Norme Tecniche del Regolamento Urbanistico

Art. 115 LE AREE BOSCATE: LA GESTIONE

1. Le aree Boscate presenti sul territorio comunale sono classificate in:

  • - Faggeta ed alto fusto
  • - Bosco di conifere ad alto fusto
  • - Castagneto da frutto
  • - Bosco ceduo
  • - Bosco ceduo degradato
  • - Vegetazione riparia

2. Faggeta e Bosco di conifere ad alto fusto. I boschi collocati lungo le pendici dell’Amiata costituiti da faggio e da conifere hanno un governo di gestione ad alto fusto, che il PS e il RU, considerano come invariante, rappresentando una connotazione fondamentale del paesaggio.

3. Le aree boscate appartenenti a tale governo devono continuare ad essere gestite come bosco di alto fusto secondo piani di taglio e diradamento approvati dagli Enti competenti in materia ai sensi della L.R. n. 39/2000. Alcune porzioni di aree boscate di proprietà comunale sono gestite dal Consorzio Forestale dell’Amiata secondo piano di tagli approvati e recepiti con delibera CC n° 30 del 06/04/00.

4. La disciplina delle aree agricole prevista dalla L.R. n. 1/05 e successive modificazioni ed integrazioni non si applica alle aree boscate classificate come “faggeta ad alto fusto”.

5. Il RU promuove la conversione dei boschi da ceduo ad alto fusto per la valorizzazione delle risorse ambientali, soprattutto con in aree idonee per condizioni edafiche e giacitura. Tale conversione può riguardare prevalentemente i castagneti da legno che grazie ad innesti, opportune potature e diradamenti, possono essere trasformati in castagneti da frutto. L’innesto dovrà essere attuato con "cultivar" locali nel pieno rispetto del disciplinare dell'I.G.T. della castagna. I boschi di alto fusto devono conservare la variabilità specifica della formazione vegetale da cui provengono; ciò offrirà maggiore stabilità biologica (fustaia composta e disetanea). Nelle operazioni di taglio di avviamento si cercherà di favorire la formazione di un soprassuolo stabile, evitando di impoverire troppo la particella degli individui dominanti o condominanti. Non è previsto l’avviamento diretto all’alto fusto su particelle con vegetazione degradata.

6. In caso di attacchi fitosanitari al castagno (come per esempio Cancro del Castagno provocato da Criphonectria parasitica e al Mal dell'inchiostro provocato da Phytophtora cambivora o l'insetto Cinipide galligeno Dryocosmus koriphilus) è consentita a scopi fitosanitari la ceduazione dei soggetti interessati, secondo quanto previsto dalla normativa forestale vigente.

7. Bosco ceduo, bosco ceduo degradato. Il bosco di castagno con governo a ceduo è ubicato nella fascia altimetrica più alta del Comune di Santa Fiora, mentre escluse le zone a castagneto da frutto, a pineta e l’area boscata intorno al convento della SS Trinità, il bosco ceduo di macchia mediterranea caratterizzata da leccio, cerro e roverella interessa la parte più bassa del territorio, nei sistemi di paesaggio Alta valle del Fiume Fiora e Alta valle del fiume Albegna.

8. Il RU prescrive, dove le condizioni edafiche e di fertilità dei suoli lo consentono, su entrambe le aree boscate a ceduo, l’allungamento del turno di taglio per garantire redditi superiori grazie ad una migliore qualità del legname. Nel rilascio delle matricine non si dovrà esporre il suolo a problemi di dissesto negli anni successivi al taglio.

9. E’ ammessa la realizzazione di piste forestali per l’esbosco nel rispetto delle matricine esistenti, evitando aree ad eccessiva pendenza, che possono portare a problemi di dissesto idrogeologico.

10. Le modalità di esecuzione del taglio nei boschi cedui sono disciplinate dalle Prescrizioni di massima per la Provincia di Grosseto.

