Statuto del Territorio del Piano Strutturale

Art. 31 Sistema Territoriale Montano

1. Il PS al fine di salvaguardare gli elevati valori identitari e paesistici dei paesaggi montani presenti nel Sistema Territoriale Montano, che corrisponde ai sistemi della Montagna e della Dorsale individuati dal PIT, e favorire, anche attraverso adeguati sostegni economici, il mantenimento degli ambienti agro-silvo-pastorali promuovendo la riattivazione di economie che contribuiscano alla loro tutela e valorizzazione, stabilisce che il PO, gli altri strumenti della pianificazione e i Programmi aziendali introducono, per il proprio livello di competenza, misure per:

  • - la conservazione degli importanti complessi forestali montani, con particolare riferimento alle faggete, alle abetine ai boschi misti di faggio e abete, alla Riserva Statale di Vallombrosa e all'ANPIL della Foresta di S. Antonio, nel rispetto delle normative vigenti e in particolare della l.r. 39/2000 e del suo Regolamento d'attuazione;
  • - garantire azioni volte a promuovere il recupero dei castagneti da frutto;
  • - favorire forme innovative per riabitare la montagna (villaggi ecologici, forme di cohousing5 , contrastare gli abbandoni colturali e promuovere la cultura locale;
  • - favorire le azioni che promuovono la multifunzionalità dei boschi, valorizzandone gli aspetti ambientali, quelli turistico/ricreativi e didattici nonché di fruibilità oltre che quelli produttivi anche attraverso la creazione di una strategia di incentivi;
  • - sviluppare forme di integrazione con le attività agro-silvo- pastorali (rete di ospitalità diffusa, agriturismi ecc.) e potenziando l'offerta di servizi alle persone e alle aziende agricole;
  • - prevedere interventi rivolti ad assicurare una densità faunistica sostenibile, con particolare riferimento agli ungulati, al fine di prevenire i danni alle colture arboree in fase di impianto, ai boschi in rinnovazione, alle produzioni agrarie, ed a mantenere la biodiversità negli ambienti forestali;
  • - promuovere la riattivazione di forme di economia che contribuiscano alla tutela e valorizzazione del Sistema;
  • - favorire la conservazione delle corone o fasce di coltivi d'impronta tradizionale poste attorno ai nuclei storici;
  • - evitare, in particolare per il crinale del Pratomagno, ulteriori processi di artificializzazione riconducibili soprattutto alla realizzazione di nuovi impianti eolici o di ripetitori e promuovere interventi di riqualificazione delle infrastrutture incoerenti con il paesaggio;
  • - evitare l'impermeabilizzazione di superfici strategiche per l'assorbimento dei deflussi e la ricarica degli acquiferi;
  • - prevedere il recupero e il mantenimento in efficiente stato di manutenzione della rete scolante superficiale;
  • - ostacolare processi di frammentazione fondiaria e, nel caso di frazionamenti fondiari derivanti da deruralizzazioni i confini devono seguire limiti naturali (fossi, siepi, filari, strade, alberature in genere, muretti, ecc.);
  • - favorire il recupero e il mantenimento dei edifici rurali;
  • - limitare la realizzazione di nuove recinzioni soprattutto nei casi di deruralizzazione dei fabbricati rurali al fine di mantenere la continuità delle aree di pertinenza dei fabbricati con il territorio rurale aperto;
  • - mantenere la copertura vegetale permanente sulle aree coltivate con pendenze maggiori del 30% e incrementare le formazioni vegetali non produttive (formazioni riparali, siepi, alberature isolate e macchie di bosco);
  • - istituire misure di premialità per favorire le aziende che utilizzano metodi di coltivazione biologica e biodinamica.

2. Le attività agrituristiche sono disciplinate dalla l.r. 30/2003 e smi e dal Regolamento d'attuazione nonché dalle disposizioni contenute nel presente Statuto.

5complesso di abitazioni private con spazi e servizi collettivi

Ultima modifica Mercoledì, 13 Settembre, 2023 - 16:53