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Art. 8 soppresso -

Art. 9 soppresso -

Art. 10 I sistemi territoriali provinciali

10.1 I sistemi territoriali locali provinciali costituiscono il riferimento primario per l’organizzazione delle strategie della Provincia.

10.2 La Provincia di Pisa individua quali sistemi territoriali locali una aggregazione di territori comunali diversa, dai Sistemi Economici Locali, di cui alla Del.CR n.219 del 26.07.1999 e più esattamente:

  • Il “Sistema territoriale locale della “Pianura dell’Arno”
  • che comprende i Comuni di Pisa, S.Giuliano Terme, Vecchiano, Cascina, Calci, Buti, Calcinaia, Pontedera, Ponsacco, Vicopisano, Bientina, S.Maria a Monte, Castelfranco di Sotto, S.Croce sull’Arno, Montopoli Val d’Arno e S. Miniato;
  • Il “Sistema territoriale locale delle Colline Interne e Meridionali”
  • che comprende dai Comuni di Fauglia, Orciano, Lorenzana, Lari, Crespina, Capannoli, Palaia, Peccioli, Terricciola, Casciana Terme, Chianni, Lajatico; Volterra, S. Luce, Castellina M.ma, Riparbella, Montescudaio, Guardistallo, Casale Marittimo, Montecatini V.C., Pomarance, Monteverdi M.mo, e Castelnuovo V.C.

10.3 Nell’ambito dei sistemi territoriali provinciali svolge una funzione di cerniera: il Comune di Pontedera tra il sistema territoriale della “Pianura dell’Arno” e il sistema delle “Colline Interne e Meridionali”.

10.4 I sistemi territoriali provinciali, rappresentano gli ambiti territoriali ai quali il presente piano prescrive che ogni atto di pianificazione territoriale ed urbanistica, generale e di settore, debba fare riferimento nella previsione e realizzazione e/o sviluppo di elementi di interesse sovracomunale, salvo specifiche e differenti delimitazioni, rese esplicite nelle presenti norme in relazione alle risorse interessate, o da esplicitarsi da parte della Provincia al momento dell’avvio del procedimento, in ragione delle caratteristiche del progetto e/o del piano.

10.5 I sistemi territoriali provinciali costituiscono, salvo diversa specifica delimitazione, l’ambito territoriale di riferimento nella formazione dei quadri conoscitivi e per la valutazione di piani e programmi e di previsioni d’interesse sovracomunale.

Art. 11 Il Sistema Territoriale della Pianura dell’ Arno - Obiettivi

11.1 Ambito e caratteri del sistema

11.1.1 Costituiscono il sistema della pianura dell’Arno i Comuni di:

Pisa, S.GiulianoTerme, Vecchiano, Cascina, Calci, Calcinaia, Vicopisano, Buti, Bientina, Pontedera, Ponsacco, S.Maria a Monte, Castelfranco di Sotto, S.Croce s.A., Montopoli V.A. e S.Miniato. I Comuni di Pontedera, Montopoli e S.Miniato condividono per le parti collinari più meridionali i caratteri dei territori collinari compresi nel sistema territoriale delle Colline Interne e Meridionali- subsistema della Valdera.

11.1.2 Sotto il profilo delle gravitazioni il piano distingue:

  • - un sub-sistema territoriale da Pisa a Pontedera, comprendente i Comuni di Pisa, S.Giuliano Terme, Vecchiano, Cascina, Calci, Calcinaia, Vicopisano, Buti, Bientina, Pontedera e Ponsacco,

ed il subsistema del Cuoio, comprendente i Comuni di S.Maria a Monte, Castelfranco di Sotto, S.Croce s.A., Montopoli V.A. e S. Miniato,

11.2 Sistema della pianura dell’Arno: Città ed insediamenti – Obiettivi

Costituiscono obiettivi specifici per le città e gli insediamenti urbani di questo sistema territoriale,

11.2.1 il consolidamento del ruolo “ordinatore” dei centri urbani e conseguentemente il riordino e la riaggregazione dei servizi di base, riconoscendo la seguente caratterizzazione:

  • - centro ordinatore primario d’interesse provinciale: Pisa,
  • - centro ordinatore primario d’interesse sovracomunale: Pontedera e S.Miniato,
  • - centro ordinatore secondario: S.Giuliano Terme, Cascina, S.Croce- Castefranco,
  • - centro ordinatore amministrativo d’interesse locale le sedi dei Comuni di Bientina, Buti, Calci, Calcinaia, Montopoli V.A, Ponsacco, S.Maria a M.te, Vecchiano e Vicopisano,

11.2.2 il coordinamento tra i piani della mobilità dei centri ordinatori d’interesse provinciale, primario e secondario ed i piani delle funzioni, esistenti o da localizzare, che tengano conto della compatibilità tra le diverse funzioni e tra queste e gli spazi, i tempi di vita e di fruizione, gli orari dei servizi pubblici e privati, al fine di ridurre le esigenze di mobilità;

11.2.3 il rafforzamento e radicamento nel sistema territoriale della funzione terziario-direzionale espressa dalle strutture universitarie, per la didattica, dalle strutture per la ricerca scientifica, pura ed applicata, dai poli tecnologici, dalle strutture ospedaliere, socio-sanitarie e termali, culturali e di servizio in relazione alle caratteristiche socio-economiche del territorio ed alle peculiarità produttive;

11.2.4 l’ attuazione del protocollo d’intesa per lo sviluppo dell’area costiera Pisa–Livorno in relazione alla valorizzazione turistico-ambientale dell’area costiera;

11.2.5 il miglioramento quali-quantitativo dell’offerta delle strutture ricettive, congressuali, balneari e termali dell’area e dei servizi turistici, anche in relazione alle esigenze dell’Università, dei Centri di Ricerca, dei Poli Tecnologici e del Distretto Industriale;

11.2.6 il miglioramento della qualità della vita, considerata nella sua pluralità di componenti fisiche, funzionali ed ambientali: casa, istruzione, formazione, salute, sport, mobilità, cultura, tempo libero e il conseguimento per tutti i cittadini di pari opportunità d’uso e di fruizione degli spazi e delle infrastrutture, rispetto ai tempi di vita;

11.2.7 la conservazione e/o recupero degli impianti urbanistici storici, consolidati e delle unità di spazio scoperto originarie e del verde;

11.2.8 l’incremento del verde urbano, come parte integrante della rete ecologica;

11.2.9 la valorizzazione e conservazione delle specificità del patrimonio architettonico, storico, artistico, archeologico e testimoniale e culturale con particolare riferimento al centro storico di Pisa ed ai centri ed agli insediamenti di antica o consolidata formazione, ai nuovi ritrovamenti archeologici, al sistema museale, al sistema delle ville e dei parchi ;

11.2.10 il recupero e la valorizzazione dei centri minori rispetto alle risorse storiche, architettoniche, tradizionali, ambientali ed economiche e l’inserimento nei circuiti di fruizione integrata con le altre risorse del territorio (aree naturali, risorse faunistiche, mineralogiche, paleontologiche, termali ecc.);

11.2.11 la riqualificazione delle aree periferiche e di espansione in termini urbanistici, edilizi e funzionali: la realizzazione di nuove centralità, il recupero dei margini urbani e del rapporto anche visivo con gli elementi del paesaggio rurale circostante, il contenimento dell’inquinamento luminoso, nel rispetto della normativa vigente;

11.2.12 la garanzia di idonee risorse idriche, energetiche, di infrastrutture per lo smaltimento e recupero dei rifiuti, per la depurazione e riuso delle acque per la popolazione e per le attività esistenti o previste;

11.2.13 la sicurezza della salute pubblica e la tutela ambientale, anche in relazione agli impianti produttivi a rischio d’incidenti rilevanti;

11.2.14 la ricerca, per Pisa e per tutti i centri ordinatori primari e secondari, di soluzioni tecniche e gestionali atte a ridurre il consumo di fonti energetiche primarie e dei corrispondenti impatti sulle componenti ambientali, sia locali che globali, nell’ambito del patrimonio edilizio residenziale, delle aree produttive, dei centri per la grande distribuzione commerciale e dei centri terziari-direzionali;

11.2.15 la promozione per Pisa e per tutti i centri ordinatori primari e secondari di un sistema distribuito per la produzione di energia elettrica in regime di cogenerazione con la copertura del fabbisogno termico civile mediante sistemi di teleriscaldamento;

11.2.16 la garanzia della disponibilità del patrimonio abitativo secondo criteri di maggiore coerenza rispetto alle reali necessità;

11.2.17 il miglioramento dell’accessibilità alle aree verdi, ai servizi scolastici primari, sanitari ed istituzionali in ambito urbano, in modo da limitare la necessità di mobilità;

11.2.18 l’integrazione tra i servizi sociali e sanitari ed il territorio, in modo da rispondere unitariamente alla complessità e/o specificità dei bisogni dei cittadini;

11.2.19 la realizzazione e/il completamento di reti telematiche integrate, in particolare a servizio delle strutture d’interesse sovracomunale e delle aree produttive d’interesse comprensoriale e sovracomunale;

11.2.20 la valorizzazione delle risorse idro-termali in comune di S.Giuliano e Vicopisano, e in comune di Calci ove siano confermatela indagini specifiche, integrata con le funzioni turistico ricettive e con le risorse rappresentate dal Monte Pisano, dall’ex lago di Bientina, dal fiume Arno;

11.2.21 la riqualificazione di Bocca d’Arno e più in generale del litorale pisano, mediante la realizzazione del porto turistico di Marina di Pisa e dei servizi portuali turistici, integrata con la viabilità di accesso, con le strutture turistiche esistenti e/o previste, con il Parco naturale di M.S.R.M., con gli itinerari storico-culturali, costieri, fluviali e del territorio interno, con le aree per la cantieristica;

11.2.22 la ridefinizione del ruolo e specificità delle aree produttive nel sistema territoriale, favorendo l’innalzamento del livello qualitativo e quantitativo dei processi produttivi, delle infrastrutture viarie, ferroviarie, ciclopedonali, tecnologiche e telematiche e dei servizi alle imprese;

11.2.23 la riqualificazione, il completamento ed il rafforzamento delle aree produttive di valenza comprensoriale e sovracomunale e delle aree produttive specialistiche ed in particolare:

  • - area produttiva del nodo di Pontedera;
  • - area produttiva tra Pisa e Cascina in località Ospedaletto;
  • - area cantieristica e per le nuove tecnologie del Canale dei Navicelli
  • - aree produttive del Distretto del Cuoio

11.2.24 la riduzione del consumo di energia e di acqua e la messa in atto di strategie per il risparmio della risorsa idrica, in particolare nei Comuni ad alta criticità per consumi per usi produttivi industriali e civili.;

11.2.25 la riqualificazione delle aree produttive dismesse o utilizzate da attività da trasferire in aree idonee ed attrezzate ecologicamente e il loro riutilizzo, anche per usi residenziali e/o di servizio (in particolare in relazione alle attività conciarie di S.Croce e S.Miniato o alle attività a rischio d’incidente rilevante poste in area impropria);

11.2.26 la riqualificazione ambientale all’interno e al margine delle aree produttive (in particolare della zona del Cuoio) con percorsi a verde anche boscato ed attrezzato con piste ciclabili; La riduzione delle emissioni e rumori, il miglioramento dei caratteri insediativi (contenimento dell’impermeabilizzazione dei suoli, qualità edilizia, verde ed arredo urbano);

11.2.27 l’equilibrata distribuzione territoriale delle Grandi Strutture di Vendita, in armonia con la media distribuzione e gli esercizi di vicinato e rispetto alla capacità di esercizio delle infrastrutture di accesso e di servizio;

11.2.28 l’approccio integrale alla problematica dell’offerta turistica, intesa come insieme di servizi, prodotti, risorse ed attrattive culturali delle città d’arte, beni sparsi e centri storici, manifestazioni e spettacoli folcloristici, eventi religiosi, musicali, convegni e congressi, d’affari, scientifici, di studio, turismo termale, balneare, attrattive naturalistiche, itinerari rurali, fluviali, ciclabili, enogastronomia e qualità ambientale;

11.2.29 il riassetto del reticolo idraulico delle aree di pianura, in particolare quelle interessate da nuovi insediamenti produttivi e di completamento;

11.2.30 la prevenzione e mitigazione del rischio geomorfologico ed idraulico nelle aree che espongono la popolazione ad eventi esondativi, franosi ed erosivi;

11.2.31 la prevenzione degli effetti dei fenomeni sismici;

11.2.32 la protezione degli abitati costieri e dei tratti di litorale in erosione;

11.2.33 la disciplina degli interventi di interesse sovracomunale, non localizzati in aree urbanizzate o urbanizzabili, definendo, criteri per la realizzazione di interventi,nel territorio aperto e obbiettivi di tutela del paesaggio e dell’ambiente.

11.3 Sistema della Pianura dell’Arno: Territorio rurale – Obiettivi

Costituiscono obiettivi specifici per questa risorsa:

11.3.1 l’identificazione delle aree ad esclusiva funzione agricola ed il mantenimento e lo sviluppo delle specificità delle attività agricole;

11.3.2 il mantenimento e lo sviluppo degli istituti venatori al fine di rendere maggiormente organica e funzionale la gestione della fauna selvatica recependo quanto sarà definito con il Piano Faunistico Venatorio Provinciale;

11.3.3 la promozione di azioni per migliorare la naturalità complessiva del paesaggio e mantenerne inalterati gli ecosistemi. Le azioni si rapporteranno con le attività forestali e agricole, mantenendo e ripristinando le sistemazioni agrarie e le infrastrutture poderali, indispensabili per la conservazione delle specie faunistiche e per la stabilizzazione delle condizioni idrogeologiche. A tal fine eventuali nuove piantumazioni dovranno essere costituite da elementi vegetali autoctoni o tradizionali;

11.3.4 la promozione di una cultura ambientale anche attraverso la realizzazione di strutture per la diffusione e l’osservazione della fauna e di nuove aree e parchi Naturali;

11.3.5 la promozione della gestione attiva per la difesa del territorio, conservazione del paesaggio, e dello sviluppo delle economie innestate sulle risorse locali;

11.3.6 la promozione della biodiversità animale e vegetale e le interazioni con le attività forestali e agricole per migliorare la naturalità complessiva del paesaggio e mantenerne inalterati gli ecosistemi;la promozione della biodiversità animale e vegetale e l’interazioni con le attività forestali e agricole;

11.3.7 il risanamento dal dissesto geomorfologico, la riduzione della pericolosità idraulica, il mantenimento in efficienza del reticolo idraulico della bonifica, in coerenza con le previsioni strutturali e le discipline dei P.A.I. del Serchio e del P.A.I. dell’ Arno;

11.3.8 il recupero degli equilibri biologici dei corpi idrici superficiali e il superamento dell’impoverimento degli habitat e delle specie lungo il Serchio, l’Arno ed i loro affluenti, e la riqualificazione delle aree di paesaggio fluvio-lacuale e delle aree umide e più in generale delle aree alluvionali, con interventi ambientali integrati e/o con interventi anche a parco dei principali corsi d’acqua, la conservazione dei caratteri di ruralità e naturalità dei varchi ancora liberi lungo il fiume Arno, la conservazione o costruzione di corridoi ecologici.

11.3.9 La costituzione di parchi agricoli extraurbani o sovracomunali in aree agricole ad economia debole, di frangia agli insediamenti (in particolare produttivi) o ad aree per impianti tecnologici e nelle aree agricole di influenza urbana, a collegamento tra sistemi ambientali;

11.3.10 il mantenimento della trama fondiaria della bonifica, caratterizzata dal reticolo infrastrutturale idraulico e viario e dai manufatti idraulici.

11.3.11 per quanto riguarda il paesaggio vegetazionale storico e/o significativo costituito dalle risorse agro–forestali, la Provincia mediante il PTC promuove la realizzazione di percorsi pedonali, ciclabili, ippovie di collegamento con le aree di valore naturalistico e storico culturali.

11.3.12 la valorizzazione e conservazione delle visuali paesaggistiche garantendone la tutela e la fruizione delle visuali panoramiche;

11.3.13 la valorizzazione del territorio agricolo attraverso la identificazione e salvaguardia delle aree più significative dal punto di vista produttivo, preservando le caratteristiche dei suoli, la loro esposizione, la dotazione di infrastrutture, e valorizzando il patrimonio architettonico, adottando strategie che non ne compromettano le risorse.

11.3.14 la tutela dell’interezza del patrimonio collinare, quale che sia l’andamento orografico (collinare, vallivo), il livello di antropizzazione, l’uso, il grado di naturalità e le colture in atto, preservando il territorio dall’insediamento di tipologie riferibili alle lottizzazioni a scopo edificatorio destinate alla residenza urbana;

11.3.15 nell’ambito dei sistemi di crinale, la tutela dell’integrità degli elementi di riferimento e connotazione paesaggistico-ambientale, quali elementi ordinatori di un insediamento storico o storicizzato;

11.3.16 l’ incentivazione verso ogni tipo di azione che possa rafforzare il ruolo e la fruibilità di tracce, segni e permanenze storiche di qualsiasi natura appartenenti al patrimonio rurale, attraverso anche il censimento e classificazione, dei caratteri, delle tipologie edilizie e insediative dei fabbricati esistenti e complessi edilizi, attraverso la definizione delle trasformazioni urbanistico-edilizie compatibili con il recupero, e il risanamento del degrado urbanistico edilizio, conservando e valorizzando anche la matrice dell’organizzazione agricola tradizionale del patrimonio rurale;

11.3.17 la creazione di nuove opportunità di lavoro e di nuove figure imprenditoriali e professionali perseguendo la conservazione e la valorizzazione del patrimonio edilizio rurale, al fine di anche di crearne e favorirne le condizioni;

11.3.18 la conservazione degli elementi edilizi tipici dell’architettura rurale, in quanto testimonianze di valore storico e architettonico;

11.3.19 il recupero e l’incentivazione delle attività agricole e connesse all’agricoltura, e all’esercizio dell’attività zootecnica;

11.3.20 la conservazione e la valorizzazione del patrimonio edilizio rurale può creare le condizioni per favorire la nascita di nuove opportunità di lavoro e di nuove figure imprenditoriali e professionali

11.3.21 lo sviluppo di politiche integrate di versante per il Monte Pisano e le Colline di Vecchiano e per le colline dell’area del Cuoio, finalizzate al sostegno e allo sviluppo di attività forestali ed agricole, al miglioramento delle condizioni idrogeologiche, al mantenimento e/o ripristino delle sistemazioni agrarie e delle infrastrutture poderali, alla crescita equilibrata dell’offerta turistica, in relazione alla caratterizzazione economico agraria del territorio ed alla connotazione delle risorse agro-ambientali, al mantenimento ed accrescimento della biodiversità, alla valorizzazione delle risorse culturali, ambientali, minerarie e paleontologiche, faunistiche, enogastronomiche;

11.3.22 l’individuazione di opportunità di sviluppo turistico nelle aree collinari e di pianura con il riuso e rafforzamento degli insediamenti esistenti ed il superamento di situazioni di degrado e di abbandono al fine di alleggerire la pressione turistica residenziale sulla costa;

11.3.23 il contenimento della dispersione insediativa nelle aree agricole ed il riordino dell’esistente;

11.3.24 il mantenimento e l’incremento dell’indice per i Comuni a basso o medio indice di boscosità valorizzando la silvicoltura per lo sviluppo delle economie locali e il miglioramento della gestione dei boschi e della naturalità complessiva del paesaggio;

11.3.25 la conservazione della varietà e delle specificità degli habitat e delle specie, in relazione anche alle aree di cui alla L.R.n.56/2000, approvate con Del.C.R.06/2004, il riequilibrio biologico dei corpi idrici superficiali ed il rafforzamento dei sistemi ambientali e della rete ecologica;

11.3.26 il mantenimento e la salvaguardia dell’ecosistema dei corpi idrici;

11.3.27 l’individuazione di parti di territorio rurale con caratteri di marginalità dal punto di vista della produzione agricola, al fine di attuare uno strumento di piano utile a contrastare l’attuale degrado idrogeologico, geomorfologico e paesaggistico e, allo stesso tempo, consentire nuove opportunità di sviluppo attraverso attività di recupero e valorizzazione delle coltivazioni abbandonate, compatibili con il territorio rurale. Tali attività dovranno essere finalizzate a valorizzare le potenzialità intrinseche dell’area, anche in modo integrato, e contribuire ad un miglioramento qualitativo del contesto territoriale, sottraendole alle possibili pressioni speculative

11.3.28 la garanzia che nelle campagne continui ad essere assicurata la presenza dell’impresa agricola orientata alla innovazione qualitativa e competitiva;

11.3.29 il recupero delle attività agricole e connesse all’agricoltura in aree rurali, migliorando la produzione agricola e la competitività aziendale a favore di produzioni tipiche e tradizionali, attivando sistemi di produzione eco-compatibili e attività di allevamento ispirate a criteri di sostenibilità ambientale e benessere animale.

