Statuto del Territorio del Piano Strutturale

Art. 59.1 Disposizioni per il territorio rurale

1.Nel territorio rurale dell’UTOE 2 è necessario ostacolare i processi di frammentazione fondiaria favorendo la coesione e la partecipazione degli attori della filiera agricola e preservando l’ambito territoriale mediante uso di tecniche agronomiche condivise, servizi e strutture centralizzati ubicati preferibilmente in prossimità delle aree edificate urbane. E’ necessario salvaguardare gli assetti agricoli esistenti favorendo il mantenimento della biodiversità e offrire, con adeguate misure sul territorio comunale di carattere ambientale, la possibilità agli agricoltori di aderire a forme di certificazione collettiva delle proprie produzioni. Il PS vuole inoltre favorire e valorizzare l’agricoltura eseguita con tecniche da agricoltura Integrata, Biologica e Biodinamica, integrandola con tutti gli ambiti dell’economia locale, attraverso una pianificazione realizzata secondo un approccio bottom up. Creando un “luogo” di confronto in cui possono essere valorizzate le peculiarità locali e in cui le produzioni di beni e di servizi agricoli ma anche la cultura, la tradizione e le risorse naturali e paesaggistiche diventano i fattori di uno sviluppo concertato e sostenibile. Gli interventi nelle aree boscate dovranno essere in accordo alla normativa di settore L.R. 39/00 e suo regolamento attuativo DPGR 48/r/2003.

2. Sono obiettivi del PSI del territorio rurale dell’UTOE 2:

  • - tutela e valorizzazione dei geotopi, in particolare di valore monumentale;
  • - mantenimento ed estensione delle copertura vegetale delle colline argillose;
  • - tutela dell'intero processo evolutivo naturale. La tutela comporta il controllo della possibile accelerazione dei fenomeni erosivi e gravitativi delle balze connessi al cattivo o anomalo deflusso delle acque di superficie provenienti dal sovrastante altopiano e dal sistema agricolo di crinale.
  • - Compressione delle modificazioni antropiche, che possono interagire negativamente nei confronti dei fenomeni geomorfologici di cui al precedente punto ivi compresi, dove necessario, il taglio del bosco, l’apertura di strade anche aziendali a fondo naturale, movimenti di terra.
  • - l’incentivazione alla permanenza della struttura agraria tradizionale quale elemento qualificante dal punto di vista funzionale e percettivo;
  • - favorire, nell’ambito delle aree prossime ai centri abitati ed ai maggiori aggregati che si distinguono per i processi di destrutturazione, tipici della frangia urbana, con commistione di funzioni e forte frammentazione fondiaria, una specifica disciplina di riqualificazione ambientale, finalizzata al recupero delle permanenze del paesaggio agrario tradizionale, al riordino degli insediamenti e delle aree di pertinenza, della viabilità e degli annessi;
  • - la valorizzazione dell’agricoltura eseguita con tecniche da agricoltura Integrata, Biologica e Biodinamica, integrandola con tutti gli ambiti dell'economia locale, attraverso una pianificazione integrata;
  • - evitare i processi di frammentazione fondiaria favorendo la coesione e la partecipazione degli attori della filiera agricola a preservando l'ambito territoriale mediante uso di tecniche agronomiche condivise, servizi e strutture centralizzati ubicati preferibilmente nelle aree edificate urbane;
  • - favorire la gerarchizzazione e conseguente limitazione delle criticità esistenti nella rete viaria;
  • - favorire la tutela e valorizzazione dei valori storico-culturali-paesaggistico ambientali comprese le modalità insediative tradizionali;
  • - disciplinare l'uso e la trasformazione del patrimonio edilizio rurale

3. Sono indirizzi del PS per il PO riferiti al territorio rurale dell’UTOE 2:

  • - nel caso di deruralizzazioni, i confini devono seguire i limiti naturali;
  • - il mantenimento in efficiente stato di manutenzione delle sistemazioni idraulico-agrarie a carattere permanente esistenti e la realizzazione di sistemi che consentano di raccogliere l’acqua piovana per poterla riutilizzare nei periodi di minor piovosità, al fine di tutelare il più possibile la risorsa di falda, anche attraverso forme di premio/incentivo;
  • - per la protezione dei punti di sosta di interesse panoramico il divieto di realizzazione di barriere visive di qualunque tipo;
  • - il mantenimento della rete di viabilità minore, il suo corredo arboreo, le siepi e i manufatti di valenza storico-testimoniale;
  • - la gestione forestale sostenibile delle matrici forestali individuate nell’analisi degli ecosistemi e il recupero dei castagneti da frutto;
  • -il divieto di abbattimento degli alberi monumentali;
  • - la valorizzazione delle aziende che utilizzano metodi di coltivazione biologica e biodinamica anche attraverso la creazione di una strategia di incentivi.

Per gli aspetti edilizi il PO deve contenere specifiche regole che prescrivano:

  • - l’ubicazione dei nuovi interventi edilizi solo in prossimità dei nuclei poderali esistenti e nel rispetto della viabilità territoriale e poderale esistente, con opere edilizie che non contrastino con le proprietà tipologiche e morfologiche dell’edilizia rurale, costituite da nuclei poderali compatti, coperti a falde, con limitati manufatti esterni quali portici, loggiati e scale;
  • - la costruzione dei nuovi edifici rurali lontani dai nuclei storici al fine di preservare il valore storico testimoniale ricorrendo a tipologie edilizie e uso di materiali tradizionali o con il ricorso alla bioarchitettura;
  • - dimensioni delle nuove abitazioni rurali commisurate alle esigenze dell’imprenditore agricolo e della sua famiglia secondo le modalità indicate dalla l.r. 65/2014;
  • - la predisposizione di accorgimenti necessari, quali la collocazione di siepi e alberature, volti a mitigare le nuove costruzioni.

