Norme Tecniche del Regolamento Urbanistico

Art. 55 AMBITO DEL MONTE AMIATA

1. L'Ambito, definito ai sensi dell'art. 45 del Piano Strutturale il cui confine è individuato nelle tavole di Livello C con apposito segno grafico, risulta caratterizzato da una copertura forestale pressoché ininterrotta che è l’elemento dominate del paesaggio e che si sviluppa secondo tre fasce vegetazionali:

  • - una fascia compresa tra i 1600 ed i 1100 metri s.l.m. dominata dalla serie del faggio (Fagus sylvatica) che vegeta su terreni trachitici in condizioni climatiche caratterizzate da una piovosità media di 1400-1600 mm e da isoterme comprese tra gli 0° ed i 3°gradi centigradi;
  • - una fascia compresa tra i 1100 e i 700 metri s.l.m. dominata dalla presenza del castagno che predilige terreni freschi ed umidi, tendenzialmente acidi, come quelli delle vulcaniti;
  • - tra la serie del faggio e quella successiva del castagno si incuneano le aree dei rimboschimenti, realizzati a partire dalla Legge Forestale del 1923 con compiti di ricongiunzione e sutura forestale; tra le specie usate si trovano l’abete bianco, l’abete rosso, alcune specie di pini, la douglasia, il larice deciduo ed il castagno d’India.

2. L'altro elemento caratterizzante l'Ambito è rappresentato dalla localizzazione degli insediamenti umani che si concentrano al limite inferiore dell’ambito paesaggistico dove le vulcaniti entrano in contatto con le argille favorendo l’affioramento delle sorgenti. La corona di insediamenti disposta lungo la fascia di contatto fra i boschi di castagni sopra e le aree argillose sottostanti destinate a pascolo e/o alla coltivazione di seminativi, ulivi e viti è una caratteristica generale del paesaggio amiatino che trova conferma nel territorio di Santa Fiora. Sopra questo limite praticamente abbiamo una assenza di insediamenti umani.

3. Gli elementi di pregio paesaggistico da tutelare per l'Ambito del Monte Amiata sono i seguenti:

  • - il manto boschivo di tipo denso formato dalla faggeta e dal castagneto;
  • - i caratteri tipo-morfologici degli edifici storicamente legati alla raccolta e trasformazione della castagna (“i seccatoi”);
  • - la disunione fra i centri abitati sorti lungo la linea delle sorgenti;
  • - gli affioramenti di rocce laviche.

4. La tutela degli elementi di pregio elencati al punto precedente si esercita attraverso la disciplina di cui al successivo Capitolo del presente Titolo.

Art. 56 AMBITO DEL MONTE LABBRO E DEL TORRENTE CADONE

1. L'Ambito, definito ai sensi dell'art. 45 del Piano Strutturale il cui confine è individuato nelle tavole di Livello C con apposito segno grafico risulta caratterizzato:

  • - dal punto di vista morfologico da una serie di rilievi generalmente arrotondati e privi di fortissime pendenze; questi poggi sono separati da ampi solchi vallivi formati dal Fiume Fiora e dai suoi principali affluenti di destra (Potito e Putrido) e di sinistra (Cadone e Scabbia);
  • - da un punto di vista vegetazionale dalla presenza di una flora tipicamente mesofila (boschi misti di latifoglie decidue: cerro e rovere con ornello, carpino e nocciolo - pascolo: pascoli cespugliati a base di Spartium junceum, scopa puzzola) generata dalla natura dei terreni essenzialmente calcareo - argillosa (galestri).

2. La natura del terreno ha favorito, nell’ambito di questa unità, la riduzione a pascolo e a seminativo di parte della superficie forestale. Quest’ultima può essere suddivisa secondo l’altitudine nelle seguenti fasce vegetazionali:

  • - una fascia oltre gli 800 metri s.l.m. che vede sulle calcareniti del Monte Labbro la vegetazione di una grande varietà di specie arbustive ed erbacee;
  • - una fascia compresa tra i 600 ed gli 800 metri s.l.m. dominata dal cerro associato ad altre specie arboree ed arbustive come la roverella, il carpino, l’acero campestre, l’orniello, il nocciolo, la berretta del prete, il biancospino, il ciliegio selvatico, il corniolo, ecc..
  • - una fascia posta tra i 500 ed i 700 metri s.l.m. dominata dalla presenza della roverella associata all’acero campestre, al ginepro, alla rosa canina, alla fillirea, al lentisco, all’orniello, al cerro e al leccio, al pruno selvatico, al biancospino e alle ginestre.