11.3.30 la messa in atto di strategie per il risparmio della risorsa idrica, in particolare nei Comuni ad alta criticità per consumi per usi produttivi in agricoltura e civili;

11.3.31 l’incremento del ricorso allo sfruttamento delle fonti rinnovabili di energia, sia per impiego locale, che per impiego esterno, con particolare riferimento alla fonte geotermica, alla fonte da biomassa ed alla fonte eolica, fatte salve le opportune verifiche di carattere ambientale e paesistico. Promuovere le fonti di energia rinnovabili in un quadro di corretta localizzazione, recependo le disposizioni normative vigenti e tenendo conto delle seguenti priorità:

  • - valorizzare i potenziali energetici delle diverse risorse rinnovabili del territorio (per ogni territorio, l’opportuna fonte rinnovabile);
  • - ricorrere a criteri progettuali volti ad ottenere il minor consumo possibile di territorio, sfruttando al meglio le risorse disponibili, tutelando il terreno fertile deputato alla produzione agroalimentare;
  • - favorire prioritariamente il riutilizzo di aree già degradate da attività antropiche, pregresse o in atto, quali: siti industriali, cave, discariche, siti contaminati, perseguendo l’obiettivo della minimizzazione delle interferenze con il territorio;
  • - favorire una localizzazione e una progettazione legata alla specificità dell’area, con particolare riguardo alla caratteristiche delle aree agricole. In particolare si dovrà tener conto della presenza di zone agricole caratterizzate da produzioni agroalimentari di qualità e/o particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico- culturale;
  • - l’ uso del suolo agricolo per l’istallazione di fonti di energie rinnovabili è auspicabile solo se legato allo sviluppo della multifunzionalità delle aree agricole, al fine del raggiungimento dell’obiettivo dell’autosufficienza energetica;
  • - Investire sulle energie alternative privilegiando i piccoli impianti;

11.3.32 Il corretto utilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura, tutelando al contempo le aree, nelle quali siano state eseguite azioni e politiche di miglioramento ambientale, evitando effetti nocivi sull’uomo, sulla vegetazione, e sugli animali.

11.3.33 La valorizzazione delle produzioni agricole locali attraverso l’incentivazione di percorsi di adeguamento improntati sulla ricerca di mercati di qualità, sulla differenziazione, sulla creazione di valore e sulla diversificazione produttiva sfruttando le potenzialità derivanti dal flusso turistico, da una qualificazione della domanda dei consumatori locali, da una crescente vivacità e disponibilità alla collaborazione tra imprese, e tra queste e le amministrazioni locali, che hanno incoraggiato la nascita di progetti comuni e iniziative collettive. Al fine di recepire i cambiamenti del settore agricolo e valorizzare le produzioni agricole locali. La Provincia, anche attraverso il PTC e i piani di settore ad esso coerenti si propone di:

  • - promuovere e adottare studi e criteri di Ricerca per l’uso di tecniche sia agronomiche sia zootecniche riferite all’allevamento animale finalizzate alla produzione di prodotti locali e di allevamento di razze a rischio di estinzione.
  • - innovare il marketing e la commercializzazione dei prodotti locali e la certificazione di qualità e tipicità, creando forme di relazione con attività tradizionali e turistiche.
  • - promuovere la valorizzazione e la produzione agricola di qualità, attraverso il ripristino e il potenziamento di coltivazioni tradizionali locali.
  • - incrementare la promozione di iniziative di filiera corta, attraverso il miglioramento delle produzioni e l’utilizzo di certificazioni e marchi, promuovendo il turismo verde e agriturismo.

11.3.34 l’incentivazione dell’agricoltura biologica e favorire la minore utilizzazione di prodotti derivati da processi di sintesi chimica a favore di concimi di origine prevalentemente vegetale ricorrendo alla distribuzione agronomica del letame e dei liquami zootecnici, nei limiti dei carichi sopportabili in relazione alle esigenze di tutela delle componenti naturali e dei relativi equilibri.

11.3.35 La promozione di una nuova organizzazione dei sistemi alimentari attraverso la pianificazione del cibo (ai sensi dell’atto di indirizzo politico approvato con Delibera di Consiglio Provinciale n.26 del 22 aprile 2010). Al fine di comprendere ed orientare le modalità di produzione, distribuzione e consumo di cibo in modo da ottenere migliori standard di accessibilità, qualità, equità, salubrità dei cibi e di ridurne gli sprechi con evidenti riflessi dal punto di vista sociale e ambientale. Creare le condizioni di contesto perché vengano ampliati gli spazi di libertà individuali attraverso l’educazione e l’informazione, e la dotazione di infrastrutture materiali in coerenza con gli interventi che riguardano il cibo.

11.3.36 La promozione di sinergie tra agricoltura e ambiente, al fine di valorizzare la interrelazione tra l’ambiente rurale e il territorio circostante prevedendo di:

  • - rafforzare la rete ecologica attraverso la conservazione dei varchi naturali di accesso ai corsi d’acqua;
  • - promuovere la gestione dei varchi naturali con finalità ambientali e per il tempolibero;
  • - conservare la qualità paesaggistica della rete minore viaria;
  • - dare impulso alla realizzazione di parchi agricoli extraurbani, sottoponendoli a norme di tutela paesaggistica ed ambientale;
  • - assicurare la conservazione delle esistenti orditure dei campi e dei segni significativi dell'evoluzione idrica del territorio, nonché la manutenzione della rete scolante principale.

11.3.37 La promozione di relazioni tra agricoltura e aree protette provinciali (Riserve Naturali, SIC, SIR ed ANPIL) operando al fine di:

  • - individuare le aree protette provinciali quali luoghi di eccellenza dove sperimentare nuove e più avanzate forme di politica agro-ambientale con particolare riguardo alla diminuzione degli input, alla tipicizzazione dei prodotti ed alla stessa conservazione del paesaggio;
  • - garantire la permanenza e l'ammodernamento strutturale delle aziende agricole;
  • - mantenere vivo il tessuto sociale, economico e storico-culturale delle stesse comunità umane insediate, soprattutto nelle aree protette collocate in zone svantaggiate, mediante l'attività agricola,condotta con metodi rispettosi dell'ambiente;
  • - individuare strumenti specifici di intervento, volti a favorire l'esercizio di forme di agricoltura a ridotto impatto ambientale fortemente ancorate al contesto territorialedi riferimento.

11.3.38 L’incentivazione delle attività di servizio culturale, sociale, didattiche e turistiche, perseguendo:

  • - iniziative a sostegno della ricettività,
  • - il sostenimento di progetti di restauro e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale,
  • - la qualificzione e la diversificazione dell’offerta dei servizi turistici.
  • - il supporto dell’offerta turistica attraverso il sistema della sentieristica, degli itinerari e dei percorsi e la rete dei servizi ad esso correlati;

11.3.39 Il recupero e la riqualificazione delle aree agricole abbandonate o compromesse e connotate da degrado paesaggistico e idrogeologico, perseguendo azioni di riqualificazione paesistico-ambientale, adottando criteri di incentivazione a favore di, produzioni tipiche tradizionali e ecocompatibili, e attività di allevamento improntate alla sostenibilità ambientale.

11.4 Sistema della pianura dell’Arno: Infrastrutture - Obiettivi

11.4.1 Infrastrutture per la mobilità

Costituiscono obiettivi specifici per questa risorsa:

11.4.1.1 il potenziamento e la qualificazione dell’aereoporto di Pisa all’interno del nodo di trasporto di livello internazionale nazionale e regionale, assieme al porto di Livorno ed all’interporto di Guasticce per realizzare la piattaforma logistica per il trasporto delle merci;

11.4.1.2 il potenziamento e la razionalizzazione del nodo ferroviario di Pisa;

11.4.1.3 il miglioramento dell’accessibilità territoriale di persone e merci “dal” e “al” sistema intermodale di trasporto costituito da:l’aeroporto di Pisa, il porto di Livorno, l’interporto di Guasticce, il nodo ferroviario di Pisa Centrale, l’autostrada A12, A11, la S.G.C. PI-FI-LI, i caselli autostradali, gli svincoli ed i parcheggi scambiatori;

11.4.1.4 l’integrazione funzionale delle reti infrastrutturali per la mobilità delle persone e delle merci (ferroviarie, viarie, idroviarie); in relazione al porto di Livorno e all’interporto di Guasticce, al terminal dell’aeroporto di Pisa, agli scali ferroviari di Pisa, di Gello di Pontedera e di S.Miniato, al canale dei Navicelli ed alla Darsena Pisana ;

11.4.1.5 l’efficace integrazione tra modalità di trasporto privato e il trasporto pubblico su ferro e su gomma anche attraverso l’individuazione e/o la realizzazione di parcheggi per lo scambio intermodale, all’interno di un piano coordinato della mobilità tra centri minori e i poli dei sistemi funzionali, che garantisca alle comunità locali l’accessibilità ai servizi di livello sovracomunale: sedi universitarie e centri di ricerca, strutture museali, grandi strutture di vendita, centri espositivi, strutture ospedaliere, strutture socio-sanitarie, scuole superiori, aree produttive comprensoriali e sovracomunali, centri e strutture sportive e per lo spettacolo di interesse sovralocale;

11.4.1.6 l’individuazione di strategie rivolte a moderare la domanda di trasporto privato individuale, a favore del mezzo pubblico, soddisfacendo i bisogni di mobilità e di accessibilità della popolazione con particolare riguardo alle fasce deboli o a favorire gli spostamenti in bici e a piedi; la ciclabilità e la pedonalità

11.4.1.7 l’integrazione tra gli orari del servizio ferroviario ed il servizio di trasporto collettivo su gomma;

11.4.1.8 la sicurezza stradale e pedonale ;

11.4.1.9 il miglioramento delle prestazioni della S.G.C. e dei suoi svincoli e della viabilità di accesso ai servizi presenti nei centri ordinatori, alle stazioni ed agli scali merce ferroviari esistenti e previsti (Pisa, S.Miniato, Pontedera), alle aree Commerciali per la grande distribuzione (Navacchio), alle aree produttive d’interesse comprensoriale del nodo produttivo di Calcinaia-Pontedera-Ponsacco e Lari, alle attività del Distretto Industriale di S.Croce ed il completamento dei necessari raccordi mediante la realizzazione degli interventi approvati (Bretella del Cuoio, terzo lotto Ponsacco, messa in sicurezza della S.G.C.e modifica agli svincoli di Pisa, Gello di Pontedera ) e la definizione delle ulteriori opere (nuovo Ponte sull’Arno; variante della S.R.439 tratto nord, variante nord-est di Pisa);

11.4.1.10 la gerarchizzazione e razionalizzazione dell’uso delle infrastrutture viarie;

11.4.1.11 l’ottimizzazione dell’accessibilità, anche in termini di sicurezza, alle infrastrutture viarie d’interesse nazionale, regionale e/o di accesso al sistema metropolitano o d’interesse per i collegamenti fra i sistemi locali e dei collegamenti tra i centri urbani e con i servizi d’interesse sovracomunale ;

11.4.1.12 il potenziamento del servizio ferroviario metropolitano lungo le linee Pisa-Empoli, Pisa-Lucca-Viareggio e Pisa-Livorno;

11.4.1.13 La salvaguardia della funzionalità della viabilità provinciale ed in particolare dei tratti di nuova realizzazione , rispetto ad immissioni che possano comprometterne l’efficienza e la sicurezza;

11.4.1.14 La salvaguardia dall’edificazione delle aree di rispetto viario e ferroviario, riservandole ad interventi a servizio della mobilità;

11.4.1.15 L’integrazione e lo sviluppo del sistema di percorsi ciclabili della Pianura pisana;

11.4.1.16 l’attuazione del protocollo d’intesa per lo sviluppo dell’area costiera Pisa–Livorno in relazione alla realizzazione delle opere necessarie alla riduzione del rischio idraulico dello Scolmatore del fiume Arno, comprendenti gli interventi per la difesa al mare dell’arenile del Calabrone, gli interventi per lo sbocco al mare del canale dei Navicelli e dello Scolmatore, gli interventi per rendere navigabile lo Scolmatore e all’avvio operativo della piattaforma logistica costiera;

11.4.1.17 La realizzazione dell’incile d’Arno e lo sviluppo di circuiti d’acqua (mare-fiume-canale) e della navigabilità delle vie d’acqua, in particolare del fiume Serchio e dell’Arno, per finalità turistiche, scientifiche, sociali, formative e ricreative/sportive, e coordinata alla realizzazione del porto turistico di Marina di Pisa e di approdi verdi integrati ai percorsi ciclabili d’argine e di golena;

11.4.1.18 La conservazione della qualità paesaggistica della rete minore viaria anche ai fini ricreativi (rete sommersa ciclabile).

11.4.2 Infrastrutture tecnologiche

Costituiscono obiettivi specifici, per la rete telematica:

11.4.2.1 la realizzazione prioritaria del sistema primario della rete telematica e dei collegamenti prioritari con le aree produttive e con i servizi d’interesse comprensoriale e sovracomunale in coerenza con il Piano provinciale delle reti telematiche.

Costituiscono obiettivi specifici per la rete degli acquedotti:

11.4.2.2 il risanamento della rete acquedottistica e la riduzione delle dispersioni.

Costituiscono obiettivi specifici per la rete fognaria:

11.4.2.3 lo sviluppo della rete duale fognaria e di adduzione alla depurazione e riciclaggio, delle acque utilizzate nei processi produttivi e per usi civili, in tutti gli interventi di ristrutturazione urbanistica e nelle nuove previsioni insediative.

Costituiscono obiettivi specifici per la rete di trasporto energetico, impianti per la telefonia mobile e impianti per la radiocomunicazione:

11.4.2.4 la determinazione e il monitoraggio dei livelli di campo elettromagnetico delle reti e degli impianti esistenti;

11.4.2.5 il risanamento degli ambiti critici per i livelli di campo elettromagnetico rilevati ;

11.4.2.6 l’obbligo, nella realizzazione di nuovi insediamenti in prossimità di impianti elettrici di AT esistenti, del rispetto delle distanze di sicurezza derivanti dai valori massimi di esposizione ammessi dalla legge regionale, in relazione al campo magnetico indotto e definite nel “Monitoraggio e controllo dell’impatto elettromagnetico prodotto dalle linee di AT esistenti in provincia di pisa ” effettuato da A.R.P.A.T. nel 2005 (Doc.Q.C.3);

11.4.2.7 l’applicazione, nella realizzazione di nuovi impianti di trasformazione, distribuzione e trasmissione di energia ad AT, delle distanze di sicurezza rispetto agli insediamenti esistenti o già previsti negli atti di governo del territorio e determinate sulla base dei massimi livelli di esposizione al campo elettromagnetico stabiliti dalla regione;

11.4.2.8 L’inserimento nella progettazione di nuove linee delle migliori misure di mitigazione al fine di salvaguardare l’avifauna e ridurre gli impatti sul paesaggio.

Art. 12 Il Sistema Territoriale della Pianura dell’Arno – Invarianti

12.1 Sistema della pianura dell’Arno: Città ed insediamenti - Invarianti

Sono invarianti per il sistema della Pianura dell’Arno:

12.1.1 il ruolo di centro ordinatore di livello provinciale della città di Pisa;

12.1.2 la funzione formativa del patrimonio culturale immobile e mobile rappresentata dalle specificità del patrimonio architettonico, storico, artistico, archeologico e testimoniale e culturale con particolare riferimento al centro storico di Pisa ed ai centri ed agli insediamenti di antica o consolidata formazione, al sistema museale, al sistema delle ville e da quanto tutelato contenuto nella Parte II Titolo I del D. lgs 22 gennaio 2004 n.42.

12.1.3 la funzione didattico/scientifica espressa dall’università di Pisa, dalle scuole superiori universitarie ,dagli istituti per l’istruzione superiore e dai Centri per la ricerca (C.N.R (S.Cataldo-Pisa ), area per la ricerca sulle onde gravitazionali dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare “Virgo” a S.Stefano a Macerata (Cascina), aree di ricerca dell’Università;

12.1.4 la funzione di coesione sociale, espressa da tutti i centri urbani, dai luoghi di incontro, aggregazione, divertimento, benessere, attività fisica;

12.1.5 la funzione di arricchimento della qualità percettiva del paesaggio urbano rappresentata dal fiume Arno e dal Fiume Serchio e più in generale dai corsi d’acqua interessanti tratti urbani;

12.1.6 la capacità creativa del sistema produttivo (il know-how), in particolare nel settore meccanico cantieristico, conciario e farmaceutico e del legno;

12.1.7 la centralità produttiva nel sistema territoriale del comparti produttivi esistenti: meccanico(Pontedera, Ponsacco, Calcinaia, Bientina, Vicopisano), del legno e del mobile (Cascina-Ponsacco-Lari), del cuoio e della calzatura (S.Croce, S.Miniato, Castelfranco di Sotto, S.Maria a Monte), della cantieristica e di nuove tecnologie presso il Canale dei Navicelli e farmaceutico (Pisa);

12.1.8 la sicurezza degli impianti a rischio d’incidente rilevante ai fini della tutela della salute e della conservazione delle risorse territoriali ed ambientali sensibili;

12.1.9 la funzione ecologica delle vie d’acqua naturali ed artificiali, del verde e dei parchi urbani, degli orti periurbani .

12.2 Sistema della pianura dell’Arno:Territorio rurale- Invarianti

Sono invarianti per il territorio rurale, nel sistema della Pianura dell’Arno :

12.2.1 la funzione di presidio ambientale (Idrogeologico e paesaggistico) delle aree agricole collinari e del Monte Pisano;

12.2.2 la funzione produttiva delle aree ad esclusiva funzione agricola;

12.2.3 la funzione idraulica e paesaggistica del reticolo delle vie d’acqua naturali ed artificiali, di pianura e di collina e delle strade della bonifica;

12.2.4 la funzione ecologica per l’incremento della biodiversità e per la conservazione degli habitat, della flora e della fauna selvatica, della rete costituita dalle Riserve Naturali, dalle A.N.P.I.L., dai Siti d’importanza Regionale (S.I.R.), dai boschi, dalle formazioni vegetazionali lineari, dalle aree di pertinenza e di paesaggio fluvio/lacuale del fiume Serchio, dell’ Arno e dei suoi affluenti, dell’ex lago di Sesto e dalle aree umide, dal reticolo della bonifica e dal reticolo idrografico minore, da particolari sistemazioni agrarie (muretti a secco), dalle grotte, dai pascoli e dalle radure, dalle Oasi faunistiche e dalle aree di ripopolamento e cattura, e più in generale, dalle aree agricole, in particolare da quelle a colture estensive;

12.2.5 la funzione culturale/ricreativa/residenziale/ricettivo-turistica del Monte Pisano e delle colline da sommarsi alle funzioni di presidio ambientale e paesaggistico delle attività agricole;

12.2.6 la funzione culturale e di memoria storica del territorio espressa dai manufatti edilizi di pregio architettonico storico ed artistico assieme a quelli di valore e testimoniale in ambiti rurali a tutela paesaggistica e del paesaggio;

12.2.7 la funzione prioritariamente residenziale ed insediativa per le attività turistico ricettive ed i servizi connessi, del patrimonio edilizio in ambito rurale non più utile alla conduzione dei fondi agricoli;

12.2.8 la funzione di preservare i caratteri identitari del patrimonio

12.2.9 la funzione ecologica, diportistica/ricreativa del fiume Arno e del fiume Serchio;

12.2.10 la funzione di ricarica dell’acquifero del Monte Pisano, e delle Cerbaie e dei paleoalvei;

12.2.11 la funzione di mantenimento delle attività agricole quale elemento indispensabile alla conservazione del paesaggio e alla tutela degli elementi che lo connotano al fine di contenerere la dispersione insediativa nel territorio.

12.2.12 la funzione di preservare la qualità del paesaggio rurale, la riorganizzazione delle risorse naturali agro-ambientali, gli elementi tradizionali del paesaggio agrario e delle infrastrutture storiche tradizionali;

12.2.13 la funzione di tutela della qualità del patrimonio paesaggistico-ambientale caratterizzato da dinamiche naturali e o caratteri fisici, contraddistinto da significatività naturalistica ambientale espresse dagli elementi tradizionali del paesaggio agrario, dalle infrastrutture storiche tradizionali, dalle risorse naturali agro-ambientali;

12.2.14 la funzione di tutela delle risorse, delle produzioni agroforestali, degli equilibri ambientali, della silvicoltura, delle aree significative dal punto di vista della produttività, dei suoli;

12.2.15 la funzione di tutela dell’ecosistema dei corpi idrici;

12.2.16 la funzione di verifica della congruità di attività di interventi alle esigenze o alle opportunità di integrazione razionalizzazione o adeguamento verso lo sviluppo delle economie locali, e delle attività agricole connesse all’agricoltura;

12.2.17 la funzione di tutela idrogeologica e geomorfologia della qualità del suolo e della vitalità fruibilità delle sue risorse;

12.2.18 la funzione di difesa paesaggistica, che riconosca e valorizzi il recupero delle coltivazioni abbandonate, compatibili con il territorio rurale.

12.2.19 La funzione di conservazione delle visuali panoramiche e paesaggistiche.

12.2.20 la funzione di sviluppo delle economie innestate nelle risorse locali.