4. Per gli insediamenti residenziali in zona agricola valgono le indicazioni relative alla tipologia morfologica “T.R.12. Piccoli agglomerati isolati extraurbani” contenute nella disciplina del PIT cui gli insediamenti sono ascrivibili. Il PO, al fine di non consentire ulteriori espansioni dell’insediamento inserito nel contesto rurale e arrestare il processo di dispersione insediativa con blocco del consumo di suolo agricolo deve prevedere i seguenti interventi:

  • - dotare l’insediamento di spazi pubblici e servizi nel rispetto dei caratteri paesaggistici e produttivi della ruralità;
  • - sviluppare progetti di riqualificazione dei margini urbani, integrati tra attività urbane e rurali, che sia da un lato elemento riqualificante per la forma e le funzioni (attrezzature) urbane e dall’altro elemento di mediazione nel passaggio tra città e campagna.

5.Per gli edifici residenziali esistenti nel territorio rurale, purché non assoggettati a vincoli di tutela storica da parte del MIBAC o dalla classificazione degli strumenti urbanistici comunali il PO, per incentivarne il recupero, stabilisce in relazione ai caratteri tipologici e dimensionali, le possibilità di ampliamento di ciascuna unità immobiliare fino al massimo del 20 per cento della superficie edificabile.

6. Per la frazione in territorio rurale di La Canova valgono le indicazioni relative alla tipologia morfologica “T.R.12. Piccoli agglomerati isolati extraurbani” contenute nella disciplina del PIT cui l’insediamento è ascrivibile. Il PO, al fine di non consentire ulteriori espansioni del piccolo nucleo insediativo inserito nel contesto rurale e arrestare il processo di dispersione insediativa con blocco del consumo di suolo agricolo, deve prevedere i seguenti interventi:

  • - dotare l’insediamento di spazi pubblici e servizi nel rispetto dei caratteri paesaggistici e produttivi della ruralità.
  • - sviluppare progetti di riqualificazione dei margini urbani, integrati tra attività urbane e rurali, che sia da un lato elemento riqualificante per la forma e le funzioni (attrezzature) urbane e dall’altro elemento di mediazione nel passaggio tra città e campagna.

7. Gli insediamenti produttivi esistenti con destinazione d’uso non agricola presenti nel territorio rurale conservano la loro funzione fino alla cessazione dell’attività. Ad essi si applicano le disposizioni contenute nell’art. 79 l.r. 65/2014 e il PO deve stabilire le modalità per la realizzazione delle addizioni volumetriche agli edifici esistenti.

8. Per gli insediamenti sportivi esistenti nel territorio rurale sono ammessi, oltre agli interventi previsti dai commi 1, 2 e 3 dell’art. 79 della l.r. 65/2014, incrementi dell’esistente per adeguamenti funzionali che dovranno essere dimensionati dal PO.

9.Per le strutture ricettive presenti nel territorio rurale sono ammessi oltre agli interventi previsti dai commi 1, 2 e 3 dell’art. 79 della l.r. 65/2014, incrementi dell’esistente per adeguamenti funzionali che dovranno essere dimensionati dal PO, purché gli edifici non siano assoggettati a vincoli di tutela storica da parte del MIBAC o dalla classificazione degli strumenti urbanistici comunali.

10.Per l’impianto sportivo di Donnini, previsto negli strumenti urbanistici vigenti e nel quale sono state già realizzate opere di urbanizzazione, è possibile attuarne il completamento.

11. I Programmi di Miglioramento Agricolo Aziendale devono prevedere:

  • - il mantenimento della copertura vegetale permanente sulle aree con pendenze maggiori del 30% finalizzata alla salvaguardia della stabilità dei versanti, salvo usi agronomici adeguati e /o il miglioramento delle sistemazioni idraulico agrarie e della rete scolante;
  • - il mantenimento e/o incremento delle formazioni vegetali non produttive in particolare negli impluvi (formazioni riparali, siepi, alberature isolate e macchie di bosco;
  • - l’infittimento degli oliveti, finalizzato ad un aumento della produttività;
  • - il mantenimento, anche attraverso adeguati sostegni economici, dei tessuti coltivati d’impronta tradizionale e delle relative sistemazioni, con particolare riferimento a quelli posti attorno ai nuclei storici e lungo la viabilità storica;
  • - la tutela della struttura insediativa storica costituita dai nuclei storici e dalla relativa viabilità, con particolare riferimento alla collana di centri di mezza costa disposti lungo la Cassia Vetus o Via dei Sette Ponti, preservandone l’integrità morfologica e le visuali panoramiche da e verso tali insediamenti ed evitando urbanizzazioni diffuse e saldature lungo la viabilità di crinale e di mezza costa.
  • - una limitata impermeabilizzazione di superfici strategiche per l’assorbimento dei deflussi e la ricarica degli acquiferi, localizzate prevalentemente nel sistema del Margine.

Ultima modifica Mercoledì, 13 Settembre, 2023 - 16:53