3. Relativamente all’uso del suolo abbiamo due diverse destinazioni:

  • - La fascia prossima al Monte Labbro e immediatamente sotto i centri abitati ha una destinazione prevalentemente a prato-pascolo ed al coltivo con indirizzo cerealicolo;
  • - La zona verso il fiume Fiora ed i comuni di Roccalbegna e Semproniano è caratterizzata da vaste estensioni di bosco ceduo di cerro.

4. In generale l’insediamento umano all’interno dell’ambito paesaggistico è caratterizzato da una modesta presenza di case sparse che si diradano ulteriormente nella zona dove prevale il bosco di cerro.

5. Gli elementi di pregio paesaggistico da tutelare per l'Ambito del Monte Labbro e del torrente Cadone sono i seguenti:

  • - L’alternarsi dei prati-pascoli e dei coltivi cerealicoli e le sistemazioni antropiche connesse, tipo terrazzamenti e ciglionamenti, muri a secco, alberature e siepi di confine, opere di regimazione delle acque, forma dei campi, etc.
  • - Il bosco di cerro e rovella della zona meridionale.
  • - La vegetazione composta da arbusti ed erbacee varie della zona più prossima al monte Labbro.
  • - La vegetazione riparia prossima ad i corsi d’acqua.

6. La tutela degli elementi di pregio elencati al punto precedente si esercita attraverso la disciplina di cui al successivo Capitolo del presente Titolo.

Art. 57 AMBITO DEL MONTE CALVO

1. L'Ambito, definito ai sensi dell'art. 45 del Piano Strutturale il cui confine è individuato nelle tavole di Livello C con apposito segno grafico risulta caratterizzato:

  • - da un punto di vista morfologico dal rilievo del Monte Calvo (926 metri s.l.m.) che domina un sistema collinare (oscillante tra 500 ed i 600 metri di altitudine) che si protende verso i promontori di Castell'Azzara;
  • - da un punto di vista vegetazionale dalla presenza di una flora tipicamente mesofila (boschi misti di latifoglie decidue: cerro e roverella, con orniello, acero campestre, biancospino e corniolo).

2. Per le caratteristiche geomorfologiche sopra descritte nell’unità in esame si possono distinguere, in dipendenza dell’altimetria, le seguenti fasce vegetazionali:

  • - Una fascia oltre gli 800 metri s.l.m. che vede sui terreni arenacei del Monte Calvo l’associazione dell’abete bianco, qui specie spontanea ed autoctona, e del faggio con limitate estensioni di castagneto da frutto.
  • - Una fascia compresa tra i 600 ed i 800 metri s.l.m. dominata dall’areale del cerro (associato alla roverella, al carpino, all’acero campestre, all’orniello ed al nocciolo) che nei suoli arenacei, per opera dell’uomo, è spesso occupata dal castagneto da frutto.
  • - Una fascia posta tra i 400 ed i 600 metri s.l.m. dove la roverella (associata all’acero campestre, al ginepro, alla rosa canina, alla fillirea, al lentisco, all’orniello, al cerro e al leccio) alligna sia su terreni argillosi che su quelli calcarei.

3. Relativamente all’uso del suolo prevale l’estensione del bosco secondo le fasce vegetazionali individuate con l’intromissione di radi seminativi

4. L’assetto agronomico - forestale, che nella successione cerro/castagno, abete bianco/faggio ripete le caratteristiche della Vetta amiatina, ripropone nella dislocazione insediativa la ricerca di una mediazione tra la risorsa montagna e la localizzazione delle colture. Abbiamo, cos&igrave, ad un’altitudine di circa 600 metri s.l.m., lungo la viabilità principale, nelle aree di contatto tra i boschi di cerro e/o castagneto ed i seminativi, oltre all’abitato della Selva ed il convento francescano della S.S. Trinità, una collana di piccoli aggregati rurali (C. Mecari, C. Passerini, C. Vescovi, C. Ripaccioli, C. Olivi, C. Dondolini, Canalone, C. Corsica, C. Danti, C. San Benedetto), che delineano, anche in questa zona, una netta prevalenza dell’insediamento accentrato su quello sparso. Al di sotto della quota di 600 metri s.l.m. abbiamo una limitata presenza di case sparse

5. Gli elementi di pregio paesaggistico da tutelare per l'Ambito del Monte Calvo sono i seguenti:

* Il bosco faggio e rovella e abete bianco.

* La vegetazione riparia prossima ad i corsi d’acqua.

* Il sistema insediativo ad anello intorno al Monte Calvo

6. La tutela degli elementi di pregio elencati al punto precedente si esercita attraverso la disciplina di cui al successivo Capitolo del presente Titolo.

Ultima modifica Giovedì, 29 Giugno, 2023 - 08:19