12.2.21 la funzione di recupero di produzioni tradizionali ecocompatibili e di attività di allevamento improntate sulla sostenibilità ambientale e al benessere animale;

12.2.22 la funzione della corretta gestione dei fanghi di depurazione in agricoltura;

12.2.23 la funzione di tutela e salubrità dell’ambiente a sostegno della rinnovabilità attraverso l’uso delle fonti energetiche rinnovabili nel rispetto dei caratteri produttivi e paesaggistici del territorio rurale;

12.2.24 la funzione di garantire che nelle campagne continui ad essere assicurata la presenza dell’impresa agricola orientata alla innovazione qualitativa e competitiva

12.3 Sistema della Pianura dell’Arno: Infrastrutture - Invarianti .

12.3.1 Infrastrutture per la mobilità

Sono invarianti per le infrastrutture viarie:

12.3.1.1 per la S.G.C.- FI-PI-LI: il ruolo di grande direttrice nazionale e regionale e di collegamento provinciale principale di tutti i centri con Pisa e con i Centri ordinatori primari e secondari del Sistema, con l’aeroporto, con il Porto di Livorno, con i Servizi d’interesse sovracomunale, con il mare e con Firenze e con l’autostrada A12;

12.3.1.2 per la S.S.n.1 Aurelia: il ruolo di direttrice primaria longitudinale di accesso e interna all’ambito metropolitano in direzione della Versilia (Provincia di Lucca) e di Livorno e di accesso alle autostrade A12 ed A11, ed il suo prevalente interesse turistico;

12.3.1.3 per la S.R.T.n. 439, il ruolo di direttrice primaria di accesso all’S.G.C. FI-PI-Li e da qui al porto di Livorno, e all’autostrada A11; e alle aree produttive di Ponsacco-Lari, all’area comprensoriale di Pontedera ed al nodo produttivo di Calcinaia, Vicopisano e Bientina; e di collegamento tra il sistema territoriale dell’Arno e quello delle Colline interne e Meridionali;

12.3.1.4 per la S.R.T.n. 429 e la S.R.T. n. 436 il ruolo di direttrici primarie;

12.3.1.5 per la S.R.T.n.67 e la S.S. 67, il ruolo di direttrice primaria di accesso all’ambito metropolitano e interna di collegamento di breve e media distanza tra i ai centri urbani, lungo tutto il sistema territoriale locale;

12.3.1.6 per la S.S.67 bis, il ruolo di direttrice primaria di accesso all’ambito metropolitano (LI) e di collegamento tra la S.R.T.n.67, la S.S. 67 e la S.S..n.1 Aurelia;

12.3.1.7 per la S.P.n. 224 ed S.P.n.22 del Mare , il ruolo di collegamento di carattere turistico dalla città di Pisa per il mare;

12.3.1.8 per la S.S.12 e la S.R.T.n.12 deviazione per Ripafratta , il ruolo di collegamento primario di accesso all’ambito metropolitano (LU) e di supporto al sistemi locali;

12.3.1.9 la funzione, di struttura caratterizzante il paesaggio agricolo della bonifica e della rete delle vie d’acqua e del principale Canale Emissario del Bientina, e della rete viaria principale e poderale ed in particolare della S.P.n.3 Bientina-Altopascio;

12.3.1.10 la funzione di itinerario storico di collegamento con Lucca della provinciale della Val di Nievole;

Sono invarianti per le infrastrutture ferroviarie:

12.3.1.11 per la linea Tirrenica/Pontremolese (Pisa-Roma/-Pisa –La Spezia) il ruolo di direttrice nazionale;

12.3.1.12 per la linea: Pisa-Firenze il ruolo di direttrice trasversale;

12.3.1.13 per la linea : Pisa-Livorno e Pisa-Lucca il ruolo di collegamento di tipo metropolitano con cadenza frequente su tutti i centri ordinatori primari e secondari;

12.3.1.14 per la Stazione di Pisa Centrale il ruolo nodale per le percorrenze di scala nazionale (linea tirrenica), regionale ( linea per Firenze, Livorno, Lucca e per l’aeroporto) e locale e per l’accessibilità all’università, al parco M.S.R.M., all’ospedale;

12.3.1.15 il mantenimento della destinazione ferroviaria delle aree ferroviarie d’interesse nazionale e regionale, anche con riferimento a linee attualmente dismesse, da riservarsi, comunque ai soli interventi per la mobilità;

Sono invarianti per le infrastrutture aeroportuali:

12.3.1.16 La funzione integrata con l’aereoporto di Firenze dell’aeroporto di Pisa, nell’ambito dell’aeroportualità nazionale .

Sono invarianti per le infrastrutture idroviarie:

12.3.1.17 la funzione di darsena e via d’acqua della Darsena Pisana e del Canale dei Navicelli (Pisa) per trasporto delle merci e delle persone anche nella prospettiva della riapertura dell’incile;

12.3.1.18 la funzione diportistica del costruendo porto turistico di Marina di Pisa e degli approdi verdi;

12.3.1.19 la funzione di via d’acqua storica nel trasporto di persone e merci del fiume Arno e del Serchio per finalità esclusivamente ricreative o di studio e ricerca;

Sono invarianti per le infrastrutture ciclabili:

12.3.1.20 la funzione di mobilità alternativa urbana ed extra-urbana e la funzione ricreativa del Sistema di percorsi cicloturistici della Pianura Pisana;

12.3.1.21 per la rete viaria minore la funzione paesaggistica della rete minore anche ai fini ricreativi (rete sommersa ciclabile);

12.3.2 Infrastrutture tecnologiche

Sono invarianti, per la rete di trasporto energia:

12.3.2.1 la funzione di assicurare l’approvvigionamento di energia per le esigenze insediative residenzi ali, produttive e per servizi, attraverso l’incremento dello sfruttamento delle fonti rinnovabili (principalmente fonti endogene, ma anche fonti da biomassa, fonte solare ed eolica) e la produzione , trasformazione e la distribuzione di energia elettrica nel rispetto dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici e delle distanze di sicurezza dagli impianti .

Sono invarianti, per la rete degli acquedotti:

12.3.2.2 la funzione di approvvigionamento e distribuzione funzionale alle esigenze insediative e produttive nel rispetto della disponibilità della risorsa acqua.

Sono invarianti, per la rete fognaria, associata agli impianti di depurazione:

12.3.2.3 la funzione di depurazione, riciclo e smaltimento.

Sono invarianti, per la rete telematica:

12.3.2.4 la funzione di assicurare la veicolazione di dati immateriali a servizio degli insediamenti e dei servizi d’interesse sovracomunale, anche per ridurre la necessità di spostamento delle persone.

Art. 13 Il Sistema Territoriale della Pianura dell’Arno: - Disciplina delle Invarianti

13.1 Sistema della Pianura dell’Arno: Città ed insediamenti - Disciplina delle Invarianti

Costituiscono prescrizioni :

13.1.1 tutti i“Centri Ordinatori” di questo sistema individuano le funzioni ricadenti nel territorio e ne determinano la capacità di attrarre persone e movimentare traffico;

13.1.2 il Comune di Pisa e i Centri ordinatori d’interesse primario e secondario coordinano i piani della mobilità ed i piani delle funzioni, esistenti o da localizzare, tenendo conto della compatibilità tra le diverse funzioni e tra queste e gli spazi, i tempi di vita e di fruizione, gli orari dei servizi pubblici e privati, al fine di ridurre le esigenze di mobilità;

13.1.3 tutti i centri ordinatori di livello provinciale, primario e secondario in relazione alla funzioni di servizio individuate e della capacità attrattiva, determinano il livello di criticità rispetto all’accessibilità e valutano nel piano per la mobilità, la massima possibile integrazione fra servizi di trasporto pubblico su ferro e su gomma, servizi di trasporto collettivo privati, mobilità automobilistica, mobilità ciclistica, tenendo conto delle possibilità possibilità di parcheggio;

13.1.4 le funzioni didattiche universitarie e per la ricerca, anche applicata, e le attività di servizio connesse e relative alla ricettività universitaria, dovranno essere allocate nell’ambito del sistema territoriale, in relazione anche a specifici indirizzi didattici e di ricerca connessi alle caratteristiche socio-economiche delle differenti aree componenti il sistema, purchè sia garantita l’ accessibilità con diverse modalità di trasporto e sia favorità la presenza di strutture ricettive specialistiche in loco o limitrofe;

13.1.5 Il Comune di Cascina ed i Comuni limitrofi in relazione alle attività presenti e da sviluppare nell’ area di ricerca, d’importanza internazionale, dell’antenna interferometrica “VIRGO”, in località S.Stefano in Macerata (Cascina), dovranno vietare l’insediamento, la realizzazione, il funzionamento, la trasformazione e l’effettuazione di attività, impianti ed attrezzature che possano modificare i valori di campo magnetico ed elettrico, sismico ed acustico attualmente rilevati, attorno ai laboratori, superando i valori massimi ammissibili come definiti nel Doc.P 7. e successive elaborazioni in relazione alle diverse tipologie di sorgenti, (continue, impulsive, periodiche ), pertanto, i Comuni, sulla base di analisi di studio specifiche fisseranno rispettivamente nei loro Piani Strutturale la distanza minima di rispetto dall’area di ricerca, al fine di tutelare l’area da possibili interferenze.

13.1.6 tutti i Comuni, nella formazione dei quadri conoscitivi del piani strutturali, provvedono

  • -per i centri antichi alla completa sistematica ricognizione tipologica del patrimonio edilizio esistente, al fine di definirne la trasformabilità edilizia ed urbanistica in relazione ai valori presenti, singoli o d’insieme e prioritariamente, mirata al rafforzamento della residenza stabile ed al reperimento di spazi di aggregazione e per servizi compresi quelli ricettivi attentamente dimensionati, anche derivanti dalla dismissione di attività non compatibili;-all’individuazione degli insediamenti prevalentemente residenziali di recente formazione che presentino degrado fisico, urbanistico e socio-economico, nonché degli insediamenti marginali e di frangia radi ed informi , comprese le aree produttive dismesse o utilizzate da attività impropriamente localizzate nei tessuti residenziali, da riqualificare con specifici piani di ristrutturazione urbanistica o con programmi integrati d’intervento, finalizzati al miglioramento della qualità urbana, (qualità urbanistica ed edilizia, recupero degli standard urbanistici, nuove funzioni ed attrezzature d’interesse generale);

13.1.7 i Comuni nel prevedere interventi di trasformazione relativi alla residenza ed alle attività a questa collegate, nonchè nella previsione di nuovi insediamenti residenziali o nella previsione di nuovi insediamenti produttivi e per servizi o in ampliamento a quelli esistenti, definiscono le specifiche condizioni alle trasformazioni, in ragione del livello alto, medio o basso di attenzione, rispetto al consumo delle risorse idriche, alla depurazione e riciclo delle acque, alle condizioni dell’aria ed ai consumi energetici., cos&igrave come definito agli art.38- 40, ed indicano le risorse economiche necessarie ;

13.1.8 i Comuni territorialmente interessati concorrono al consolidamento, al completamento ed alla infrastrutturazione tecnologica, anche telematica, delle aree produttive d’interesse comprensoriale, delle aree d’interesse sovracomunale, delle aree locali integrate, delle aree d’interesse locale; i poli tecnologici esistenti si coordinano con le attività di servizio all’ imprese presenti e/o previsti nelle aree e promuovono la valorizzazione del know-how.;

13.1.9 delle aree per attività produttive dismesse o poste in ambiti impropri dovrà essere incentivato il recupero, anche per funzioni di servizio (servizi qualificati alle imprese, ricerca industriale, attività espositive, turistico-ricettive, ricreative ecc.);

13.1.10 costituisce prescrizione per il Comune di Pisa la previsione nel piano strutturale del riassetto del reticolo idraulico della zona produttiva di Ospedaletto ed il completamento dei servizi;

13.1.11 costituiscono prescrizioni per i piani strutturali dei Comuni di S.Croce e di Castelfranco di Sotto e di S Miniato l’individuazione di ambiti di riqualificazione ambientale all’interno delle aree produttive conciarie per la costituzione di corridoi ecologici, aree verdi attrezzate, aree boscate, parchi extraurbani o sovracomunali, utilizzando anche aree agricole di frangia e/o intercluse ad economia debole ed aree agricole di influenza urbana;

13.1.12 nell’individuazione di centri per la Grande Distribuzione Commerciale è prescritta la prioritaria utilizzazione di volumi produttivi o commerciali dismessi, anche da accorpare, o in assenza di questi, di aree produttive di interesse comprensoriale o sovracomunale, ancora disponibili e comunque accessibili da grandi direttrici nazionali o da direttrici primarie regionali e dotate comunque di spazi sufficienti per parcheggi e viabilità di servizio; i Comuni dovranno monitorare i flussi di traffico generati dalle attività per la grande distribuzione commerciale esistenti, in relazione alle capacità di esercizio delle infrastrutture di accesso, al fine di non comprometterne la funzionalità;

13.1.13 costituisce prescrizione per i Comuni di Pisa, Cascina, S.Giuliano Terme, Pontedera, S. Miniato e S.Croce s.A. con impianti a rischio d’incidente rilevante, la corretta pianificazione urbanistica in relazione alle zone soggette agli obblighi di cui agli artt.6,7 e 8 del D.L.gs 334/1999 ed agli elementi territoriali ed ambientali vulnerabili;

13.1.14 i Comuni con centri urbani fluviali dovranno prevedere nei piani strutturali discipline atte a conservare liberi i varchi di accesso al corso d’acqua e le vedute, favorendone la conservazione naturalistica e la fruizione.

13.2 Sistema della Pianura dell’Arno: Territorio rurale - Disciplina delle Invarianti

Costituiscono prescrizioni:

13.2.1 per i piani strutturali dei Comuni la preventiva individuazione territoriale delle aree agricole, dei terreni suddivisi tra suoli di prima qualità e terreni con rilevanti infrastrutture agrarie e/o particolari sistemazioni agrarie e le conseguenti individuazioni delle aree ad esclusiva funzione agricola;

13.2.2 per i piani strutturali la verifica delle risorse agro-ambientali, il censimento di tutti i fabbricati in ambito rurale, in quanto risorsa primaria per soddisfare il fabbisogno edilizio e la redazione di un catalogo delle tipologie insediative e dei caratteri edilizi dei fabbricati. Il quadro conoscitivo dovrà essere pertanto comprensivo dell’ individuazione cartografica e dei dati relativi alla consistenza, allo stato di conservazione ed uso legittimo in atto del patrimonio edilizio, anche ai fini del recupero e riutilizzo per attività connesse o integrative dell’agricoltura; la disciplina delle trasformazioni urbanistico-edilizie dei fabbricati schedati, sarà coerente con gli assetti plano-altimetrici e tipologici descritti nel catalogo.

13.2.3 Le trasformazioni urbanistiche ammissibili previste dai Piani Strutturali dovranno tendere al recupero e al risanamento conservativo, alla ristrutturazione edilizia senza cambiamento di destinazione d’uso né parcellizzazioni delle unità immobiliari in grado di configurare comunque tali mutamenti sul piano sostanziale del degrado urbanistico edilizio conservando e valorizzando la matrice dell’organizzazione agricola tradizionale e la tipologia prevalente dell’area di riferimento. Il patrimonio edilizio rurale non più utile alla conduzione dei fondi agricoli, può cambiare la destinazione d’uso, con le modalità d’interventi previsti all’art. 43 dalla L:R. 1/2005 e s.m.i, compatibilmente con le funzioni rurali, di cui all’art. 23 del PIT e in ottemperanza a quanto disciplinato dal PTC vigente.

13.2.4 I Comuni nel predisporre il quadro conoscitivo del territorio rurale, nella formazione del piano strutturale, ad integrazione e specificazione di quanto indicato nelle presenti norme, individueranno quali aree abbiano eventualmente esclusiva rilevanza sotto il profilo ambientale e per esse detteranno apposite discipline delle attività esistenti.

13.2.5 L’individuazione di zone agricole di interesse paesaggistico-ambientale sarà operata anche sulla base della presenza di forme di coltivazione tradizionali e o particolari connotanti il paesaggio, quali: -le colture ad olivo negli ambiti collinari, le coltivazioni nelle bonifiche storiche, le sistemazioni agrarie aventi rilevanza paesaggistica e simili;

  • - presenza di un significativo rapporto tra edifici esistenti, viabilità tradizionale e assetti vegetazionali e colture;
  • - conformazione dei terreni agricoli ad assetti antichi, compresenza di corpi idrici (diramazioni storiche, antiche rive lacuali, terrazzi alluvionali del quaternario e simili);
  • - sistemazioni agrarie che determinano un valore paesaggistico aggiuntivo oltre a svolgere una funzione di presidio ambientale e paesaggistico;
  • - presenza di formazioni geologiche particolari, di depositi fossiliferi significativi, di carsismi, di siti storici di estrazioni minerarie, di grotte o di altre singolarità;
  • - presenza di aree di congiunzione tra ambiti di interesse naturalistico–ambientale per la conservazione e l'arricchimento delle specie vegetali ed animali;- presenza di un ambiente fluvio-lacuale, con significativa connotazione naturalistica;
  • - caratteristiche di pregio naturalistico- ambientale (aree protette, aree di interesse ambientale del PTC); disciplinando la realizzazione di strutture e servizi compatibili, offrendo opportunità di lavoro e sviluppo;
  • - presenza di aree caratterizzate da dinamiche naturali e o caratteri fisici, che ne escludono la possibilità di produzioni agroforestali, al fine di assicurarne la tutela degli equilibri ambientali e delle risorse.

13.2.6 le aree agricole, individuate come aree di interesse ambientale,costituicono ambiti specifici di verifica della eventuale rilevanza ambientale da gestire negli strumenti della pianificazione o con la specifica disciplina di cui alla vigente legislazione per le aree protette

13.2.7 i Comuni nei piani strutturali verificano, assumono e/o integrano la rete ecologica proposta dal P.T.C. e definiscono le modalità integrate d’intervento per attuare la tutela degli ecosistemi della flora e della fauna per le specie target prese come riferimento dal P.T.C.;

13.2.8 al fine di promuovere, in equilibrio con l’ agricoltura di presidio e di tutela del paesaggio, la funzione culturale, ricreativa, residenziale e turistico ricettiva, nelle aree collinari e sul Monte Pisano, i Comuni, nella redazione dei piani strutturali, verificano, integrano ed assumono le risorse segnalate dal P.T.C. (emergenze floro-faunistiche, paleontologiche, minerarie, archeologiche, speleologiche, culturali insediative, colturali tradizionali, ecc.) e redigono un catasto dettagliato dei fabbricati, esteso a tutto il sistema insediativo sparso nel territorio rurale (tipologia, consistenza, caratteri edilizi, stato di conservazione ed utilizzo del patrimonio esistente in ambito rurale) ai fini del suo recupero e riutilizzo, in quanto risorsa primaria per soddisfare il fabbisogno edilizio residenziale e turistico –ricettivo, da disciplinare specificatamente nel R.U., anche mediante incrementi volumetrici;

13.2.9 nel recepire la disciplina del nuovo Piano Faunistico Venatorio Provinciale, i piani Comunali integreranno le proprie discipline di governo del territorio per migliorare la naturalità complessiva del paesaggio e mantenerne inalterati gli ecosistemi. Eventuali nuove piantumazioni dovranno essere costituite da elementi vegetali autoctoni o tradizionali.

13.2.10 Al fine di promuovere la diffusione di una cultura ambientale la Provincia e i Comuni favoriranno la realizzazione di strutture per la diffusione e l’osservazione della fauna anche individuando aree e contesti di interesse ambientale.

13.2.11 La Provincia e i Comuni promuoveranno nei loro piani di governo del territorio e di settore la gestione attiva per la difesa del territorio e la conservazione del paesaggio e dello sviluppo delle economie innestate nelle risorse locali, mantenendo e migliorando la biodiversità animale e vegetale e le interazioni con le attività forestali e agricole per migliorare la naturalità complessiva del paesaggio e mantenerne inalterati gli ecosistemi.

13.2.12 Al fine di tutelare la fauna ittica e i sistemi biologici dei corpi idrici, nella realizzazione di qualsiasi opera dovranno essere adottare precauzioni finalizzate a non compromettere le funzioni biologiche dell'ecosistema. Pertanto gli interventi di taglio della vegetazione ripariale dovranno salvaguardare la riproduzione della fauna ittica e ripariale e le essenze di pregio vegetazionali.

13.2.13 nell’attuazione di previsioni urbanistiche i Comuni garantiscono sempre l’efficace funzionamento della rete di bonifica idraulica di collina e di pianura;

13.2.14 per i Comuni fluviali (S.Miniato, S.Croce S.A., Castelfranco di S., S.Maria a Monte, Montopoli V.A., Pontedera, Calcinaia, Vicopisano, Cascina, Pisa, S.Giuliano Terme e Vecchiano, costituisce prescrizione la conservazione dei varchi naturali di accesso al corso d’acqua, e la promozione di azioni coordinate per la fruizione, anche ciclopedonale, delle risorse naturali, per l’attivazione di circuiti d’acqua per finalità ecologiche naturalistiche, scientifiche, sportive e ricreative; in tali ambiti sarà da favorire la costituzione di aree protette, di parchi fluviali urbani, parchi sovracomunali.

13.2.15 I quadri conoscitivi dei piani strutturali Comunali recepiranno le perimetrazioni della vigente legislazione regionale per le energie rinnovabili al fine di definire le aree idonee alla localizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili.

13.2.16 L’utilizzo dei fanghi in agricoltura è disciplinato dal D.lgs 99/92 e s.m.i. , LR 25/1998 e s.m.i. e RR 14/2006 e s.m.i. che definisce in dettaglio tutte le condizioni di utilizzo dei fanghi in agricoltura ai fini sia ambientali che agronomici. Inoltre le aree non idonee allo spandimento dei fanghi in agricoltura e gli aspetti relativi al controllo sono definiti dal D.C.P. n. 62/99 e D.C.P. n. 1000/2000. e s.m.i.

13.3 Sistema della Pianura dell’Arno: Infrastrutture - Disciplina delle Invarianti

13.3.1 Disposizioni generali

Costituiscono prescrizioni per i piani strutturali il coordinamento tra il sistema infrastrutturale per il trasporto (viabilità, linee ferroviarie e stazioni ferroviarie, parcheggi scambiatori e per la sosta, linee di trasporto pubblico su gomma, percorsi ciclabili), la localizzazione dei servizi e delle funzioni ed il piano comunale degli orari dei servizi, all’interno di un piano della mobilità, che garantisca alle comunità locali l’accessibilità ai servizi di livello sovracomunale (sedi universitarie e centri di ricerca, grandi strutture di vendita, centri espositivi, strutture ospedaliere, scuole superiori, aree produttive comprensoriali e sovracomunali, centri e strutture sportive e per lo spettacolo di interesse sovralocale.

