorare i livelli di sostenibilità e di coerenza delle attività estrattive rispetto alla emergenze naturalistiche scongiurando l'apertura di nuovi siti, con particolare riferimento alla pianura agricola lungo il corso dell'Arno. Oltre alle attività in corso comprese quelle di lavorazione e trattamento di inerti, la presenza di numerose cave abbandonate e delle quali non è stato effettuato il ripristino ambientale, in specie quelle concentrate nel fondovalle alluvionale, rappresenta un rischio per le falde acquifere per le quali il PO e gli altri strumenti della pianificazione comunale devono prevedere programmi di riqualificazione e risanamento ambientale e paesaggistico secondo le disposizioni indicate dalle normative vigenti e in particolare dalla l.r. 35/2015, "Disposizioni in materia di cave".
Ultima modifica Mercoledì, 13 Settembre, 2023 - 16:53