11. Castagneto da frutto. Il RU ammette e incentiva, dove possibile:

  • - la trasformazione del castagneto da legno in castagneto da frutto;
  • - l’innesti con varietà qualitativamente superiori per aumentare la produzione di bastarda rossa, cece, marrone, appartenenti alla certificazione IGT Castagna del Monte Amiata;
  • - la difesa fitosanitaria dei castagneti da frutto da attacchi di Cancro del Castagno ( Criphonectria parasitica), di Mal dell'inchiostro ( Phytophtora cambivora) e dall’insetto Cinipide galligeno (Dryocosmus koriphilus)
  • - la ceduazione dei soggetti ammalati, secondo quanto previsto dalla normativa forestale vigente.

12. Bosco ceduo degradato. Nelle aree degradate molti fattori limitano le possibilità operative e riducono lo sviluppo della vegetazione boscata verso stadi più evoluti. Questo vale per la aree soggette a maggior pendenza e quindi ad erosione, o su suoli molto superficiali o quasi assenti con rocciosità affiorante o dotati di bassa fertilità.

13. Per il recupero di tali aree bisogna procedere all’eliminazione della cause che lo hanno provocato, favorendo le zone con maggior presenza di materasso terroso in grado di garantire il reinserimento e l’affermazione di specie arboree caratteristiche dell’associazione vegetale a cui appartengono, ad esempio: leccio, roverella, orniello o cerro per terreni tendenzialmente calcarei o di media composizione.

14. Vista la presenza di aree degradate di bosco ceduo, limitrofe ai centri abitati, alle zona artigianali (Loc. Fontespilli), o ad insediamenti artigianali isolati Loc. Il Termine, sono ammessi interventi di riqualificazione del patrimonio boschivo, che consentano di intervenire sui margini del bosco consentendo un corretto inserimento delle infrastrutture e dei fabbricati e delle loro pertinenze. Dovrà essere presentato un progetto di riqualificazione dell’area. Sono ammissibili anche rimboschimenti compensativi.

15. Rimboschimenti. Per i nuovi rimboschimenti si dovranno utilizzare specie autoctone locali condizionando la scelta in funzione della vegetazione esistente e tra quelle contenute nell’Allegato A della L.R. n. 39/2000 “Legge forestale della Toscana”.

16. E’ da auspicare una riconversione dei rimboschimenti di conifere attuati negli anni '70 con pino nero e pino radiata, spesso localizzati lungo la viabilità principale sia per un motivo di prevenzione incendi sia per riqualificare l’area.

17. Nell’ottica di produzione di biomassa ligno-cellulolisica a fini energetici, nel rimboschimento attuabile appare auspicabile l’impianto di colture arboree a breve ciclo da destinare a tali produzioni, tra l’altro finanziate con il nuovo PSR 2007-2013.

18. Formazioni vegetali lineari. Le formazioni lineari esistenti (siepi, filari alberati, vegetazione ripariale) dovranno essere potenziate con nuovi impianti per favorire la costituzione di una rete di connessione ecologica di livello territoriale. Nelle aree agricole collinari e di fondovalle dovrà essere favorita la ricostituzione del sistema dei campi chiusi attraverso la realizzazione di siepi perimetrali. I Programmi Agricolo Ambientale devono prevedere e descrivere tra gli interventi di qualificazione ambientale la realizzazione e/o il recupero di formazioni vegetali lineari.

19. Verde nelle aree urbane. Nelle aree urbane la vegetazione, e soprattutto quella degli spazi pubblici, concorre alla riqualificazione ecologica e formale dei centri abitati. Essa sarà costituita da specie autoctone e caducifogle ed equipaggerà un sistema di spazi aperti connesso ai sistemi vegetali del territorio aperto. Dovranno essere utilizzate specie arboree autoctone caducifogle, scelte tra quelle contenute nell’Allegato A della L.R. n. 39/2000, “Legge forestale della Toscana”.

Ultima modifica Giovedì, 29 Giugno, 2023 - 08:19