Al fine di garantire il collegamento tra Centri urbani e Servizi d’interesse sovracomunale, i Comuni e la Provincia promuovono protocolli d’intesa ed accordi di programma fra i soggetti competenti finalizzati a:

  • - un servizio ferroviario di carattere metropolitano lungo le direttrice Pi-Fi, Pi-Li, Pi-Lucca , Pi-Viareggio;
  • - l’ integrazione tra le diverse modalità di trasporto, anche attraverso la realizzazione di parcheggi scambiatori;
  • - l’integrazione degli orari dei servizi delle diverse modalità di trasporto: privato e pubblico, su ferro e su gomma;

13.3.2 Disposizioni specifiche per le infrastrutture per la mobilità

I Comuni dovranno nei piani strutturali:

13.3.2.1 garantire interrelazioni e raccordi tra le direttrici infrastrutturali per la mobilità viaria, ferroviaria, aeroportuale, portuale, idroviaria di livello nazionale, e le infrastrutture regionali, provinciali e comunali, allo scopo di assicurare la continuità del sistema generale della mobilità; a tale fine i Comuni definiranno l’uso delle infrastrutture viarie in rapporto al ruolo gerarchicamente riconosciuto;

13.3.2.2 salvaguardare la potenzialità di trasporto delle infrastrutture a valenza sovracomunale anche in relazione ai carichi indotti da nuove funzioni ed insediamenti;

13.3.2.3 considerare i Piani Urbani della Mobilità e del Traffico come complementi essenziali degli strumenti urbanistici comunali e con loro funzionalmente integrati per gli ambiti caratterizzati da maggiore criticità in termini di modalità;

13.3.2.4 individuare azioni finalizzate a liberare da funzioni, impropriamente localizzate, le direttrici stradali esistenti ritenute essenziali per il potenziamento del servizio di trasporto collettivo, per la fluidificazione del traffico e per la mobilità ciclabile, implementando il sistema di parcheggi pubblici e pertinenziali per recuperare le sedi viarie esistenti alla loro funzione primaria;

13.3.2.5 sviluppare nei P.U.M strategie per contenere la mobilità privata indotta da uno squilibrato rapporto fra i servizi diffusi a scala locale negli insediamenti e le grandi strutture polarizzanti, attraverso un insieme organico d’interventi, funzionalmente integrati agli strumenti urbanistici comunali ed in particolare agli atti di governo del territorio (Regolamento Urbanistico, Piani attuativi, piani complessi d’intervento);

13.3.2.6 salvaguardare i valori territoriali, ambientali e paesaggistici fruibili dagli utenti delle infrastrutture di trasporto, tenendo conto, nella progettazione di nuovi tracciati e potenziamento e ristrutturazione dei tracciati esistenti, della morfologia e dei caratteri delle aree attraversate;

13.3.2.7 individuare le metodologie da applicare per l’analisi e la valutazione degli effetti indotti dalle trasformazioni del territorio in generale e dagli sviluppi insediativi in particolare, per verificarne la compatibilità con il livello di servizio delle infrastrutture;

13.3.2.8 promuovere l’uso delle reti immateriali di servizi.

Infrastrutture ferroviarie

13.3.2.9 I Comuni, al fine di consentire l’ attuazione degli interventi sulla rete ferroviaria, nei tempi previsti dagli accordi tra gli Enti locali e la FSI, ne assumono le previsioni negli strumenti urbanistici, comprese le previsioni riguardanti gli assetti viari e le aree di parcheggio e scambio intermodale.

13.3.2.10 I Comuni individuano e danno attuazione a strategie per incrementare il trasporto delle persone su ferro e per ridurre il traffico in ambito urbano derivante dall’uso del mezzo privato, coordinando la rete e gli orari del servizio pubblico collettivo su gomma al servizio ferroviario di carattere metropolitano.

13.3.2.11 I piani strutturali dei Comuni attraversati dalle linee ferroviarie contengono specifiche prescrizioni da osservare nei regolamenti urbanistici atte ad impedire deroghe che consentano utilizzi delle aree ferroviarie, e dei tracciati ferroviari, ancorché dismessi, diversi da quelli connessi al servizio dei trasporti. Le fasce di rispetto lungo i tracciati delle linee ferroviarie esistenti non possono essere interessate da costruzioni, ricostruzioni o da ampliamenti di edifici o manufatti di qualsiasi specie, ad una distanza inferiore a quella definita dal D.P.R.753/80.

I tracciati dismessi della linea Pontedera – Lucca e della linea ferro-tramviaria Pisa-Tirrenia-Livorno, mantengono confermata la destinazione ferroviaria e sono comunque indisponibili a funzioni diverse dalla mobilità.

Infrastrutture idroviarie

13.3.2.12 Il Comune di Pisa perseguirà la migliore funzionalità della Darsena Pisana e del Canale dei Navicelli per gli sviluppi delle attività cantieristiche, della nautica e il trasporto delle merci, anche in rapporto agli interventi funzionali alla darsena Toscana del porto di Livorno e alla riapertura dell’incile da’Arno .

13.3.2.13 Il Comune di Pisa altres&igrave definirà assieme al parco di M.S.R.M. l’assetto definitivo del porto turistico in foce d’Arno, fatte salve le dovute valutazioni preventive sugli effetti derivanti dalla sua realizzazione su tutte le risorse interessate.

13.3.2.14 I Comuni interessati dal corso dell’Arno e dal Serchio, ove sussistano le condizioni di sicurezza idraulica, promuoveranno la classificazione per la navigabilità dei corsi d’acqua, ai fini della fruizione ricreativa e sociale, ma anche per finalità scientifiche e sportive.

Infrastrutture ciclabili

13.3.2.15 I Comuni definiscono nei piani strutturali la rete extra urbana ciclabile, privilegiando l’uso di poderali, percorsi arginali, sentieri, strade forestali, strade vicinali, integrata con quella urbana di collegamento tra aree residenziali, servizi, aree produttive, parcheggi scambiatori, centri urbani, prevedendo anche l’integrazione con i servizi pubblici di trasporto collettivo su gomma e su ferro.

13.3.2.16 Nella definizione della rete ciclabile i piani strutturali prevederanno i collegamenti al “Sistema di percorsi cicloturistici e pedonali della Pianura Pisana”realizzati nell’ambito dell’ Accordo di Programma del 1995 e dell’Accordo del 01.06.2000 per una “Prima integrazione del Sistema.”

13.3.2.17 I Comuni attraversati dalla rete ferroviaria, al fine di promuovere l’integrazione degli spostamenti delle persone, dal treno alla bicicletta, sviluppano intese con le F S per organizzare aree di sosta per bici e servizi ai viaggiatori, nelle aree ferroviarie disponibili o per sviluppare nuovi tracciati ciclabili sul sedime di linee dismesse.

13.3.3 Disposizioni specifiche per le Infrastrutture tecnologiche

Rete degli acquedotti

13.3.3.1.1 I Comuni promuovono presso l’autorità competente (A.T.O) per la risorsa idrica la verifica sull’efficienza e l’ammodernamento della rete acquedottistica, ai fini della riduzione delle perdite di rete, in particolare in concomitanza alla realizzazione di interventi di ristrutturazione urbanistica o di nuove previsioni insediative.

Rete fognaria

13.3.3.2 I piani strutturali contengono specifiche prescrizioni per il Regolamento Urbanistico per la realizzazione della rete duale di smaltimento delle acque reflue e di impianti di depurazione e riciclo, ai fini del risparmio delle risorse idriche, in relazione ad interventi di ristrutturazione urbanistica e/o nuove previsioni insediative.

Rete telematica

13.3.3.3 I Piani Urbanistici comunali nel dare attuazione a nuove aree produttive, per servizi e residenziali, o ad interventi di ristrutturazione urbanistica realizzano i cavidotti per l’alloggiamento delle fibre ottiche, in corenza gli accessi previsti e con le specifiche tecniche del piano provinciale delle reti telematiche.

Art. 14 Il Sistema Territoriale delle Colline Interne e Meridionali Obiettivi

14.1 Ambito e caratteri del Sistema

14.1.1 Costituiscono il Sistema territoriale locale: il Comune di Crespina, Lari, Capannoli, Palaia, Peccioli, Terricciola, Casciana, Chianni, Lajatico, Fauglia, Lorenzana, Orciano, S.Luce, Castellina M.ma, Riparbella, Montescudaio, Guardistallo, Casale M.mo, Volterra, Montecatini V.C., Pomarance, Monteverdi M.mo e Castelnuovo V.C.

14.1.2 Dal punto di vista delle gravitazioni, nel sistema delle Colline Interne e Meridionali è possibile individuare 3 sub-sistemi:

  • - il Sub-sistema delle Colline della Valdera, comprendente il Comune di Crespina e il Comune di Lari, il Comune di Capannoli, Palaia, Peccioli, Terricciola, Casciana Terme, Lajatico, Chianni, gravitanti per lo più sul sistema della pianura dell’Arno ed in particolare sul sistema produttivo e di servizi di Cascina e di Pontedera ; per la parte pianeggiante i territori di Lari e di Crespina condividono i caratteri del sistema territoriale provinciale della pianura dell’Arno;
  • - A loro volta i versanti collinari meridionali dei territori comuali di Montopoli, Pontedera e S.Miniato, appartenenti al Sistema territoriale della Pianura dell’Arno, ne condividono i caratteri per le parti collinari.
  • - il Sub-sistema delle Colline litoranee e della bassa Val di Cecina comprendente il Comune di Fauglia, Lorenzana, Orciano, S.Luce, Castellina M.ma, Riparbella, Montescudaio, Guardistallo e Casale M.mo gravitante per lo più sui Comuni livornesi; per la parte pianeggiante il territorio di Fauglia gravita e condivide i caratteri del sistema territoriale provinciale dell’Arno;
  • - il Sub-sistema delle Colline dell’alta Val di Cecina, interessante le aree più meridionali ed interne della provincia e costituito dai territori dei Comuni di Volterra, Montecatini V.C., Pomarance, Monteverdi M.mo e Castelnuovo V.C., che invece gravitano su Volterra e Pomarance.

14.1.3 Se si considera l’insieme delle funzioni produttive:

  • - Il Sub-sistema locale delle Colline della Valdera, localizzato lungo ed in affaccio alla pianura alluvionale dell’Era e dei suoi affluenti ed il sub sistema delle colline litoranee e della bassa Val di Cecina sono caratterizzati dal complesso di funzioni del turismo, dell’agricoltura, e dell’artigianato di base.

14.1.4 Il subsistema delle colline dell’ Alta Val di Cecina, in aggiunta alle precedenti funzioni ,è caratterizzato dalla produzione industriale collegata alle attività minerarie ed estrattive e dalla geotermia.

14.1.5 Fondamentale ruolo di cerniera per i sub sistemi è svolto verso l’interno dal centro di Volterra per le funzioni culturali e sanitarie e da Pomarance per le attività agricole; mentre in direzione del mare, per le funzioni ricreative e sanitarie dal Comune di Cecina (Li).

14.2 Sistema delle Colline Interne e Meridionali: Città ed insediamenti - Obiettivi

Costituiscono obiettivi specifici per questa risorsa:

14.2.1 il consolidamento del ruolo ordinatore dei centri urbani e conseguentemente il riordino e riaggregazione dei servizi di base, riconoscendo la seguente caratterizzazione:

  • - Centro ordinatore primario d’interesse sovracomunale: Volterra
  • - Centro ordinatore secondario d’interesse sovracomunale per le funzioni agricole nel sub sistema delle colline dell’alta Val di Cecina: Pomarance
  • - Centro ordinatore secondario d’interesse sovracomunale per le funzioni amministrative ed i servizi nel subsistema delle colline della Val d’Era: Peccioli
  • - Centri ordinatori amministrativi d’interesse locale: le sedi dei Comuni Lari, Palaia, Capannoli, Crespina, Casciana Terme, Chianni, Lajatico, Terricciola, Montecatini V.C., Monteverdi M.mo, Castelnuovo V.C., Fauglia, Lorenzana, Orciano Pisano, S.Luce, Castellina M.ma, Riparbella, Montescudaio, Guardistallo e Casale M.mo;

14.2.2 Il coordinamento tra il piano della mobilità dei centri ordinatori d’interesse primario e secondario ed il piano delle funzioni esistenti o da localizzare che tenga conto della compatibilità tra le diverse funzioni e tra queste e gli spazi, i tempi di vita e di fruizione, gli orari dei servizi pubblici e privati, al fine di ridurre le esigenze di mobilità;

14.2.3 il rafforzamento del ruolo di cerniera del Comune di Volterra le funzioni culturali, didattiche, turistiche, sanitarie) sia rispetto alla direttrice territoriale longitudinale, che rispetto alla direttrice trasversale; il rafforzamento del ruolo culturale di Crespina, in particolare nell’ambito delle arti visive;

14.2.4 l’attuazione del progetto di parco archeologico di Volterra, rafforzando l’identità di centro ordinatore anche turistico, all’interno di un progetto d’area che interessi l’offerta turistica, culturale, agrituristica, la mobilità, il sistema delle aree protette, le attività economiche tradizionali, all’ interno di un circuito territoriale di sistema che includa anche le relazioni tra gli insediamenti storico – culturali dei Comuni limitrofi.

14.2.5 il miglioramento dell’accessibilità alle aree verdi, ai servizi scolastici primari e superiori, socio- sanitari ed istituzionali in ambito urbano;

14.2.6 la riqualificazione urbanistica fisica, funzionale, infrastrutturale di Saline di Volterra, come porta di accesso alla città di Volterra e al territorio dei Comuni di Pomarance e di Castelnuovo V.C. e di Larderello come cittadella storica della geotermia, salvaguardandone e valorizzandone gli insediamenti abitativi operai e adeguando al protocollo di Kioto le emissioni in atmosfera;

14.2.7 il radicamento nel sistema territoriale della funzione terziaria espressa dall’università, dalle scuole superiori universitarie e dai centri di ricerca, in relazione alla specificità storico-artistica e alle vicende produttive del territorio, in particolare di Volterra e di Saline di Volterra e dei territori interessati dallo sfruttamento della risorsa endogena;

14.2.8 la valorizzazione delle risorse termali presenti nel sistema territoriale (Casciana Terme, Castenuovo V.C., Pomarance) integrate con le altre risorse presenti e con le funzioni turistico ricettive e turistico rurali, anche dei territori limitrofi;

14.2.9 il contenimento e l’inversione di tendenza nell’abbandono dei centri antichi, il superamento del degrado edilizio ed ambientale, il miglioramento delle prestazioni di edifici e servizi e l’allocazione delle funzioni compatibili, in relazione agli usi della popolazione e la valorizzazione delle risorse storiche, architettoniche, naturali e produttive, ;

14.2.10 il miglioramento della qualità e delle opportunità di determinazione rispetto ai tempi di vita;

14.2.11 la crescita qualitativa e quantitativa dei processi produttivi (compresa la riduzione del consumo energetico, di acqua, delle emissioni e dei rumori), dei caratteri insediativi (contenimento delle impermeabilizzazioni dei suoli,qualità edilizia, verde ed arredo urbano), dei livelli servizio delle infrastrutture viarie ferroviarie e telematiche e dei servizi alle imprese;

14.2.12 la sicurezza della salute pubblica e la tutela ambientale, anche in relazione agli impianti produttivi esistenti a rischio d’incidente rilevante;

14.2.13 la riqualificazione, il completamento ed il rafforzamento delle aree produttive di valenza comprensoriale e sovracomunale e delle aree specialistiche, cos&igrave individuate:

  • - Aree produttive di Saline di Volterra per il salgemma e per l’industria chimica;
  • - Polo estrattivo di Pomarance;
  • - Polo per l’estrazione del vapore geotermico e la produzione di energia elettrica: Larderello (Pomarance), Stazione di trasformazione 380KW di Acciaiolo ( Fauglia);

14.2.14 l’armonizzazione e l’integrazione tra le differenti forme distributive di commercio e una rete distributiva connotata in particolare da caratteri locali e di tipicità regionale nel settore agro-alimentare ed artigianale;

14.2.15 Il sostegno delle attività produttive connesse all’utilizzo delle risorse locali, in particolare alla geotermia e al termalismo;

14.2.16 l’approccio integrale alla problematica dell’offerta turistica, intesa come insieme di servizi, prodotti (attrattive culturali, manifestazioni e spettacoli focloristici, eventi religiosi, turismo congressuale di studio, termale, archeologico, attrattive naturalistiche, risorse faunistiche, itinerari rurali ciclo-pedonali, enogastronomia ecc..) e qualità ambientale (S.I.R., A.N.P.I.L. e Riserve Naturali);

14.2.17 la prevenzione e mitigazione del rischio geomorfologico ed idraulico nelle aree che espongono la popolazione ad eventi esondativi, franosi ed erosivi.;

14.2.18 l’adozione di misure di prevenzione contro il rischio sismico nella pianificazione territoriale e nella costruzione di nuovi edifici nelle aree ad elevato rischio;

14.2.19 la messa in atto di strategie per il risparmio della risorsa idrica, in particolare nei Comuni a media criticità per consumi industriali e civili e della risorsa energetica, anche in relazione all’applicazione della normativa vigente in materia di contenimento dell’inquinamento luminoso;

14.3 Sistema delle Colline Interne e Meridionali: Territorio rurale - Obiettivi

Costituiscono obiettivi specifici per questa risorsa:

14.3.1 il risanamento dal dissesto geomorfologico e la riduzione della pericolosità idraulica attraverso interventi sui corsi d’acqua e sui terreni, coordinata con le politiche e le pratiche agricole e di forestazione, in coerenza con le previsioni strutturali e le discipline del P.A.I. del Piano di Bacino Toscana Costa;

14.3.2 la salvaguardia della risorsa idrica del Cecina e più in generale dei corsi d’acqua superficiali;

14.3.3 l’identificazione delle aree ad esclusiva funzione agricola ed il mantenimento e lo sviluppo delle specificità delle attività agricole, tenendo conto delle vocazioni vitivinicole e della sopravvivenza degli usi civici;

14.3.4 la conservazione della varietà e delle specificità degli habitat e delle specie, in relazione anche alle aree di cui alla L.R.n.56/2000, e succ. mod. e intgrazioni approvate con Del.C.R.06/2004, e succ modifiche e integrazioni il riequilibrio biologico dei corpi idrici superficiali ed il rafforzamento dei sistemi ambientali e della rete ecologica;

14.3.5 la valorizzazione e una maggiore fruizione dei sistemi ambientali ed in particolare delle aree protette, l’attuazione del recupero del patrimonio edilizio delle Riserve Naturali, la promozione di nuove Riserve Naturali ed Aree Protette d’Interesse Locale (A.N.P.I.L) ed il sostegno delle attività previste nei regolamenti;

14.3.6 il mantenimento e la salvaguardia della superficie boschiva complessiva del Sistema territoriale e l’incremento dell’indice per i Comuni a basso o medio indice di boscosità valorizzando la silvicoltura per lo sviluppo delle economie locali e il miglioramento della gestione dei boschi e della naturalità complessiva del paesaggio,

14.3.7 il mantenimento e lo sviluppo degli istituti venatori al fine di rendere maggiormente organica e funzionale la gestione della fauna selvatica recependo quanto sarà definito con il Piano Faunistico Venatorio Provinciale;

14.3.8 la promozione di azioni per migliorare la naturalità complessiva del paesaggio e mantenerne inalterati gli ecosistemi. Le azioni si rapporteranno con le attività forestali e agricole, mantenendo e ripristinando le sistemazioni agrarie e le infrastrutture poderali, indispensabili per la conservazione delle specie faunistiche e per la stabilizzazione delle condizioni idrogeologiche. A tal fine eventuali nuove piantumazioni dovranno essere costituite da elementi vegetali autoctoni o tradizionali;

14.3.9 la promozione di una cultura ambientale anche attraverso la realizzazione di strutture per la diffusione e l’osservazione della fauna e di nuove aree e parchi Naturali;

14.3.10 la gestione attiva per la difesa del territorio e la conservazione del paesaggio e dello sviluppo delle economie innestate nelle risorse locali;

14.3.11 la promozione della biodiversità animale e vegetale e le interazioni con le attività forestali e agricole per migliorare la naturalità complessiva del paesaggio e mantenerne inalterati gli ecosistemi;

14.3.12 il mantenimento e la salvaguardia dell’ecosistema dei corpi idrici;

14.3.13 per quanto riguarda il paesaggio vegetazionale storico e/o significativo costituito dalle risorse agro–forestali, la provincia attraverso il PTC promuove la realizzazione di percorsi pedonali, ciclabili, ippovie di collegamento con le aree di valore naturalistico e storico culturali;

14.3.14 la valorizzazione e conservazione delle visuali paesaggistiche garantendo la conservazione e la tutela della fruizione delle visuali panoramiche;

14.3.15 la valorizzazione del territorio agricolo attraverso la identificazione e salvaguardia delle aree più significative dal punto di vista produttivo, preservando le caratteristiche dei suoli, la loro esposizione, la dotazione di infrastrutture, e valorizzando il patrimonio architettonico collinare, adottando strategie che non ne compromettano le risorse;

14.3.16 la tutela dell’interezza del patrimonio collinare, quale che sia l’andamento orografico (collinare, vallivo), il livello di antropizzazione, l’uso, il grado di naturalità e le colture in atto, preservando il territorio dall’insediamento di tipologie riferibili alle lottizzazioni a scopo edificatorio destinate alla residenza urbana;

14.3.17 nell’ambito dei sistemi di crinale, la tutela dell’integrità degli elementi di riferimento e connotazione paesaggistico-ambientale, quali elementi ordinatori di un insediamento storico o storicizzato;

14.3.18 la conservazione degli elementi edilizi tipici dell’ architettura rurale, in quanto testimonianze di valore storico- architettonico;

14.3.19 l’ incentivazione verso ogni tipo di azione che possa rafforzare il ruolo e la fruibilità di tracce, segni e permanenze storiche di qualsiasi natura appartenenti al patrimonio rurale, attraverso anche il censimento e classificazione, dei caratteri, delle tipologie edilizie e insediative dei fabbricati esistenti e complessi edilizi, attraverso la definizione delle trasformazioni urbanistico-edilizie compatibili con il recupero, e il risanamento del degrado urbanistico edilizio, conservando e valorizzando anche la matrice dell’organizzazione agricola tradizionale del patrimonio rurale;

14.3.20 la creazione di nuove opportunità di lavoro e di nuove figure imprenditoriali e professionali perseguendo la conservazione e la valorizzazione del patrimonio edilizio rurale, al fine di anche di crearne e favorirne le condizioni;

14.3.21 il recupero e l’incentivazione delle attività agricole e connesse all’agricoltura, e all’esercizio dell’attività zootecnica;

14.3.22 l’individuazione di parti di territorio rurale con caratteri di marginalità dal punto di vista della produzione agricola, al fine di attuare uno strumento di piano utile a contrastare l’attuale degrado idrogeologico, geomorfologico e paesaggistico e, allo stesso tempo, consentire nuove opportunità di sviluppo attraverso attività di recupero e valorizzazione delle coltivazioni abbandonate, compatibili con il territorio rurale. Tali attività dovranno essere finalizzate a valorizzare le potenzialità intrinseche dell’area, anche in modo integrato, e contribuire ad un miglioramento qualitativo del contesto territoriale, sottraendole alle possibili pressioni speculative;

14.3.23 l’incentivazione dell’agricoltura biologica e favorire la minore utilizzazione di prodotti derivati da processi di sintesi chimica a favore di concimi di origine prevalentemente vegetale ricorrendo alla distribuzione agronomica del letame e dei liquami zootecnici, nei limiti dei carichi sopportabili in relazione alle esigenze di tutela delle componenti naturali e dei relativi equilibri;

14.3.24 incrementare la qualità dei prodotti agricoli, riqualificando le produzioni locali utilizzando metodi di agricoltura biologica ed integrata, attivando contemporaneamente il mercato sia locale sia territoriale;

14.3.25 la promozione di una nuova organizzazione dei sistemi alimentari attraverso la pianificazione del cibo (ai sensi dell’atto di indirizzo politico approvato con Delibera di Consiglio Provinciale n.26 del 22 aprile 2010). Al fine di comprendere ed orientare le modalità di produzione, distribuzione e consumo di cibo in modo da ottenere migliori standard di accessibilità, qualità, equità, salubrità dei cibi e di ridurne gli sprechi con evidenti riflessi dal punto di vista sociale e ambientale. Creare le condizioni di contesto perché vengano ampliati gli spazi di libertà individuali attraverso l’educazione e l’informazione, e la dotazione di infrastrutture materiali in coerenza con gli interventi che riguardano il cibo;

14.3.26 la promozione di sinergie tra agricoltura e ambiente, al fine di valorizzare la interrelazione tra l’ambiente rurale e il territorio circostante, prevedendo di:

  • - rafforzare la rete ecologica attraverso la conservazione dei varchi naturali di accesso ai corsi d’acqua;
  • - promuovere la gestione dei varchi naturali con finalità ambientali e per il tempolibero;
  • - conservare la qualità paesaggistica della rete minore viaria;
  • - dare impulso alla realizzazione di parchi agricoli extraurbani, sottoponendoli a norme di tutela paesaggistica ed ambientale;
  • - assicurare la conservazione delle esistenti orditure dei campi e dei segni significativi dell'evoluzione idrica del territorio, nonché la manutenzione della rete scolante principale.

14.3.27 la promozione di sinergie tra l’agricoltura e aree protette provinciali (Riserve Naturali, SIC, SIR ed ANPIL) operando al fine di:

  • - individuare le aree protette provinciali quali luoghi di eccellenza dove sperimentare nuove e più avanzate forme di politica agro-ambientale con particolare riguardo alla diminuzione degli input, alla tipicizzazione dei prodotti ed alla stessa conservazione del paesaggio;
  • - garantire la permanenza e l'ammodernamento strutturale delle aziende agricole;
  • - mantenere vivo il tessuto sociale, economico e storico-culturale delle stesse comunità umane insediate, soprattutto nelle aree protette collocate in zone svantaggiate, mediante l'attività agricola,condotta con metodi rispettosi dell'ambiente;
  • - individuare strumenti specifici di intervento, volti a favorire l'esercizio di forme di agricoltura a minore impatto ambientale fortemente ancorate al contesto territoriale di riferimento.

14.3.28 la promozione di sinergie tra agricoltura, ambiente, attività produttive tipiche, attività di servizio culturali, commerciali, sportive, turistiche, (turismo termale, d’arte, archeologico, escursionistico, naturalistico, rurale, venatorio, equestre, golfistico ecc.);

14.3.29 la promozione di attività di servizio culturali, sociali, didattiche e turistiche, incentivando:

  • - iniziative di ricettività;
  • - progetti per il restauro e la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale;
  • - la diversificazione dell’offerta dei servizi turistici;
  • - il sistema delle relazioni, attraverso, la sentieristica, gli itinerari i percorsi e la rete dei servizi correlati, a supporto dell’offerta turistica;

14.3.30 la definizione assieme ai Comuni di discipline per le aree limitrofe alle Riserve Naturali. e alle A.N.P.I.L che consentano di equilibrare la tutela delle risorse direttamente interessate, con lo sviluppo di attività sociali, economiche, turistico-ricettive e venatorie;

14.3.31 la crescita strutturale turistica (ricettività e servizi turistici) coordinata, equilibrata e tipologicamente differenziata, nelle aree collinari interne, in alternativa alla costa, previe attente valutazioni a scala sovracomunale;

14.3.32 il recupero prioritario e il riutilizzo del patrimonio edilizio esistente ed il rafforzamento degli insediamenti rurali, prioritariamente per il turismo rurale e l’agriturismo;

14.3.33 il contenimento della dispersione insediativa nelle aree agricole;

14.3.34 la promozione della gestione con finalità ambientali e per il tempo libero di aree rurali di frangia agli insediamenti (in particolare produttivi o ad aree per impianti tecnologici) e delle aree di paesaggio fluvio e-lacuale, per le finalità di rafforzamento della rete ecologia;

14.3.35 il mantenimento della qualità del paesaggio rurale, favorendo la ricostituzione, il ripristino e la valorizzazione degli elementi tradizionali del paesaggio agrario, l’adeguamento delle strutture e la sostituzione delle attrezzature finalizzata ad un minor impatto ambientale;

14.3.36 l’incremento della qualità dei prodotti agricoli, introducendo, mantenendo ed implementando i metodi di agricoltura biologica ed integrata e la qualificazione delle produzioni agricole tipiche (marchi D.O.C. e I.G.P.) e il marketing territoriale;

14.3.37 la valorizzazione delle produzioni agricole locali attraverso l’incentivazione di percorsi di adeguamento improntati sulla ricerca di mercati di qualità, sulla differenziazione, sulla creazione di valore e sulla diversificazione produttiva sfruttando le potenzialità derivanti dal flusso turistico, da una qualificazione della domanda dei consumatori locali, da una crescente vivacità e disponibilità alla collaborazione tra imprese, e tra queste e le amministrazioni locali, che hanno incoraggiato la nascita di progetti comuni e iniziative collettive. Al fine di recepire i cambiamenti del settore agricolo e valorizzare le produzioni agricole locali. La Provincia, anche attraverso il PTC e i piani di settore ad esso coerenti si propone di:

  • -innovare il marketing e la commercializzazione dei prodotti tipici e la certificazione di qualità e tipicità, creando forme di relazione con attività tradizionali e turistiche.
  • - promuovere e adottare studi e criteri di ricerca per l’uso di tecniche agronomiche e zootecniche riferite all’allevamento animale finalizzate alla produzione di prodotti tipici e di allevamento di razze a rischio di estinzione.
  • - promuovere la valorizzazione e la produzione agricola di qualità, attraverso il ripristino e il potenziamento di coltivazioni tradizionali locali.
  • - incrementare la promozione di iniziative di filiera corta, attraverso il miglioramento delle produzioni e l’utilizzo di certificazioni e marchi, promuovendo il turismo verde e l’agriturismo.

14.3.38 l’incremento del ricorso allo sfruttamento delle fonti rinnovabili di energia, sia per impiego locale, che per impiego esterno, con particolare riferimento alla fonte geotermica, alla fonte da biomassa ed alla fonte eolica, fatte salve le opportune verifiche di carattere ambientale e paesistico. Promuovere le fonti di energia rinnovabili in un quadro di corretta localizzazione, recependo le disposizioni normative vigenti e tenendo conto delle seguenti priorità:

  • - valorizzare i potenziali energetici delle diverse risorse rinnovabili del territorio (per ogni territorio, l’opportuna fonte rinnovabile);
  • - ricorrere a criteri progettuali volti ad ottenere il minor consumo possibile di territorio, sfruttando al meglio le risorse disponibili, tutelando il terreno fertile deputato alla produzione agroalimentare;
  • - favorire prioritariamente il riutilizzo di aree già degradate da attività antropiche, pregresse o in atto, quali: siti industriali, cave, discariche, siti contaminati, perseguendo l’obiettivo della minimizzazione delle interferenze con il territorio;
  • - favorire una localizzazione e una progettazione legata alla specificità dell’area, con particolare riguardo alla caratteristiche delle aree agricole. In particolare si dovrà tener conto della presenza di zone agricole caratterizzate da produzioni agroalimentari di qualità e/o particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico- culturale;
  • - l’ uso del suolo agricolo per l’istallazione di fonti di energie rinnovabili è auspicabile solo se legato allo sviluppo della multifunzionalità delle aree agricole, al fine del raggiungimento dell’obiettivo dell’autosufficienza energetica;
  • - Investire sulle energie alternative privilegiando i piccoli impianti;

14.3.39 Il corretto utilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura, tutelando al contempo le aree, nelle quali siano state eseguite azioni e politiche di miglioramento ambientale, evitando effetti nocivi sull’uomo, sulla vegetazione, e sugli animali.

14.3.40 la tutela e la persistenza della qualità del paesaggio rurale, la riorganizzazione delle risorse naturali agro-ambientali, degli elementi tradizionali del paesaggio agrario e delle infrastrutture storiche tradizionali;

14.3.41 la tutela delle parti di territorio interessate da aree boscate, della silvicoltura per lo sviluppo delle economie locali;

14.3.42 la salvaguardia delle aree significative dal punto di vista della produttività, dei suoli;

14.3.43 recupero attività agricole e connesse all’agricoltura;

14.3.44 il riconoscimento del valore paesaggistico-ambientale alle aree caratterizzate da dinamiche naturali e o caratteri fisici, che ne escludono la possibilità di produzioni agroforestali, al fine di assicurarne la tutela degli equilibri ambientali e delle risorse;

14.3.45 tutela idrogeologica e paesaggistica, recupero e valorizzazione delle coltivazioni abbandonate, compatibili con il territorio rurale;

14.3.46 lo sviluppo delle economie innestate nelle risorse locali;

14.3.47 il recupero di produzioni tradizionali, di sistemi di produzione ecocompatibili e di attività di allevamento ispirate a criteri di sostenibilità ambientale e benessere animale;

14.3.48 il recupero delle attività agricole e connesse all’agricoltura in aree rurali, migliorando la produzione agricola e la competitività aziendale con una politica di incentivazione a favore di produzioni tipiche;

14.3.49 il recupero e la riqualificazione delle aree agricole abbandonate o compromesse, connotate da degrado paesaggistico e idrogeologico, attraverso metodi di riqualificazione paesistico-ambientale, adottando criteri di incentivazione a favore di produzioni tipiche;

14.4 Sistema delle Colline Interne e Meridionali: Infrastrutture - Obiettivi

14.4.1 Infrastrutture per la mobilità

Costituiscono obiettivi specifici per questa risorsa:

14.4.1.1 l’integrazione delle reti infrastrutturali e dei servizi per la mobilità delle persone e delle merci, ferroviarie e viarie in relazione al porto di Piombino e al porto di Livorno ed all’interporto di Guasticce e al terminal dell’aeroporto di Pisa, ed in funzione dell’accessibilità ai servizi d’interesse sovracomunale (per la didattica, museali, sanitari, distributivi per la grande e media distribuzione commerciale,ecc.) e alle aree produttive nei nodi plurimodali (ferro/gomma a Saline di Volterra, trasporto pubblico/privato in tutti i centri ordinatori ecc.), nei parcheggi scambiatori e ai principali nodi ferroviari (Pisa, Cecina, Livorno);

14.4.1.2 l’ottimizzazione dell’accessibilità alle infrastrutture viarie d’interesse nazionale, regionale e/o di accesso al sistema metropolitano o d’interesse per i collegamenti fra i sistemi locali e tra i centri urbani;

14.4.1.3 l’integrazione del servizio di trasporto collettivo ferro/gomma, per il miglioramento dell’accessibilità delle aree del sistema territoriale dal mare e dall’interno ed all’interno del sistemal’individuazione di strategie rivolte a moderare la domanda di trasporto privato individuale, a favore del mezzo pubblico, soddisfacendo i bisogni di mobilità della popolazione con particolare riguardo alle fasce deboli ;

14.4.1.4 la sicurezza stradale ed in particolare il miglioramento dei livelli di sicurezza della S.R.T.n. 439 e della S.R.T.n..68 ed in generale dei collegamenti alle infrastrutture di livello superiore e di quelli tra i centri urbani, anche mediante la realizzazione di opportuni bypass dei centri abitati;

14.4.1.5 la realizzazione degli interventi infrastrutturali approvati o programmati e la definizione progettuale dei tracciati per i quali sia stato definito l’ambito d’intervento (Tav.P.4.);

14.4.1.6 la salvaguardia della funzionalità della viabilità provinciale ed in particolare dei tratti di nuova realizzazione, rispetto ad immissioni che possano comprometterne l’efficienza e la sicurezza;

14.4.1.7 il recupero e lo sviluppo della rete escursionistica;

14.4.1.8 lo sviluppo della rete ciclabile extra urbana tra centri urbani e tra i luoghi di residenza e di lavoro e della rete cicloturistica attraverso l’integrazione con i percorsi forestali, la rete sentieristica e poderale esistente, in particolare per collegare le aree protette ed i luoghi d’interesse culturale ed ambientale;

14.4.2 Infrastrutture tecnologiche

Costituiscono obiettivi specifici, per la rete delle infrastrutture tecnologiche/per la rete telematica:

14.4.2.1 la realizzazione della linea dorsale telematica, longitudinale lungo la S.R.T.439 e la S.P.n.64 della Fila;

14.4.2.2 la realizzazione prioritaria dei collegamenti alla dorsale telematica delle aree produttive d’interesse comprensoriale e sovracomunale e dei servizi d’interesse sovracomunale, in coerenza con il Piano provinciale delle reti telematiche.

Costituiscono obiettivi specifici per la rete degli acquedotti:

14.4.2.3 il risanamento della rete acquedottistica e la riduzione delle dispersioni;

14.4.2.4 il miglioramento della penetrazione del servizio acquedottistico, sia in termini di aumento della popolazione servita, che di disponibilità idrica per abitante.

Costituiscono obiettivi specifici per la rete fognaria:

14.4.2.5 lo sviluppo della rete fognaria e della depurazione e riciclaggio delle acque.

Costituiscono obiettivi specifici per la rete di trasporto energetico, impianti per la telefonia mobile e per la radiocomunicazione :

14.4.2.6 la determinazione e il monitoraggio dei livelli di campo elettromagnetico delle reti e degli impianti esistenti;

14.4.2.7 il risanamento degli ambiti critici per i livelli di campo elettromagnetico rilevati ;

14.4.2.8 l’obbligo nella realizzazione di nuovi insediamenti in prossimità di impianti elettrici di AT esistenti, del rispetto delle distanze di sicurezza derivanti dai valori massimi di esposizione ammessi dalla legge regionale, in relazione al campo magnetico indotto e definite nel “Monitoraggio e controllo dell’impatto elettromagnetico prodotto dalle linee di AT esistenti in provincia di Pisa ” effettuato da A.R.P.A.T. nel 2005 (Doc.Q.C.3);

14.4.2.9 l’applicazione, nella realizzazione di impianti elettrici di trasformazione, distribuzione e trasmissione di energia ad AT, delle distanze di sicurezza rispetto agli insediamenti esistenti o gà previsti negli atti di governo del territorio e determinate sulla base dei massimi livelli di esposizione al campo elettromagnetico stabiliti dalla regione;

14.4.2.10 l’inserimento nella progettazione di nuove linee delle migliori misure di mitigazione al fine di salvaguardare l’avifauna e ridurre gli impatti sul paesaggio.

14.4.2.11 il monitoraggio dei livelli di H2S sul territorio interessato dalle attività geotermiche, al fine di eliminare le maleodoranze, mediante l’introduzione di idonee tecnologie per il completo abbattimento delle emissioni di H2S, e la ricaduta sulle aree circostanti delle acque di condensa, emesse dalle torri di raffreddamento.

Art. 15 Il Sistema Territoriale delle Colline interne e Meridionali - Invarianti

15.1 Sistema delle Colline Interne e Meridionali : Città ed insediamenti - Invarianti

Costituiscono invarianti per le città e gli insediamenti, nel Sistema delle Colline Interne e Meridionali:

15.1.1 il ruolo di centro ordinatore primario della città di Volterra per le funzioni culturali e di servizio sanitario, turistico e per la didattica superiore, anche di livello universitario, e post-universitario;

15.1.2 il ruolo di centro ordinatore delle funzioni amministrative in campo agricolo di Pomarance nell’ambito del sub-sistema territoriale delle Colline dell’alta Val di Cecina;

15.1.3 il ruolo di centro ordinatore secondario di Peccioli per le funzioni amministrative e per specifiche funzioni di servizio (smaltimento rifiuti) nell’ambito del sub-sistema delle Colline della Val d’Era;

15.1.4 il ruolo ordinatore per le funzioni termali e turistiche del centro di Casciana Terme;

15.1.5 il ruolo di centri ordinatori amministrativi locali degli altri Comuni;

15.1.6 la funzione didattica, culturale e formativa espressa da Volterra e dall’area archeologico - museale e più in generale la funzione culturale espressa dal patrimonio di pregio architettonico, artistico, storico e testimoniale;

15.1.7 la funzione di coesione sociale espressa da tutti i centri ordinatori, dai luoghi di incontro di aggregazione, divertimento, benessere ed attività fisica;

15.1.8 la specificità del sistema produttivo nel settore estrattivo, chimico e della produzione di energia;

15.1.9 la sicurezza degli impianti a rischio d’incidente rilevante ai fini della tutela della salute e della conservazione delle risorse territoriali ed ambientali sensibili;

15.1.10 la funzione ecologica del verde e dei parchi urbani, degli orti periurbani e delle vie d’acqua;

15.2 Sistema delle Colline Interne e Meridionali: Territorio rurale - Invarianti

Costituiscono invarianti per il territorio rurale, nel Sistema delle Colline Interne e Meridionali:

15.2.1 la funzionalità idraulica del sistema idrografico collinare e di pianura;

15.2.2 la qualità e la diversità del paesaggio;

15.2.3 la funzione produttiva delle aree ad esclusiva funzione agricola e l’esclusività della funzione agricola delle aree gravate da diritti d’uso civico esistenti;

15.2.4 la funzione ecologica per la conservazione degli habitat, delle flora e della fauna selvatica , della rete costituita dalle Riserve Naturali, dalle A.N.P.I.L., dai Siti d’importanza Regionale (S.I.R.), dai boschi, dalle formazioni vegetazionali lineari, dalle acque e dalle aree di pertinenza fluvio lacuale del sistema idrografico, in particolare del Fine, del Cecina, e dei principali affluenti, degli affluenti in sx dell’Arno, del Cornia, del lago di S.Luce, da particolari sistemazioni agrarie (muretti a secco), dalle grotte, dai pascoli e dalle radure, dalle Oasi faunistiche e dalle aree di ripopolamento e cattura, e più in generale, dalle aree agricole;

15.2.5 la funzione ricreativa e didattico- formativa e culturale delle R.R.N.N. e delle aree protette d’interesse locale;

15.2.6 la funzione agricola/culturale/ricreativa/residenziale/turistico-ricettiva espressa dai territori collinari (risorse floro-faunistiche, miniere, paleontologiche, sentieristica, ritrovamenti archeologici, risorse agro- ambientali, termali ecc.);

15.2.7 la funzione culturale e di memoria storica del territorio espressa dai manufatti edilizi di pregio architettonico, storico ed artistico assieme a quelli di valore testimoniale in ambiti rurali a tutela paesaggistica e dal paesaggio;

15.2.8 la funzione prioritariamente residenziale ed insediativa per le attività turistico ricettive ed servizi connessi, del patrimonio edilizio in ambito rurale non più utile alla conduzione dei fondi agricoli;

15.2.9 la funzione di preservare l’identità tipologica del tessuto urbanistico edilizio del territorio rurale evitando le tipologie insediative riferibili alle lottizzazioni a scopo edificatorio destinate alla residenza urbana.

15.2.10 la funzione di impedire usi impropri o contrari al valore identitario del patrimonio collinare,

15.2.11 la funzione di ricarica degli acquiferi dei paleo alvei del fiume Cecina e dell’Era.

15.2.12 la funzione di preservare la qualità del paesaggio rurale, la riorganizzazione delle risorse naturali agro-ambientali, gli elementi tradizionali del paesaggio agrario e delle infrastrutture storiche tradizionali.

15.2.13 la funzione di tutela delle parti di territorio interessate da aree boscate, della silvicoltura per lo sviluppo delle economie locali.

15.2.14 la funzione di salvaguardia delle aree significative dal punto di vista della produttività, dei suoli,

15.2.15 la funzione di recupero attività agricole e connesse all’agricoltura;

15.2.16 la funzione di riconoscimento del valore paesaggistico-ambientale alle aree caratterizzate da dinamiche naturali e o caratteri fisici, che ne escludono la possibilità di produzioni agroforestali, al fine di assicurarne la tutela degli equilibri ambientali e delle risorse.

15.2.17 la funzione di tutela idrogeologica e paesaggistica, recupero e valorizzazione delle coltivazioni abbandonate, compatibili con il territorio rurale;

15.2.18 la funzione di conservazione delle visuali panoramiche e paesaggistiche,al fine di mantenere integri anche i principali rapporti visuali e le qualità di visione panoramica, sia attive(dai siti di osservazione), che passive (verso i siti di pregio )

15.2.19 la funzione di sviluppo delle economie innestate nelle risorse locali:

15.2.20 la funzione di recupero di produzioni tradizionali, di sistemi di produzione eco-compatibili e di attività di allevamento improntate sulla sostenibilità ambientale e benessere animale

15.2.21 la funzione della gestione del corretto impiego dei fanghi di depurazione in agricoltura.

15.2.22 la funzione di mantenimento delle attività agricole quale elemento indispensabile alla conservazione del paesaggio e alla tutela degli elementi che lo connotano al fine di contenerere la dispersione insediativa nel territorio.

15.2.23 la funzione di tutela della qualità del patrimonio paesaggistico-ambientale, connotate da componenti naturali e o aspetti fisici, da significatività naturalistica ambientale, espresse dagli elementi tradizionali del paesaggio agrario, dalle infrastrutture storiche tradizionali, dalle risorse naturali agro-ambientali;

15.2.24 la funzione di tutela delle risorse, delle produzioni agroforestali, degli equilibri ambientali, della silvicoltura, delle aree significative dal punto di vista della produttività, dei suoli;

15.2.25 la funzione di tutela dell’ecosistema dei corpi idrici;

15.2.26 la funzione di verifica della congruità di attività agricole e connesse all’agricoltura e di interventi compatibili alle esigenze o alle opportunità di integrazione razionalizzazione o adeguamento verso lo sviluppo delle economie locali, e delle;

15.2.27 la funzione di tutela idrogeologica e geomorfologia della qualità del suolo e della vitalità, e fruibilità delle sue risorse;

15.2.28 la funzione di tutela e salubrità dell’ambiente a sostegno della rinnovabilità attraverso il ricorso all’uso delle fonti energetiche rinnovabili nel rispetto dei caratteri produttivi e paesaggistici del territorio rurale;

15.2.29 la funzione di garantire che nelle campagne e nei territori collinari continui ad essere assicurata la presenza dell’impresa agricola orientata alla innovazione qualitativa e competitiva.

15.3 Sistema delle Colline Interne e Meridionali : Infrastrutture - Invarianti

15.3.1 Infrastrutture per la mobilità

Costituiscono invarianti le infrastrutture viarie :

15.3.1.1 la funzione di collegamento primario longitudinale della S.R.T. n.439 e di collegamento alle direttrici trasversali (grande direttrice nazionale e regionale S.G.C. Fi-Pi-Li e la direttrice primaria regionale S.R.T.n.68), e quindi con il sistema territoriale dell’Arno, le autostrade e con la S.R.T.n.439 DIR per Volterra;

15.3.1.2 la funzione di direttrice primaria della S.R.T.n.68 di collegamento trasversale con l’autostrada A12, la S.S.n.1Aurelia, con Cecina (Li), il sistema turistico costiero livornese mare e, verso est, con la Provincia di Firenze;

15.3.1.3 le funzioni riconosciute dal P.I.T. di accesso ed interne all’ ambito metropolitano e di supporto ai sistemi locali della S.R.T.206 e di supporto ai sistemi locali della S.P.n..329 di Passo di Bocca di Valle e della S.P.n.20 del Lodano;

15.3.1.4 le differenti funzioni riconosciute alla viabilità dal P.T.C. all’art. 17

  • - di collegamento intersistemico
  • - di collegamento tra insediamenti prevalentemente residenziali , servizi e aree produttive,
  • - di carattere sovracomunale per funzioni ricreative ed ambientali o
  • - d’interesse locale

e per la viabilità minore e poderale:

15.3.1.5 la funzione infrastrutturale di mobilità alternativa a connotazione paesaggistica per la fruizione ciclistica e pedonale.

Costituiscono invarianti per le infrastrutture ferroviarie:

15.3.1.6 la funzione di collegamento della linea Saline di Volterra - Cecina con il corridoio infrastrutturale tirrenico e con il mare, di Volterra e dei centri turistici collinari, per il servizio di trasporto delle persone e delle merci;

15.3.1.7 la funzione di nodo infrastrutturale viario tra direttrici primarie (S.R.T.n.439/S.R.T.n.68) e di nodo intermodale della stazione di Saline di Volterra tra il sistema su ferro ed il trasporto pubblico/privato su gomma per i centri ordinatori ed in particolare per Volterra e di questi con il mare ed il servizio ospedaliero di Cecina;

15.3.1.8 il mantenimento della destinazione ferroviaria delle aree ferroviarie d’interesse nazionale e regionale, anche con riferimento a linee attualmente dismesse, da riservarsi, comunque ai soli interventi per la mobilità;

15.3.2 Infrastrutture tecnologiche

Costituiscono invarianti per la rete di trasporto dell’energia:

15.3.2.1 la funzione di assicurare l’approvvigionamento di energia attraverso l’incremento dello sfruttamento delle fonti rinnovabili (principalmente fonti endogene, ma anche fonti da biomassa, fonte solare e eolica) e la produzione, trasformazione e la distribuzione di energia elettrica nel rispetto dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici e delle distanze di sicurezza dagli impianti

Costituiscono invarianti per la rete acquedottistica:

15.3.2.2 la funzione di soddisfacimento dei nuovi fabbisogni nei limiti di tolleranza della risorsa.

Costituiscono invarianti per la rete fognaria:

15.3.2.3 la funzione di depurazione, riciclo e smaltimento.

Costituiscono invarianti per la rete telematica:

15.3.2.4 la funzione di assicurare la veicolazione rapida di un sempre maggiore numero di dati immateriali a servizio degli insediamenti e dei servizi d’interesse sovracomunale.

Art. 16 Il Sistema Territoriale delle Colline Interne e Meridionali: Disciplina delle Invarianti

16.1 Sistema delle Colline Interne e Meridionali: Città ed insediamenti - Disciplina delle Invarianti

Costituiscono prescrizioni per le città e gli insediamenti, nel sistema delle Colline Interne e Meridionali:

16.1.1 per tutti i Centri Ordinatori di questo sistema territoriale, l’ individuazione delle funzioni presenti nel territorio e la capacità di queste di attrarre persone e movimentare traffico; per Volterra e per tutti i Comuni, che siano Centri ordinatori d’interesse primario e secondario il coordinamento tra i piani della mobilità ed i piani delle funzioni esistenti o da localizzare, che tengano conto della compatibilità tra le diverse funzioni e tra queste, gli spazi ed i tempi di vita e di fruizione, gli orari dei servizi pubblici e privati, al fine di ridurre la mobilità;

16.1.2 tutti i Centri ordinatori di livello primario e secondario, in relazione alle funzioni di servizio individuate ed alla loro capacità attrattiva, determinano il livello di criticità rispetto all’accessibilità e perseguono nei piani per la mobilità la massima possibile integrazione fra servizi di trasporto pubblico su ferro e su gomma, servizi privati, mobilità automobilistica, tenendo conto delle possibilità di parcheggio;

16.1.3 Il Comune di Volterra con ruolo di Centro ordinatore primario ed i Comuni di Pomarance e di Peccioli promuovono intese con l’Università, con la Scuola Normale Superiore, con la Scuola Superiore S.Anna, al fine di allocare attività didattiche e di ricerca, anche applicata e compresi i servizi connessi alla ricettività di docenti e studenti, nell’ambito dei loro territori, in relazione a specifici indirizzi di studio e ricerca correlabili alle caratteristiche storico-socio-economiche ed ambientali (risorse archeologiche, storiche, naturalistiche, mineralogiche, geotermiche, paleontologiche, agronomiche ecc.) delle diverse aree componenti il sistema territoriale e purchè accessibili con diverse modalità di trasporto;

16.1.4 tutti i Comuni nella formazione dei quadri conoscitivi provvedono, in relazione ai centri urbani :

  • - alla completa ricognizione tipologica del patrimonio edilizio storico esistente , al fine di definirne la trasformabilità edilizia ed urbanistica, in relazione ai valori presenti, singoli o d’insieme, mirata prioritariamente al rafforzamento della residenza stabile ed al reperimento di spazi di aggregazione e per servizi, derivanti anche da dismissioni di attività non compatibili;
  • -all’individuazione degli insediamenti prevalentemente residenziali di recente formazione che presentino degrado fisico, urbanistico e socio-economico, nonché degli insediamenti marginali e e di frangia radi ed informi , comprese le aree produttive dismesse o utilizzate da attività impropriamente localizzate nei tessuti residenziali, da riqualificare con specifici piani di ristrutturazione urbanistica o con programmi integrati d’intervento, finalizzati al miglioramento della qualità urbana, (qualità urbanistica ed edilizia, recupero degli standard urbanistici, nuove funzioni ed attrezzature d’interesse generali) ;

16.1.5 tutti i Comuni nel prevedere interventi di trasformazione relativi alla residenza ed alle attività a questa collegate, nonchè nella previsione di nuovi insediamenti residenziali o nella previsione di nuovi insediamenti produttivi e per servizi o in ampliamento a quelli esistenti, definiscono le specifiche condizioni alle trasformazioni, in ragione del livello alto, medio o basso di attenzione, rispetto al consumo delle risorse idriche, alla depurazione e riciclo delle acque, alle condizioni dell’aria ed ai consumi energetici., cos&igrave come definito agli art..38- 40, ed indicano le risorse economiche necessarie;

16.1.6 i Comuni territorialmente interessati concorrono al consolidamento, alla riqualificazione ed alla infrastrutturazione tecnologica, anche telematica, delle aree produttive d’interesse comprensoriale, (Area produttiva per il sistema della geotermia, il sistema delle aree produttive di Saline di Volterra), delle aree d’interesse sovracomunale; i poli tecnologici, esistenti, o da costituire, si coordinano con le attività di servizio all’ imprese presenti nelle aree, con le attività sviluppate nella ricerca universitaria e ne promuovono la valorizzazione del Know-how;

16.1.7 delle aree per attività produttive dismesse o attività poste improprie, dovrà essere incentivato il recupero, anche per funzioni di servizio (espositive, turistico-ricettive, ricreative, ricerca, commerciale per la media e grande distribuzione ecc.);

16.1.8 costituisce prescrizione per il Comune di Volterra, con impianto a rischio d’incidente rilevante, la corretta pianificazione urbanistica in relazione alle zone soggette agli obblighi di cui all’ art. 8 del D.L.gs 334/1999 ed agli elementi territoriali ed ambientali vulnerabili, per prevenire e limitare le conseguenze degli incidenti rilevanti;

16.1.9 costituiscono prescrizioni per i piani strutturali dei Comuni di Volterra e di Pomarance l’individuazione di ambiti di riqualificazione ambientale all’interno o limitrofe alle aree produttive (Aree di concessione mineraria dell’ex Salina di Stato, area dell’I.C.L.. a Saline di Volterra), alle aree estrattive di Pomarance, a Larderello, per la costituzione di corridoi ecologici, aree verdi attrezzate, aree boscate, parchi extraurbani o sovracomunali, utilizzando anche aree agricole di frangia e/o intercluse ad economia debole ed aree agricole di influenza urbana;

16.1.10 i Comuni con centri urbani fluviali dovranno prevedere nei Piani Strutturali discipline atte a conservare liberi i varchi di accesso al corso d’acqua e le vedute, favorendo la conservazione dei caratteri naturali e gli usi ricreativi.

16.2 Sistema delle Colline Interne e Meridionali: Territorio rurale - Disciplina delle Invarianti

Costituiscono prescrizioni:

16.2.1 per i Piani Strutturali dei Comuni la preventiva individuazione territoriale delle aree agricole, secondo le 5 classi di caratterizzazione economico-agraria descritte agli artt.25-29 del P.I.T. e dei terreni, suddivisi tra suoli di prima qualità e terreni con particolari sistemazioni agrarie, e la conseguente individuazione delle aree ad esclusiva funzione agricola;

16.2.2 per i Piani Strutturali la verifica delle risorse agro-ambientali, il censimento di tutti i fabbricati in ambito rurale, in quanto risorsa primaria per soddisfare il fabbisogno edilizio e la redazione di un catalogo delle tipologie insediative e dei caratteri edilizi dei fabbricati.

Il quadro conoscitivo, dovrà essere pertanto comprensivo della individuazione cartografica e dei dati relativi alla consistenza, allo stato di conservazione e uso legittimo in atto del patrimonio edilizio, prioritariamente ai fini del recupero e riutilizzo per attività connesse o integrative dell’agricoltura.

16.2.3 Eliminato: il contenuto è stato riportato nell’art.. 16.2.7

16.2.4 I Comuni nei loro piani strutturali prevederanno misure atte a conservare e valorizzare la matrice dell’organizzazione agricola tradizionale e la tipologia prevalente dell’area di riferimento. Il patrimonio edilizio rurale non più utile alla conduzione dei fondi agricoli, potrà cambiare la destinazione d’uso compatibilmente con le funzioni rurali. A tutela del paesaggio rurale, in conformità alla legislazione vigente, saranno oggetto di revisione, i parametri urbanistico-edilizi relativi ai manufatti precari, agli annessi agricoli eccedenti le capacità produttive, alle serre fisse di grandi dimensioni, agli annessi agricoli di nuova realizzazione su fondi agricoli al di sotto dei parametri minimi.

16.2.5 I Comuni nei loro piani strutturali prevederanno misure atte a conservare e valorizzare la matrice dell’organizzazione agricola tradizionale e la tipologia prevalente dell’area di riferimento. Il patrimonio edilizio rurale non più utile alla conduzione dei fondi agricoli, potrà cambiare la destinazione d’uso, con le modalità d’interventi previsti all’art. 43 dalla L:R. 1/2005 e s.m.i, compatibilmente con le funzioni rurali, di cui all’art. 23 del PIT e in ottemperanza a quanto disciplinato dal PTC vigente.

16.2.6 In ottemperanza al PIT, nelle aree di collina sono da evitare le tipologie insediative riferibili alle lottizzazioni a scopo edificatorio destinate alla residenza urbana;

16.2.7 Le aree agricole, individuate come aree di interesse ambientale costituicono ambiti specifici di verifica della eventuale rilevanza naturalistica (habitat, flora, fauna, specificità geologiche) o paesaggistica da gestire o con una specifica disciplina negli strumenti urbanistici o attraverso gli strumenti previsti dalla LR.n.49/95 e dalla L.394/91e succ. mod e integrazioni. I piani strutturali, nelle more degli adeguamenti, assumeranno una disciplina delle trasformazioni urbanistiche edilizia diretta ad impedire usi impropri o contrari al valore identitario del patrimonio collinare, consentendo, fatte salve ulteriori limitazioni stabilite dagli strumenti della pianificazione territoriale o dagli atti di governo del territorio, interventi di manutenzione, restauro e risanamento conservativo, nonchè ristrutturazione edilizia senza cambiamento di destinazione d’uso, né parcellizzazioni delle unità immobiliari in grado di configurare tali mutamenti. In ottemperanza al PIT, nelle aree di collina sono da evitare le tipologie insediative riferibili alle lottizzazioni a scopo edificatorio destinate alla residenza urbana;

16.2.8 Le aree agricole, individuate come aree di interesse ambientale costituiscono ambiti specifici di verifica della eventuale rilevanza naturalistica (habitat, flora, fauna, specificità geologiche) o paesaggistica da gestire o con una specifica disciplina negli strumenti urbanistici o attraverso gli strumenti previsti dalla LR.n.49/95 e dalla L.394/91e succ. mod e integrazioni. Le trasformazioni urbanistiche ammissibili previste dai PS dovranno tendere al recupero e al risanamento conservativo, alla ristrutturazione edilizia senza cambiamento di destinazione d’uso né parcellizzazioni delle unità immobiliari in grado di configurare comunque tali mutamenti sul piano sostanziale del degrado urbanistico edilizio conservando e valorizzando la matrice dell’organizzazione agricola tradizionale e la tipologia prevalente dell’area di riferimento. Il patrimonio edilizio rurale non più utile alla conduzione dei fondi agricoli, può cambiare la destinazione d’uso, con le modalità d’interventi previsti all’art. 43 dalla L:R. 1/2005 e s.m.i, compatibilmente con le funzioni rurali, di cui all’art.23 del PIT e in ottemperanza a quanto disciplinato dal PTC vigente. In ottemperanza al PIT, nelle aree di collina sono da evitare le tipologie insediative riferibili alle lottizzazioni a scopo edificatorio destinate alla residenza urbana

16.2.9 L’attuazione di previsioni ubanistiche comunali dovrà garantire sempre l’efficace funzionamento della rete di bonifica idraulica.

16.2.10 Per i Comuni fluviali (Montecatini V., Riparbella, Montescudaio, Guardistallo, Pomarance, Volterra, Castelnuovo Val di Cecina, S.Luce, Monteverdi M.mo, Terricciola, Peccioli, Capannoli Palaia) costituisce prescrizione la conservazione dei varchi naturali di accesso al corso d’acqua, e delle vedute e la promozione di azioni coordinate per la fruizione a piedi ed in bici delle risorse naturali anche mediante la costituzione di aree protette, di parchi urbani, extra-urbani , parchi sovracomunali.

16.2.11 Al fine di tutelare la fauna ittica e i sistemi biologici dei corpi idrici, nella realizzazione di qualsiasi opera dovranno essere adottare precauzioni finalizzate a non compromettere le funzioni biologiche dell'ecosistema. Pertanto gli interventi di taglio della vegetazione ripariale dovranno salvaguardare la riproduzione della fauna ittica e ripariale e le essenze di pregio vegetazionali.

16.2.12 I quadri conoscitivi dei piani strutturali Comunali recepiranno le perimetrazioni della vigente legislazione regionale per le energie rinnovabili al fine di definire le aree idonee alla localizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili.

16.2.13 L’utilizzo dei fanghi in agricoltura è disciplinato dal D.lgs 99/92 e s.m.i. , LR 25/1998 e s.m.i. e RR 14/2006 e s.m.i. che definisce in dettaglio tutte le condizioni di utilizzo dei fanghi in agricoltura ai fini sia ambientali che agronomici. Inoltre le aree non idonee allo spandimento dei fanghi in agricoltura e gli aspetti relativi al controllo sono definiti dal D.C.P. n. 62/99 e D.C.P. n. 1000/2000. e s.m.i.

16.2.14 I piani strutturali dei comuni opereranno al fine di garantire, nelle campagne e nei territori collinari, la presenza dell’impresa agricola orientata alla innovazione qualitativa e competitiva;

16.2.15 Dovrà essere adeguatamente garantita la tutela di ricarica degli acquiferi dei paleo alvei del fiume Cecina e dell’Era.:

16.2.16 gli strumenti della pianificazione opereranno al fine di preservare la qualità del paesaggio rurale, la riorganizzazione delle risorse naturali agro-ambientali, gli elementi tradizionali del paesaggio agrario e delle infrastrutture storiche tradizionali, e la tutela delle parti di territorio interessate da aree boscate, della silvicoltura per lo sviluppo delle economie locali

16.2.17 In relazione ai suoi significati e alle sue potenzialità d’uso, il territorio rurale dovrà essere soggetto a regole di gestione finalizzate alla conservazione, riproduzione, sviluppo e valorizzazionedelle risorse agro-ambientali, degli assetti colturali e dei valori morfologici mediante :

  • - la salvaguardia delle aree significative dal punto di vista della produttività, dei suoli;
  • - il recupero di attività agricole e connesse all’agricoltura;
  • - il riconoscimento del valore paesaggistico-ambientale alle aree caratterizzate da dinamiche naturali e o caratteri fisici, che ne escludono la possibilità di produzioni agroforestali, al fine di assicurarne la tutela degli equilibri ambientali e delle risorse.
  • -la tutela paesaggistica, idrogeologica e, geomorfologia e della qualità del suolo e della vitalità, fruibilità delle sue risorse recupero e valorizzazione delle coltivazioni abbandonate, compatibili con il territorio rurale;
  • - lo sviluppo delle economie innestate nelle risorse locali

16.2.18 Ai fini delle politiche territoriali provinciali si ritiene essenziale perseguire la migliore compatibilità tra le aspettative di utilizzo e di sviluppo del territorio e la naturale dinamica degli assetti idrogeologici, nel rispetto della tutela ambientale e della sicurezza delle popolazioni, degli insediamenti e delle infrastrutture;

16.2.19 La Provincia stabilirà le priorità degli interventi di propria competenza per la difesa del suolo e li attuerà in relazione agli obiettivi della pianificazione regionale;

16.2.20 Il PTC riconosce un ruolo prioritario alla fruizione e alla percezione ottimale dei caratteri

emergenti della morfologia territoriale. Risulta conseguentemente essenziale mantenere

integri anche i principali rapporti visuali e le prerogative di visione panoramica, sia attive

(dai siti di osservazione), che passive (verso i siti di pregio).

16.2.21 recupero di produzioni tradizionali, di sistemi di produzione eco-compatibili e di attività di allevamento improntate a criteri di sostenibilità ambientale e benessere animale;

16.2.22 mantenimento delle attività agricole quale elemento indispensabile alla conservazione del paesaggio e alla tutela degli elementi che lo connotano al fine di contenerere la dispersione insediativa nel territorio.

16.2.23 tutela della qualità del patrimonio paesaggistico-ambientale, connotate da componenti naturali e o aspetti fisici, da significatività naturalistica ambientale, espresse dagli elementi tradizionali del paesaggio agrario, dalle infrastrutture storiche tradizionali, dalle risorse naturali agro-ambientali;

16.2.24 tutela delle risorse, delle produzioni agroforestali, degli equilibri ambientali, della silvicoltura, delle aree significative dal punto di vista della produttività, dei suoli;

16.2.25 verifica della congruità di attività e interventi alle esigenze o alle opportunità di integrazione razionalizzazione o adeguamento verso lo sviluppo delle economie locali, e delle attività agricole connesse all’agricoltura;

16.2.26 salvaguardia dei meccanismi perequativi che consentano il trasferimento e l’urbanizzazione in aree diverse da quelle di maggior pregio o fragilità paesistica ambientale;

16.2.27 garantire che nelle campagne e nei territori collinari continui ad essere assicurata la presenza dell’impresa agricola orientata alla innovazione qualitativa e competitiva.

16.3 Sistema delle Colline Interne e Meridionali: Infrastrutture - Disciplina delle Invarianti

16.3.1 Infrastrutture per la mobilità

16.3.1.1 Nell’ambito del sistema territoriale delle Colline Interne e Meridionali, costituisce prescrizione per i Comuni nella formazione dei Piani Strutturali l’individuazione prioritaria dei nodi d’interscambio plurimodale di trasporto ed il ruolo gerarchico delle componenti il sistema infrastrutturale viario.

16.3.1.2 Il Comune di Volterra, nel Piano Strutturale, al fine di ottimizzare l’integrazione fra le infrastrutture viarie per il trasporto pubblico e privato e quelle per il trasporto pubblico su ferro, nell’ottica del potenziamento del servizio ferroviario per la pendolarità lavorativa e per motivi di studio, per motivi turistico-ricreativi o di accesso ai servizi sanitari (Ospedale di Volterra e Ospedale di Cecina) lungo le direttrice Saline di Volterra-Cecina, individua idonee aree per i parcheggi scambiatori, funzionali all’effettuazione di un adeguato servizio di trasporto ai propri servizi (ospedale, aree archeologiche, museo, scuole superiori ecc.), ai servizi del centro ordinatore di Pomarance e ai servizi d’interesse sovracomunale insediati sulla costa (Ospedale di Cecina, sistema turistico della costa), agli altri centri d’interesse locale, alle aree naturali e alle Riserve Naturali.

16.3.1.3 I Piani Strutturali dei Comuni attraversati dalla linea ferroviaria Cecina–Saline di Volterra contengono specifiche prescrizioni da osservare nei Regolamenti Urbanistici atte ad impedire utilizzi delle aree ferroviarie, e dei tracciati ferroviari, ancorché dismessi, diversi da quelli connessi al servizio dei trasporti. Le fasce di rispetto lungo i tracciati delle linee ferroviarie esistenti non possono essere interessate da costruzioni, ricostruzioni o da ampliamenti di edifici o manufatti di qualsiasi specie, ad una distanza inferiore a quella definita dal D.P.R.753/80.

Il tracciato dismesso della tratta Volterra- Saline di Volterra mantiene confermata la destinazione ferroviaria.

16.3.1.4 I Comuni nella definizione del quadro conoscitivo del Piano Strutturale individuano la rete della viabilità minore da valorizzare nel Piano Strutturale come sistema ciclo-pedonale di collegamento anche con le aree di valore naturalistico (riserve naturali (R.N.), aree naturali protette di interesse locale (A.N.P.I.L.), siti d’importanza regionale (S.I.R) di cui alla del C.R.56/2000, siti interesse minerario, paleontologico, ecc.) ed i sentieri da utilizzare per percorsi equestri.

16.3.1.5 Il sistema della mobilità deve perseguire lo sviluppo di strategie funzionalmente integrate con una pianificazione territoriale che contrasti la dispersione sul territorio dei poli attratori e generatori di traffico, ma anche metta in atto scelte sul piano organizzativo rivolte alla aggregazione e rafforzamento di impresa tanto produttiva che di trasporto o con la promozione di innovazione logistica che possa incidere sulla domanda di mobilità.

16.3.2 Infrastrutture tecnologiche

16.3.2.1 I Comuni del bacino geotermico (Pomarance Castelnuovo Val di Cecina, Monteverdi Marittimo) dovranno promuovere presso le società di produzione di energia elettrica l’impiego di nuove tecnologie per l’incremento del rendimento delle centrali. Dovranno altres&igrave sviluppare ulteriormente l’impiego della risorsa geotermica per il teleriscaldamento e per l’utilizzo nei processi produttivi agricoli ed industriali.

Rete degli acquedotti

16.3.2.2 I Comuni promuovono presso l’autorità competente (A.T.O) per la risorsa idrica la verifica sull’efficienza e l’ammodernamento della rete acquedottistica, ai fini della riduzione delle perdite di rete, in particolare in concomitanza alla realizzazione di interventi di ristrutturazione urbanistica o di nuove previsioni insediative.

Rete fognaria

16.3.2.3 I Piani Strutturali contengono specifiche prescrizioni per il Regolamento Urbanistico per la realizzazione della rete duale di smaltimento delle acque reflue e di impianti di depurazione e riciclo, ai fini del risparmio delle risorse idriche, in relazione ad interventi di ristrutturazione urbanistica e/o nuove previsioni insediative;

Rete telematica

16.3.2.4 I piani urbanistici comunali nel dare attuazione alle aree produttive, per servizi e residenziali, o ad interventi di ristrutturazione urbanistica, realizzano i cavidotti per l’alloggiamento delle fibre ottiche, in coerenza con gli accessi previsti e con le specifiche tecniche del piano provinciale delle reti telematiche.

Art. 17 I sistemi territoriali funzionali

Sono parte integrante del P.T.C. il quadro conoscitivo relativo all’organizzazione, localizzazione e capacità attrattiva degli elementi (poli o nodi) che compongono i sistemi funzionali caratterizzanti il territorio provinciale.

Tutti gli elementi conoscitivi relativi al sistema delle funzioni concorrono, assieme al quadro conoscitivo delle risorse essenziali, alla definizione di specifici obiettivi ed ambiti di intervento finalizzati al riequilibrio nell’uso delle diverse parti del territorio, al riordino delle relazioni tra funzioni, alla infrastrutturazione dei servizi e al riordino della mobilità delle persone, merci ed informazioni.

Gli elementi che compongono i sistemi funzionali appartengono ad uno più sistemi o subsistemi territoriali.

I sistemi funzionali territoriali della Provincia determinano interazioni e flussi tra i sistemi territoriali; essi sono parte integrante dei sistemi territoriali e ne assumono le regole, garantendo il corretto assetto della funzione in rapporto con gli obiettivi generali di governo del territorio.

A tale fine il P.T.C. di Pisa analizza i seguenti sistemi funzionali :

  • - il sistema sanitario (Tav. Q.C.1)
  • - il sistema della didattica e della ricerca (Tav. Q.C.2)
  • - il sistema della cultura e delle stratificazioni insediative (Tav.Q.C.3)
  • - il sistema della grande e media distribuzione commerciale (Tav.Q.C.4)
  • - il sistema delle aree produttive di beni e di servizi (Tav.Q.C.5 a-b)
  • - il sistema turistico ricettivo e congressuale (Tav.Q.C.6)
  • - risorse agroambientali (Tav.P.7 a-b-c-d-e-f-g-h)
  • - il sistema ambientale (Tav.Q.C.19)
  • - il sistema infrastrutturale per la mobilità (Tav.Q.C.8)
  • - il sistema dello sport (Tav.Q.C.9)

17.1 Il sistema sanitario

17.1.1 Il sistema sanitario nella sua articolazione di carattere sovraprovinciale e provinciale costituisce un servizio ad alto contenuto scientifico e sociale, che mobilita persone, anche su lunghe percorrenze, non solo di dimensione provinciale.

Obiettivo per questo sistema è il miglioramento dell’ accessibilità al servizio sanitario, sia di livello ospedaliero, che di carattere distrettuale o poliambulatoriale, sopratutto nel sistema territoriale delle Colline interne e Meridionali , dove l’accesso alle grandi direttrici nazionali (A12, S.G.C. FI-PI-LI) è affidato alle direttrici primarie S.R.T.n.439 e S.R.T.n.68, in termini di realizzazione e/o completamento degli interventi mirati alla sicurezza della percorrenza, di aree di scambio modale di trasporto, di servizio di trasporto pubblico integrato con gli orari della funzione sanitaria e con il servizio su ferro.

17.1.2 Per i Comuni della Provincia di Pisa il sistema socio-sanitario si riparte tra l’USL 5, l’USL 6 ed l’USL 11 ed è rappresentato nella Tav. Q.C.1;

L’USL 5 comprende tre zone:

  • Zona Pisana che serve i Comuni di Pisa, Vecchiano, S.Giuliano Terme, Calci, Cascina, Vicopisano Fauglia, Lorenzana ed Orciano;
  • Zona Valdera che serve i Comuni di S.Maria a Monte, Bientina, Buti, Calcinaia, Pontedera, Ponsacco, Lari, Capannoli, Crespina, Terricciola, Casciana Terme, Chianni, Peccioli Palaia e Lajatico;
  • Zona Alta val di Cecina: che serve i Comuni:Volterra, Pomarance, Montectini V.C., Castenuovo V.C.;
  • L’USL 6 comprende:
  • ZonaVal di Cornia con sede in Piombino riguarda il servizio sanitario per il Comune di Monteverdi M.mo;
  • Zona Alta Val di Cecina che serve i Comuni di S.Luce, Castellina M.ma, Riparbella, Montescudaio, Guardistallo, Casale M.mo;
  • L’ USL 11 con sede in Empoli interessa la Provincia di Pisa per:
  • Zona area Arno , con i Comuni di Montopoli V.A., S.Miniato, S.Croce S.Arno, Castelfranco di Sotto.

17.1.3 Il sistema funzionale del Servizio sanitario è cos&igrave costituito:

- per la funzione sanitaria di livello sovra provinciale:

  • Ospedale di Pisa,( ASL)
  • Ospedale di Pontedera (USL 5)
  • Ospedale S.Miniato (USL 11)
  • Ospedale di Volterra (USL 5)
  • - per la funzione sanitaria di livello provinciale:

nell’USL 5 di Pisa, zona pisana, con sede in Pisa competente per i Comuni di Pisa, Cascina, Calci, Vicopisano, S.Giuliano T., Vecchiano, Fauglia, Orciano, Pisano, Lorenzana,:

  • n.15 presidi distrettuali in : Comune di Pisa n.5 (n.3 in Pisa, n.1 a Riglione, n.1 a Marina), Cascina (n.1), Calci (n.1), Vecchiano (n.1), Vicopisano (n.1), S.Giuliano Tn.3 (n.1 a S.Giuliano, n.1 a Pontasserchio, n.1 a Mezzana), Lorenzana (n.1), Orciano (n.1), Fauglia (n.1);
  • n.2 poliambulatori in:Comune di Pisa (Pisa n.2)
  • Residenze assistite a gestione diretta
  • Residenze gestite da cooperative
  • nell’USL 5 zona Valdera, con sede in Pontedera, competente per i Comuni di Comuni di Pontedera, Ponsacco, Bientina, Buti, Calcinaia, Capannoli, Casciana Terme, Chianni, Crespina, Lajatico, Lari, Palaia, Peccioli ,Terricciola, S.Maria a M.te, :
  • n.5 presidi distrettuali in: Comuni di Pontedera, Ponsacco, Bientina, Terricciola (La Rosa), S.Maria a M.te
  • n.1 poliambulatorio in: Comune di Pontedera ( Pontedera);
  • n.1 residenza assistita a Ghizzano (Peccioli)
  • i) nell’USL 5 zona Alta Val di Cecina, con sede in Volterra, competente per i Comuni di Volterra, Castelnuovo V.C.. Montecatini V.C. e Pomarance,:
  • n.11 presidi distrettuali in: Comune di Volterra n.3 (Volterra, Saline, Villamagna), Pomarance n.3 (Pomarance, Larderello, Serrazzano), Castelnuovo V.C. n.3 (Sassa, Sasso Pisano, Castenuovo V.C.), Montecatini V.C. n.2 (Montecatini, Ponteginori);

I Comuni di Riparbella Santa Luce, Castellina M.ma, Guardistallo, Montescudaio e Casale M.mo ricadono per le funzioni sanitarie di livello provinciale sull’USL 6 presidio di Cecina; mentre il Comune Monteverdi ricade sempre nell’USL 6 ma sul presidio di Piombino.

17.2 Il sistema della didattica e della ricerca

Il Sistema funzionale della didattica è costituito:

  • - per la didattica e per la ricerca di livello universitario e post-universitario sovraprovinciale, da :
  • Università (Pisa e S.Piero a Grado con il Centro Avanzi dalla facoltà di Agraria e facoltà di veterinaria)
  • Scuola Normale Superiore (Pisa)
  • Scuola Superiore S.Anna (Pisa e Pontedera)
  • C.N.R. di Pisa ,
  • I.N.F.N. (Pisa, Cascina località S.Stefano Macerata)

- per la ricerca applicata di livello provinciale da :

  • polo per la ricerca della S.S. S.Anna a Pontedera
  • polo per la ricerca applicata della S.S. S.Anna a Peccioli
  • centro per la ricerca Enel (Pisa)
  • centro di eccellenza per lo sviluppo della geotermia di Larderello
  • incubatore rurale a Castenuovo V.C.
  • AMIS (progetto di ricerca per l’abbattimento del mercurio e dell’idrogeno solforato)

- per l’istruzione superiore di livello provinciale dalle scuole superiori di:

  • Pisa (11 sedi, e 3 succursali),
  • Pontedera (5 sedi , 3 succursali ,1 sezione staccata),
  • S. Miniato (2 sedi e 2 succursali, Cascina (2 sedi, 2 succursali)
  • Montopoli V.A. (1 sezione staccata del Liceo di S. Miniato)
  • Volterra (n.3 sedi, n.2 sez staccate)
  • Pomarance (n.1 sez.staccata)

e dalle strutture della scuola dell’obbligo come rappresentate nella Tav. Q.C.2 del quadro conoscitivo del P.T.C.

17.3 Il sistema della “cultura e delle stratificazioni insediative”

Il Sistema funzionale della cultura è costituito:

-a livello sovraprovinciale da:

  • i beni dichiarati d’interesse culturale ai sensi dell’art.13 D.lgs 42/2004
  • i centri storici di Pisa, Volterra e S.Miniato
  • le raccolte dei musei nazionali (museo di S.Matteo in Pisa,Galleria di Palazzo Reale in Pisa, Conservatorio di S.Chiara in S.Miniato,)
  • le raccolte dei musei dell’Università (museo di Storia naturale del Territorio, Museo botanico,Orto botanico di Pisa, le raccolte presso i vari dipartimenti)
  • le raccolte dei musei dell’Opera della primaziale (museo delle sinopie, Camposanto monumentale, museo dell’opera del duomo, del museo Guarnacci a Volterra
  • l’archivio di Stato in Pisa
  • le biblioteche universitarie

-a livello provinciale da :

  • i centri storici minori e quindi dalle peculiarità dei caratteri insediativi, tipologici e dei materiali dei manufatti edilizi,
  • il sistema dei teatri (fra i quali il teatro Verdi ed il teatro Rossi di Pisa e i vari teatri storici)
  • le raccolte provinciali
  • le raccolte dei musei degli altri enti territoriali ( tra i quali il museo Guarnacci a Volterra, il sistema museale in S.Miniato, il museo delle icone russe a Peccioli) nonché di ogni altro ente o istituto pubblico
  • gli archivi degli altri enti pubblici , nonché di ogni altro ente e istituto pubblico territoriali
  • gli archivi provinciali
  • il museo della geotermia (Larderello-Pomarance) ed il museo delle miniere in Montecatini Val di Cecina,che documentano la risorse del sottosuolo dell’Alta Val di Cecina
  • le raccolte del museo della curia vescovile di Volterra (museo diocesano d’arte sacra,
  • le raccolte della Diocesi di S.Miniato ( museo diocesano d’arte sacra )
  • il sistema dell’eco museo dell’alabastro (Volterra, Castellina m.ma S.Luce)
  • la biblioteca provinciale di Pisa
  • le biblioteche degli altri enti pubblici territoriali , nonché di ogni altro ente o istituto pubblico
  • come rappresentati nella Tav.Q.C.3

-a livello locale

  • da tutti quei beni significativi nella cultura e nella storia dei luoghi ,comprese, anche se non rappresentate, le feste, le tradizioni, le produzioni tipiche eno-gastronomiche ed artistiche tav. Q.C.3

17.4 Il sistema delle strutture di servizi alle imprese

Il Sistema funzionale di servizi alle imprese è costituito:

-a livello provinciale da:

  • la CCIAA
  • Polo tecnologico di Navacchio a Cascina
  • Pontech S.p.a. a Pontedera .
  • Po.Te.Co. (polo tecnologico conciario)
  • dai consorzi d’impresa di servizi nelle aree produttive d’interesse comprensoriale
  • Osservatorio imprese Hi-tech
  • Incubatore di aziende del S.S.S.A. a Peccioli

-a livello sovracomunale da:

  • le imprese di servizi, presenti nelle aree produttive d’interesse sovracomunale ;

17.5 Il sistema commerciale per la Grande e Media Distribuzione

Il sistema funzionale commerciale per la Grande e Media Distribuzione è costituito:

-a livello provinciale da:

  • le strutture per la Grande Distribuzione allocate nelle aree produttive e commerciale d’interesse comprensoriale di Navacchio (Cascina), nell’aree comprensoriali del settore del mobile e del legno (Lari), nelle aree di Ospedaletto e Montacchiello di Pisa

-a livello sovracomunale da

  • le strutture per la Grande Distribuzione allocate all’interno degli altri centri commerciali o in aree produttive d’interesse sovracomunale ( La Fontina di S. Giuliano Terme);

- a livello comunale da:

  • le altre strutture per la Grande Distribuzione e dalle numerose strutture per la Media Distribuzione,

come individuate e rappresentate nella Tav. Q.C.4 del quadro conoscitivo;

17.6 Il sistema della produzione di beni e di servizi

17.6.1 Il sistema funzionale della produzione di beni è espresso:

  • dalle attività allocate nelle aree di interesse comprensoriale e rappresentate
    • - a livello sovraprovinciale da:
      • la Piaggio di Pontedera con il suo grande indotto anche sui Comuni limitrofi;
      • la produzione del vetro con la Saint Gobain in Pisa
      • la cantieristica e dalle attività ad alto contenuto innovativo tecnologico dell’area presso il Canale dei Navicelli in Pisa
      • le centrali geo-termo-elettriche e le stazioni- nodo di trasformazione
      • l’ industria per l’estrazione del sale
      • l’industria chimica e farmaceutica
    • - a livello provinciale
      • dal sistema di imprese del Distretto del Cuoio per la concia della pelle e per le calzature (S.Croce S.A., S.Miniato, Castefranco Di Sotto, S.Maria a M.te)
      • dal comparto farmaceutico,
      • dal comparto produttivo e commerciale del legno e del mobile diviso tra i territori di Cascina, Lari, Ponsacco,
      • dagli impianti di recupero e riciclaggio de rifiuti
  • - dalle attività allocate ed allocabili nelle aree d’interesse sovracomunale
  • - dalle attività insediate o insediabili nelle aree d’interesse locale integrate
  • - dalle attività insediate o insediabili nelle aree d’interesse locale.

Il sistema è rappresentato nella Tav. Q.C.5 delle aree produttive.

17.6.2 All’interno dei singoli sistemi territoriali provinciali si individuano nello specifico:

nel Sistema territoriale della Pianura dell’Arno:

  • A) il Subsistema produttivo dell’area Pisa-Pontedera che interessa i Comuni di Pisa, S.Giuliano Terme, Vecchiano, Cascina, Calci, Calcinaia, Vicopisano, Buti, Bientina, Pontedera e Ponsacco costituito da:
    • Aree produttive d’interesse comprensoriale
      • 1. Aree produttive di Gello di Pontedera
      • 2. Aree produttive/commerciali del settore del mobile, complementi di arredo e del legno; di Ponsacco, Cascina e Lari
      • 3. Aree per l’artigianato e per il commercio di Navacchio (Cascina)
      • 4. Aree per l’artigianato, artigianato di servizio e per il commercio di Ospedaletto di Pisa e Cascina e di Montacchiello (Pisa);
      • 5. Aree per industria, la cantieristica, artigianato ed artigianato di servizio di Porta a mare e Canale dei Navicelli, in Comune di Pisa;
    • Aree produttive d’interesse sovracomunale
      • 1. Aree per artigianato di servizio e per il commercio di Ghezzano di S.Giuliano Terme;
      • 2. Aree produttive afferenti la viabilità n.439 di Bientina, Calcinaia e Vicopisano;
      • 3. Aree produttive del padule del Bientina dei Comuni di Bientina e di Buti;
    • Aree produttive d’interesse locale:
      • tutte le altre aree produttive comunali
  • B) il Subsistema produttivo dell’area del Cuoio , che interessa i Comuni di S.Maria a Monte, Castelfranco di Sotto, S.Croce s.A., Montopoli V.A. e S. Miniato, costituito da:
    • Aree produttive d’interesse comprensoriale
      • 1. Aree produttive di Castelfranco e di S.Croce (conciatura della pelle e calzature )
      • 2. Aree produttive di Ponte a Egola di S.Miniato (conciatura della pelle e calzature )
    • Aree produttive d’interesse sovracomunale
      • 1.Area commerciale/ artigianale di S.Miniato Basso;
    • Aree produttive d’interesse locale
      • tutte le altre aree produttive comunali

nel sistema territoriale delle Colline interne e meridionali:

  • A) il Subsistema produttivo per la produzione/trasformazione e distribuzione dell’energia geo-termo-elettrica interessante i Comuni di: Castelnuovo V.C., Pomarance, Montecatini V.C. e Monteverdi M.mo e Fauglia costituito da;
    • Aree produttive d’interesse comprensoriale
      • 1.Aree per la produzione e trasformazione dell’energia geotermoelettrica (Larderello di Pomarance, Acciaolo di Fauglia, Monteverdi M.mo, Castelnuovo V.C. )
      • B) il Subsistema produttivo lungo la Strada 439 – S.P. Della Fila n°64, interessante i comuni di: Capannoli, Peccioli, Terricciola, Lajatico, Pomarance, Volterra, Castelnuovo V.C.;
    • Aree produttive d’interesse comprensoriale
      • 1.Aree produttive del nodo di Saline di Volterra
    • Aree produttive d’interesse sovracomunale
      • 1.Area produttiva della S.P. n.64 della Fila e S.Pietro Belvedere.
  • C) Sistema produttivo sparso delle aree di interesse locale
    • Aree produttive d’interesse locale
      • tutte le altre aree produttive comunali

17.7 Il sistema turistico – ricettivo

17.7.1 Il territorio provinciale rappresenta l’ambito turistico n.9

Il sistema funzionale turistico-ricettivo-congressuale e di servizio turistico, rappresentato alla TAV. Q.C.6 è costituito da:

  • - i poli turistici delle citta di Pisa, Volterra e S.Miniato,
  • - il sub-sistema turistico costiero,
  • - il sub-sistema turistico diffuso di pianura
  • - i Monti Pisani ed il sub-sistema diffuso di collina.

17.7.2 Sono stati riconosciuti dalla Regione Toscana bandiera arancione i Comuni di Peccioli, Lari, Volterra, e Casale M.mo.

Il Sub-sistema turistico costiero, interessa i litorali dei Comuni di Pisa, S.Giuliano e Vecchiano ed è costituito da strutture ricettive, di ristoro, balneari, congressuali, ricreative, sportive e d’informazione, comprese prevalentemente all’interno dei limiti del Parco regionale di Migliarino, S.Rossore e Massaciuccoli e lungo il litorale tra gli insediamenti urbani di Marina di Pisa, Tirrenia e Calambrone.

I Monti Pisani, comprendono, in un accezione allargata anche le colline di Vecchiano e interessano territori lungomonte, collinari e montuosi, attualmente modestamente interessati da attività ricettive per lo più connesse alle attività agricole (agriturismi) o da attività alberghiere e di ristoro, ad elevato valore paesaggistico, ricchi di risorse naturali, (carsismi, boschi, grotte, ritrovamenti paleontolologici, minerari, specificità floristiche, garighe), con la presenza di patrimonio edilizio di interesse per le finalità turistiche, anche da recuperare).

Il Subsistema collinare ha carattere diffuso ed interessa tutto il territorio collinare provinciale, esso si caratterizza per la forte integrazione con le attività agricole (agriturismo e turismo rurale);

Il Subsistema di pianura si inserisce per lo più in contesti urbani storici e non, (in particolare Pisa) ed nei Comuni di corona al capoluogo o in prossimità degli svincoli autostradali e delle strade principali e, recentemente, nelle aree produttive.

17.7.3 Il sistema turistico si caratterizza per:

Strutture d’interesse provinciale, quelle comprese o previste nelle Riserve Naturali, le strutture congressuali, le strutture ricettive annesse alle terme, i campeggi con più di 500 posti letto, le APT, gli Uffici d’Informazione Turistica;

Strutture d’interesse locale, quelle comprese o previste all’interno delle A.N.P.I.L e tutte le diverse tipologie di struttura turistica previste nella L.R.n.42/2002 presenti nel territorio, diverse da quelle di cui al punto precedente.

17.8 Il sistema agricolo

17.8.1 Il sistema funzionale agricolo comprende tutto il territorio agricolo-boschivo secondo le definizioni della normativa vigente.

Costituiscono il sistema agricolo oltre alle risorse agro-ambientali come individuate all’art.31 del P.I.T., le attività agricole e le attività connesse, come specificate dalla normativa vigente.

17.8.2 Per l’applicazione delle discipline di competenza provinciale contenute al Titolo.II delle presenti norme, il P.T.C. definisce i seguenti ambiti territoriali omogenei, come rappresentati alla Tav. Q.C. 7a:

  • a) Sistema Agricolo di Pianura, che comprende :
    • a.1) Sub-sistema agricolo della pianura alluvionale
    • a.2) Sub-sistema agricolo dell’ambiente fluvio-lacuale e palustre, coincidente con il sistema idraulico di cui all’art.22.2 e comprendente le:
      • - zone di tutela dei caratteri ambientali e paesaggistici dei corsi d’acqua e dei bacini ;
      • - le zone umide;
  • b) Sistema Agricolo Collinare articolato nei seguenti sub-sistemi:
    • b.1) Sub-sistema dei Monti Pisani
    • b.2) Sub-sistema dei terreni argillosi
    • b.3) Sub-sistema dei terreni sabbiosi
    • b.4) Sub-sistema dei terreni brecciosi

17.9 Il sistema ambientale

17.9.1 Il Sistema Funzionale Ambientale, perimetrato nella Tav.Q.C.19 , DOC Q.C.11 e P.6 del piano comprende:

A) il sistema funzionale ambientale di livello sovraprovinciale, composto da :

  • - il Parco Naturale Regionale di Migliarino. S.Rossore e Massaciuccoli (Pisa, S. Giuliano Terme e Vecchiano);
  • - i siti di importanza regionale (S.I.R.) e siti di importanza comunitaria (SIC) come approvati con Del C.R.n 06 /2004 e succ. mod. e integraz.e costituiti da:
IT512001725Lago e padule di MassaciuccoliVecchiano
IT512001927Monte PisanoButi, Calci
IT516000551Monti di Bolgheri Bibbbona e CastiglioncelloCasale M.mo
IT517000161Dune litoranee di Torre del lagoVecchiano
IT51700262Selva PisanaPisa, S.Giuliano T., Vecchiano
IT517000363CerbaieBientina,Calcinaia, Castelfranco di S., S.Croce s.Arno
IT517000464MontefalconeCastelfranco di Sotto
IT517000565MonteneroVolterra
IT517000666Macchia di Tatti-BerignoneVolterra
IT517000767Fiume Cecina da Berignone a PonteginoriMontecatini, Pomarance, Volterra
IT517000868Complesso di MonterufoliPomarance
IT5120101B03Ex alveo Lago di BientinaBientina
IT5170101B11Valle del Pavone e Rocca SillanaCastelnuovoV.C., Pomarance
IT5170102B12Campi di alterazione geotermica di M.Rotondo e Sasso PisanoCastelnuovo V.C.
IT5170103B13CaselliMonteverdi M.mo
IT5170104B14Balze di Volterra e crete circostantiVolterra
Lago di Santa LuceSanta Luce
Boschi di Germagnana e MontaltoSan miniato- Montopoli

B) il sistema funzionale ambientale provinciale è composto da:

  • - le Riserve Naturali provinciali di :
    • - Montenero
    • - Berignone
    • - Monterufoli-Caselli
    • - Lago di Santa Luce
    • - Bosco di Tanali (Bientina)
  • - le A.N.P.I.L. di:
    • - Monte Castellare (S.Giuliano Terme)
    • - Valle delle Fonti (S.Giuliano Terme)
    • - Stazione relitta di Pino Laricio (Buti)
    • - Serra Bassa (Buti)
    • - Il Giardino-Belora e Fiume Cecina (Riparbella)*
    • - Fiume Cecina (Montescudaio)*
    • - Valle del Lato (Calci)
    • - Boschi di Germagnana e Montalto (S.Miniato)
  • - L’area RAMSAR del padule di Bientina
  • - le aree d’interesse ambientale ,come individuate alla Tav.P.6 (modificata).

17.9.2 Il Parco Regionale di M.S.R.M., La Riserva statale di Montefalcone , la Riserva statale di Caselli, le Riserve naturali provinciali e le aree naturali protette istituite ai sensi della L.R.49/95 e succ. mod. e integraz., comprendono in buona parte i siti d’importanza regionale.

17.9.3 Le parti dei S.I.R. non ancora incluse in istituti della L.R.49/95 e succ. mod. e integraz o della L.394/91 e le aree d’interesse ambientale saranno prioritariamente valutate dai Comuni per l’ampliamento di aree protette già esistenti o per la determinazione di nuove.

*) Le due A.N.P.I.L. fanno anche parte dell’A.N.P.I.L. interprovinciale “Fiume Cecina”, assieme al Comune di Cecina.

17.10 Il sistema infrastrutturale della mobilità provinciale

Il P.T.C. assume il sistema infrastrutturale del P.I.T per le tratte interessanti il territorio provinciale e le relative classificazioni. Esso, rappresentato alle Tav: Q.C.8, P.4 è costituito da:

a) Infrastrutture lineari

  • - a.1 ferrovie:
    • Grande direttrice Nazionale:
      • - Tirrenica- Pontremolese (La Spezia-Pisa-Grosseto Roma)
    • Direttrice trasversale:
      • - Livorno-Pisa-Firenze,
      • - Lucca- Pisa e potenziamento del nodo di Pisa
    • Traffici locali:
      • - Pisa-ColleSalvetti-Vada e collegamenti con LI e con la PI-FI e con la Cecina –Saline di Volterra;
      • - Aulla-Lucca-Pontedera
  • - a.2 rete stradale:
    • Grandi direttrici nazionali:
      • - A11 Firenze Mare,
      • - A12 Sestri Levante -Rosignano,
      • - S.G.C. Fi-Pi-Li
    • Direttrici primarie di interesse regionale:
      • - S.S. .n.1 Aurelia (da confine nord regione a Rosignano) ***
      • - S.R.T. n.68 (da Cecina a Poggibonsi),
      • - S.R.T. n.436 Francesca (da Montecatini a S.Miniato, innesto S.R.T.67),
      • - S.R.T.n. 439 (da Lucca a Follonica)
      • - S.R.T.n.439 diramazione per Volterra,*
      • - S.R.T. n.429. (variante di collegamento in Comune di S.Miniato)
  • *) con funzione anche di supporto dei sistemi locali
  • ***) ruolo di direttrice primaria regionale oltre che di accesso ed interna all’ambito metropolitano

b) Infrastrutture puntuali:

  • -b.1 Sistema portuale:
    • di interesse regionale:
      • - i porti di Livorno (LI), Marina di Carrara (MS) e Piombino (LI),
    • di interesse provinciale:
      • - la Darsena Pisana sul canale dei Navicelli,
  • -b.2 Sistema portuale turistico, come definito dal Piano Regionale di Coordinamento dei Porti e degli approdi :
    • - porto turistico di Marina di Pisa, approdi verdi.
  • -b.3 Sistema dei Centri di servizio per il trasporto delle merci
    • di interesse sovra provinciale:
      • - scalo ferroviario di Pisa-S.Rossore,
      • - scalo merci aeroporto di S.Giusto,
      • - scalo merci darsena canale dei Navicelli,
    • di interesse provinciale:
      • - scalo merci di S. Miniato,
      • - scalo merci di Pontedera (Loc. Gello),
      • - scalo merci a servizio dell’area produttiva di Ospedaletto-Montacchiello-Granuccio (Pisa)
  • -b.4 Sistema aeroportuale (aeroporto di S.Giusto in Pisa integrato con l’aeroporto di Firenze).

c) Rete Infrastrutturale del sistema metropolitano di Pisa-Livorno-Lucca (Toscana dell’Arno, Toscana della costa) costituito da:

  • -c.1 ferrovie (Pisa-Livorno-Lucca con Pisa nodo centrale e Lucca, Livorno e Pontedera stazioni terminali e tratto Pontedera-Empoli di raccordo tra i sistemi metropolitani;
  • -c.2 tramvie (previsioni tramviarie dei Piani Strutturalidi Pisa ei).
  • -c.3 rete stradale
    • Grandi direttrici nazionali:
      • - A12 Sestri Levante-Livorno –Rosignano
      • - S.G.C. Fi-Pi-Li,
      • - S.S.n.1 (da Rosignano a confine con Lazio);
    • Grandi direttrice primarie:
      • - S.R.T. n.439 Sarzanese-Valdera
    • Direttrici primarie di accesso ed interne all’ambito metropolitano:
      • - S. S.n.1 da confine Nord a Rosignano, ***
      • - S.S.n 12 da Pisa a S.Giuliano, *
      • - S.S. 12 bis. da S.Giuliano a Lucca, *
      • - S.S. n.67 -S.R.T. 67 dal confine provinciale a Pisa,*
      • - S.S.n.67 bis da Fornacette a Stagno (innesto S.S.n.1) ,*
      • - S:R.T. n. 206 da Pisa a S. Pietro in Palazzi,*
  • *) con funzione anche di supporto dei sistemi locali
  • ***) ruolo di direttrice primaria di interesse regionale

d) Rete infrastrutturale viaria di supporto ai sistemi locali

  • Costituita da:
    • - S.S.12 Pisa-S.Giuliano*
    • - S.R.T.n. radd. S.Giuliano T.-Lucca*
    • - S.R.T.n.67- S.S.67 Tosco Romagnola da Pisa al confine provinciale *
    • - S.S.67 bis Tosco Romagnola da innesto con SS 67 (Fornacette) a innesto con SS 1 a Stagno *
    • - S.R.T.n. 206 Emilia, da Pisa a innesto SS 1 in S.Pietro in Palazzi*
    • - S.R.T. n. 439 dir.per Volterra **
    • - S.P. n. 329 del Passo di Bocca di Valle, da Bagno di Perla (innesto SS439) ad SP 20 del Lodano
    • - S.P. n. 05 Francesca da innesto S.R.T. n. 439 a innesto con la S.P.66 e la S.P. 66 Nuova Francesca
    • - Bretella del Cuoio
    • - S.P. n. 20 del Lodano da innesto S.R.T. 398 a innesto S.P.329
    • - S.P. n .03 di Altopascio- Bientina ***
    • - S.P. n. 64 della Fila ***
    • - S.P. n. 08 della Val di Nievole
  • * ) Queste infrastrutture hanno anche la funzione di direttrici primarie e di accesso ed interne all’ambito metropolitano Pisa-Livorno.
  • * * ) ruolodi direttrice primaria regionale
  • * * * ) ruolo di supporto al sistema locale e componente di un itinerario a carattere intersistemico

Ad integrazione del sistema viario, individuato dal P.I.T. il presente piano riconosce i seguenti itinerari :

e) Itinerari di interesse e carattere inter-sistemico, fra i sistemi territoriali provinciali:

  • - S.P.41 di Peccioli -S.P. n.64 della Fila - la S.P. n.11 delle Colline per Legoli (da innesto della Fila fino allo svincolo S.G.C. ed a Pontedera)
  • - S.P. n.3 di Altopascio- Bientina , S.P.n.25 (tra S.P.n.3 ed S.P.n.1), S.P.n.1 della Botte, S.P. n.23 di Gello, tratto,
  • - S.P.n.13 del Commercio (da Ponsacco all’innesto con la S.R.T. n. 68) ,
  • - S.P.n.13 del Commercio ( tratta S.R.T. n. 68 fino innesto S.P.n.21 del Piano della Tora ) - S.P.n. 21 del piano della Tora - S.P.n.31 Lorenzana –Cucigliana (Vicopisano) –S.P. n.43 di Orciano (fino all’S.R.T. n. .206 Emilia);

f) itinerari d’interesse e carattere sovracomunale per le funzioni di collegamento tra aree urbanizzate prevalentemente residenziali , aree per servizi, aree produttive;

  • nel sistema territoriale provincial e della pianura dell’Arno:
    • - S.P. n.2 Vicarese.- S.P. n. 5 Francesca ,
    • - S.P.n.10 Vecchianese- S.P n.30 Lungomonte Pisano

g) itinerari d’interesse e carattere sovracomunale per le funzioni ricreative ed ambientali

  • nel sistema territoriale provinciale della Pianura dell’Arno
    • - S.P.n.56 del Monte Serra –S.P.n.38 di Buti
    • - S.P. n.224-S.P.n.22 del Mare
    • - S.P.n.34 Castelfranco - Staffoli (da intersezione con S.P.n.66 a Staffoli)
    • - S.P.n.39 S.Miniato - S.Lorenzo- S.P.n.36 Palaiese (da Montopoli a Palaia)
  • nel sistema territoriale provinciale delle Colline Interne e Meridionali
    • - S.P.n.32 di Montecatini V.C.-S.P.n.16 del Monte Volterrano S.R.T.68 da Volterra a confine provinciale;
    • - S.P.n.28 dei tre Comuni- S.P.n.57 del Poggetto – S.P.n.19 della Camminata-S.P.n.47 di Micciano-S.P.n.27 di Montecastelli e S.Pn.17 delle Valli del Pavone e Cecina (dall’intersezione con S.P.n.27 al confine provinciale);
    • - S.P.n.329 ( tratto da confine provinciale fino a Canneto)- S.P.n.18 (fino a loc.Gabella);
    • - S.P.n.42 di Terricciola (da Terricciola a intersezione con S.P.n.48) – S.P.n.48 Del Monte Vaso –S.P.n.13 Del Commercio ( tratto da Castellina M.ma a Riparbella)-S.P.n.55 Pian del Pruno (tratto da intersezione con S.P.n.55 a intersezione con S.P.n.14)- S.P.n.14 di Miemo (da intersezione con S.P.n.48 alla S.R.T.n.68 Val di Cecina ;
    • - l’itinerario della geotermia costituito da S.P.n.17 , tratto S.R.T.439, S.P.n.49 della Leccia e Lustignano, tratto S.P.n.329, S.P.n.62 di Vecchierne;

g h) strade di interesse locale e per le funzioni ricreative ed ambientali

  • tutte le altre strade provinciali

g i) Aree ferroviarie

  • d’importanza nazionale e regionale
    • - le aree ferroviarie del Comune di Pisa.
  • d’importanza provinciale
    • - le aree ferroviarie di Pontedera, di S.Miniato e di Saline di Volterra;
    • - il tracciato ferroviario della dismessa linea Saline di Volterra- Volterra
    • - il tracciato ferroviario della dimessa linea Pisa-Tirrenia –Livorno
    • - il tracciato ferroviario della linea Lucca-Pontedera

17.11 Il sistema dello sport

17.11.1 Il sistema funzionale per lo sport rappresentato alla Tav. Q.C.9 è costituito:

  • -a livello sovraprovinciale da:
    • - stadio di Pisa (anche nella futura collocazione presso la SS 206)
    • - ippodromo di S.Rossore, dentro il Parco di Migliarino, S.Rossore e Massaciuccoli
    • - Centro C.O.N.I. di Tirrenia (Pisa)
  • -a livello provinciale da:
    • - complesso sportivo comunale, Piazza dello Sport, Pisa ( palazzetto dello sport, campo scuola e piscina)
    • - Cosmopolitan Golf Club Tirrenia (18 buche) Tirrenia-Pisa
    • - tiro a segno (Pisa)
    • - bacino di canottaggio di Roffia (S.Miniato) *

17.11.2 Sono altres&igrave collocabili nell’ambito di strutture d’interesse provinciale l’avio superfice in comune di Capannoli ed il costruendo kartodromo di Peccioli.

  • -a livello sovracomunale da
    • - campo C.U.S. di Pisa (**)
    • - complesso sportivo comunale con piscina, campi da tennis e campo di atletica di S.Giuliano Terme
    • - piscina comunale di Volterra
    • - complesso sportivo comunale con piscina, palazzetto dello Sport e stadio di Pontedera
    • - complesso sportivo comunale con piscina, stadio e campi da tennis di Cascina
    • - palazzetto dello sport di S.Croce
    • - Tirrenia Golf Club comunale (9 buche) Tirrenia (Pisa)
    • - Golf di S Miniato (9 buche)
  • -a livello comunale, da tutte le strutture come individuate e rappresentate nella tavola sopracitata del quadro conoscitivo;
  • (*) Il Bacino di Roffia al momento svolge questa funzione per gli allenamenti; una volta completati gli scavi, anche in relazione alla realizzazione della cassa di espansione dell’Arno prevista dal Piano di Bacino, diventerà una struttura adatta alle competizioni di canottaggio, anche di livello internazionale.
  • (**) L’università ha in programma la realizzazione di palestre e la sistemazione di tutta l’area sportiva, lungo la S.S.n.12 dell’Abetone.